Unione bancaria e di vigilanza in arrivo

La strada verso il raggiungimento di una unione bancaria e di vigilanza potrebbe essere molto più breve del previsto. A ricordarlo è anche il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che intervenendo ad un Ecofin informale a Nicosia, in Cipro, ha dichiarato come “noi come governo condividiamo il progetto e l’ambiziosa tabella di marcia della commissione UE” sull’unione bancaria. Secondo il rappresentante dell’esecutivo, sarebbe necessario far partire per prima la tappa principale della vigilanza.

Trova così nuovo terreno solido di appoggio uno dei principali desideri del presidente Bce Mario Draghi, che da diversi mesi cerca di spingere sul pedale dell’acceleratore in materia di unione bancaria.

Già quattro mesi fa, sulle pagine de La Stampa, Draghi si domandava “perché continuiamo ad usare i denari dei contribuenti per colmare i buchi bancari e curare le entità sistemiche”. “In altre parole” – scrisse nell’occasione il quotidiano torinese – “perché devono essere i cittadini a pagare il conto delle malefatte e degli errori del signori del credito. E’ una giusta questione di etica e di responsabilità, che il banchiere centrale vede risolta con l’Unione bancaria europea, ipotesi che in questi giorni ribolle con forza nel dibattito istituzionale a Bruxelles. Secondo Draghi, essa implica uno schema comune per la garanzia dei depositi, un fondo di intervento ponte in caso di crisi (per mantenere in piedi l’attività base, come i pagamenti o il credito alle imprese), la centralizzazione di una parte della vigilanza”.

“La sua impressione” – concludeva all’epoca il giornale -”è infatti che «sinora è sempre stata sottovalutata la portata delle crisi bancarie, si è intervenuti per approssimazioni successive sino ad arrivare ad avere la soluzione giusta, ma al massimo costo possibile». In altre parole: «Una supervisione centrale della vigilanza è necessaria specialmente per le banche più grandi e per quelle sistemiche». Un esempio? «Bankia non è grande, ma è sistemica». Vuol dire che andava vigilata meglio. Il numero uno dell’Eutotower ha invitato l’Europa ad avere maggiore visione per raggiungere una maggiore integrazione. «Per molti governi la situazione è quella di chi attraversa un fiume contro corrente e non vede l’altra sponda perché c’è la nebbia: il nostro compito è quello di diradare la nebbia». Vuol dire guardare avanti e fare pieno uso degli strumenti che ci sono”.

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