Il consiglio di amministrazione di Mondo TV, la spa romana attiva nella produzione e distribuzione di audiovisivi animati, ha deliberato un importante aumento di capitale che potrà interessare tutti quegli investitori che detengono le azioni della compagnia in questione: nello specifico, il prezzo di emissione che è stato scelto in questo caso è pari a 5,20 euro. Gli obiettivi sono facilmente intuibili, visto che la stessa Mondo TV è fortemente intenzionata a tagliare l’entità del proprio debito interno, operazione possibile soltanto in tale maniera, visto che il quantitativo ammonta a 5,6 milioni di euro. Di conseguenza, l’aumento del patrimonio sarà identico all’indebitamento. L’operazione interessa da vicino la famiglia Corradi (in primis Orlando Corradi, presidente e amministratore delegato del gruppo), la quale porterà la propria partecipazione fino al 70%.
Azioni
Rating del giorno: tagli in Nuova Zelanda
Più volte abbiamo parlato dell’influenza che le agenzie di rating hanno conquistato sul mercato finanziario. La loro capacità di spostare consensi aumenta nonostante le contraddizioni sulla loro posizione non troppo trasparente riguardo gli azionisti di maggioranza.
Dopo il declassamento del debito americano (arrivato, lo ricordiamo, con netto ritardo rispetto agli eventi importanti) e dopo il declassamento del debito dell’Italia (arrivato invece in anticipo), le agenzie hanno minacciato di ridurre anche i voti dei debiti di Cina e Giappone nei prossimi mesi, quasi per incitare una loro reazione immediata.
Tra i rating del giorno spicca sicuramente il passaggio da AA+ ad AA sulla Nuova Zelanda: sia Standard & Poor’s che Fitch eseguono la stessa operazione ma il mercato non è movimentato per questo motivo. La perdita del “+” non è più importante di quello che sta succedendo in area Euro e negli Stati Uniti con, rispettivamente, Bce e Fed alle strette senza avere ancora in mano una soluzione solida da proporre.
Enel, acconto sul dividendo dopo la semestrale
Il calo che è stato conseguito da Enel per quel che riguarda il proprio utile netto al 30 giugno del 2011 (si tratta quindi di una semestrale) non ha impedito al consiglio di amministrazione di assicurare un acconto sul relativo dividendo: il prospetto contabile della società energetica ha ricevuto l’approvazione proprio nel corso della giornata odierna, con una situazione patrimoniale ed economica che non desta comunque preoccupazioni, visto che ha consentito questa novità interessante nei confronti degli azionisti dell’ente stesso. Nel dettaglio, il dividendo in questione ammonta a dieci centesimi di euro per ogni singolo titolo azionario, con il pagamento che verrà garantito a partire dal prossimo 24 novembre, attraverso lo stacco della cedola, evento che si verificherà invece tre giorni prima. Come già anticipato, l’utile netto di Enel è calato di quasi cinque punti percentuali (4,9 per la precisione) rispetto allo stesso periodo del 2010.
Titoli di Stato: leggera discesa per il differenziale Btp-Bund
La giornata di contrattazioni volge al termine e Piazza Affari conclude una giornata anonima che non lascia il segno e fa’ da spartiacque tra un movimento (quello dei giorni precedenti) ed il prossimo (atteso al massimo entro Venerdì) lasciando sul grafico i livelli operativi che stringono il prezzo; la resistenza a 14900 punti ed il supporto a 14550 definiscono il range di interesse che verrà monitorato da domani in poi, sperando che il close di Wall Street non costringa ad un gap in apertura domani mattina.
Proprio il Dow Jones, a dispetto della situazione attuale che lo vede prossimo alla parità, è quello che nei giorni precedenti ha dato più segnali di forza; in Europa in effetti pesano molto le situazioni di Grecia e Italia (ma non solo) e proprio quest’ultima tiene il con il fiato sospeso un buon numero di investitori per l’andamento dello spread tra Btp e Bund; questi nella giornata di oggi si è assestato a 363 punti, in leggero calo rispetto a ieri e ormai distante dal doppio massimo ormai disegnato in zona 400. Un terzo tentativo di rialzo supererà probabilmente questa soglia ormai riconosciuta come il punto di rottura oltre il quale la fiducia subirà un ridimensionamento notevole e pericoloso.
Nike: primo trimestre fiscale migliore delle attese
Chissà come si sarà festeggiato a Beaverton: la città statunitense è infatti la sede ufficiale della Nike e la celebre multinazionale dell’abbigliamento e degli accessori sportivi è riuscita a mettere a segno una trimestrale che francamente in pochi si attendevano. Le stime finanziarie relative al periodo che è terminato lo scorso 31 agosto sono state superiori a qualsiasi attesa, perfino a quelle degli investitori: l’arco temporale rappresenta, nello specifico, il primo trimestre fiscale per l’azienda a stelle e strisce. Quali risultati sono stati conseguiti di preciso? Anzitutto, c’è da rimarcare come i ricavi complessivi siano aumentati di ben diciotto punti percentuali, attestandosi a quota 6,08 miliardi di dollari, ma non è stato da meno neanche l’utile netto con il suo +15% e gli 1,36 dollari che hanno contraddistinto ogni singolo titolo azionario.
Snam Rete Gas: la semestrale fa salire il dividendo
Ci sono delle novità positive per tutti gli azionisti di Snam Rete Gas: la società del gruppo Eni, più precisamente il suo consiglio di amministrazione, ha infatti deciso di dare il via libera alla distribuzione di un nuovo acconto dividendo, per un importo che è fissato a dieci centesimi di euro per ogni singolo titolo. Si tratta di un rialzo importante, visto che solamente lo scorso anno il medesimo acconto era risultato più basso, vale a dire nove centesimi di euro. Il versamento in questione, comunque, diventerà concreto il prossimo 27 ottobre, mentre tre giorni prima verrà fornito l’ok definitivo allo stacco della relativa cedola. L’incremento è la conseguenza principale dei risultati che sono stati conseguiti nei primi sei mesi di quest’anno dalla Società Nazionale Metanodotti; in effetti, volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che il periodo compreso tra gli scorsi mesi di gennaio e giugno è stato caratterizzato da un utile operativo molto vicino al miliardo di euro (986 milioni per la precisione), con un rialzo pari a sei punti percentuali rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2010.
Macquarie, un certificato focalizzato su Intesa Sanpaolo
Macquarie Bank come garante e il comparto Structured Products in qualità di società emittente: sono questi i due punti di riferimento del nuovo certificato Bonus Cap messo a disposizione dalla compagnia australiana e in negoziazione dalla giornata di ieri presso il Sedex di Borsa Italiana. Il sottostante che è stato prescelto in questo caso è una delle principali banche italiane, Intesa Sanpaolo, nonostante il declassamento deciso da Standard & Poor’s per quel che concerne il rating di lungo termine. Nel dettaglio, tale certificato di investimento (il codice Isin è DE000MQ4D797) avrà una scadenza di quattro anni, con il termine naturale che è stato fissato al 31 marzo del 2015; inoltre, la prima barriera verrà raggiunta al livello di 0,7308 punti. C’è anche da aggiungere che il prodotto in questione sarà disponibile in 150mila unità complessive.
Bank of America, disastroso il secondo trimestre 2011
Un secondo trimestre letteralmente da dimenticare: non ci sono altre definizioni per descrivere il periodo compreso tra marzo e giugno scorsi per quel che concerne la celebre banca statunitense Bank of America: in effetti, l’arco temporale in questione è stato caratterizzato da perdite e cali piuttosto pesanti per l’istituto newyorkese, con un totale negativo molto vicino ai nove miliardi di dollari (per la precisione sono stati 8,8). Che cosa è successo di così catastrofico per provocare una stima talmente imbarazzante? In fondo stiamo parlando di un gruppo piuttosto affermato e dalle dimensioni notevoli, visto che si possono contare ben seimila agenzie: il principale onere da registrare nel bilancio è stato però pari a venti miliardi di dollari, una somma che si riferisce all’intesa che è stata stipulata dalla stessa Bank of America per dar vita al risarcimento destinato agli ex clienti, i quali avevano sottoscritto dei titoli obbligazionari tossici garantiti proprio dalla compagnia americana.
Quattro azioni italiane per l’Athena Certificate di Société Générale
Société Générale, banca recentemente declassata nel rating da Moody’s, si affida alla nostra Borsa per mostrare di avere ancora le unghie affilate: il nuovo Athena Certificate che è stato lanciato due giorni fa presso il comparto Sedex rappresenta un prodotto molto interessante, soprattutto per quegli investitori che sono disposti a focalizzare la loro attenzione sui titoli azionari del nostro paese. In effetti, tale strumento (il codice Isin di riferimento è IT0006720152) avrà una scadenza triennale, visto che la data di maturazione è stata fissata al 5 agosto del 2014, e un collegamento privilegiato a cinque azioni fondamentali di nazionalità italiana. Nello specifico, si tratta di Intesa Sanpaolo, Eni, Asscurazioni Generali ed Enel. Qual è il funzionamento esatto di questo certificato di investimento?
Facebook rinvia la propria quotazione a Wall Street
Non più la prossima primavera, ma gli ultimi mesi del 2012: il celebre social network Facebook si è vista costretta a ritardare la propria Initial Public Offering (Ipo) a Wall Street, un’operazione finanziaria che era attesa con grande interesse e ansia da molti investitori sparsi in tutto il modo. Cosa ha provocato questo rinvio di ben sei mesi? Le principali motivazioni sono ascrivibili proprio a Mark Zuckerberg, fondatore della community, il quale non ha poi così fretta di dar vita a questa operazione così costosa e dovrebbe puntare sui mesi di novembre o addirittura dicembre per completare il tutto. Tra l’altro, il gruppo non ha alcuna intenzione di rischiare, quindi si prenderà altro tempo per sviluppare in maniera più efficiente la piattaforma.
Titoli di Stato: scende lo spread Btp-Bund ma resta alta la tensione
Che il mercato si appresti a concludere la prima ottava veramente positiva da diverso tempo a questa parte è sicuramente una buona notizia, ma il recupero messo a segno dal mercato Italiano sembra non bastare a calmare le acque sui titoli di Stato italiani; lo spread Btp-Bund si attesta intorno a 360 punti nella giornata di oggi e la discesa avuta dal double top vicino a quota 400 è praticamente irrilevante se si considera il ritracciamento avuto sull’azionario come metro di misura.
Le condizioni per la discesa dello spread sono ben altre: la messa in discussione dell’intero settore bancario europeo con anche la Francia sotto il mirino delle agenzie di rating si ripercuote anche sulla stabilità finanziaria dei singoli stati che continuano ad avere rendimenti sopra la media e rischi troppo alti per trattarsi di paesi industrializzati con un passato piuttosto solido.
Il doppio massimo sul differenziale è sicuramente un buon segnale per i “tecnici” che seguono i grafici di borsa, ma non dice nulla invece a chi si occupa di fondamentali; questi appunto secondo il quadro generale continuano ad essere pessimisti e prevedono un consolidamento del differenziale proprio in area 400 o appena sotto, nella migliore delle ipotesi.
Borse Asiatiche: attirati gli investitori, buone le occasioni sull’azionario
La sessione asiatica dei mercati è notoriamente quella meno influente a livello mondiale; da un lato raccoglie le chiusure del Nuovo continente seguendole nel trend generalmente e dall’altro lascia poche sorprese all’Europa. L’indice Hang Seng ha chiuso le contrattazioni in rialzo dello 0.71% portandosi a 19181.5 punti, a conferma che le performance del mercato Asiatico non sono sempre importanti come quelle Europee ed Americane.
Meno speculazione, ma non meno interesse visto che l’Asia è comunque seguitissima ed anzi la minor volatilità sta attirando sempre di più gli investitori e gli analisti; fare stock picking nel Nuovo e nel Vecchio continente per la costruzione di un portafoglio stabile è diventata un’impresa e le performance esagerate sono all’ordine del giorno. Quello che non è chiaro a dire il vero è se effettivamente il mercato sia ancora poco seguito o se c’è ancora una parte del mondo che riesce a mantenere una solidità che è andata perdendosi nel resto del globo.
Microsoft alle prese con l’aumento del dividendo
Microsoft, maggior produttore al mondo di software, è in procinto di aumentare il proprio dividendo del 19% non più tardi di questa settimana: si tratta di una mossa che ha l’obiettivo di scoraggiare gli investitori che stanno richiedendo a gran voce un maggiore pagamento dalla scorta di denaro cash (pari a 52,8 miliardi di dollari). Il progetto in questione prevede che il prezzo per ogni singola azione passi da sedici a diciannove centesimi, in modo da allineare la quotazione a quella dello scorso anno. Tra l’altro, bisogna ricordare che gli investimenti di breve termine del colosso statunitense sono aumentati di ben quarantatre punti percentuali nel corso dell’ultimo anno fiscale.
Agenzie di rating: le novità del giorno ed il settore bancario Francese
Dopo l’annuncio di possibili downgrade per gli istituti di credito Francesi che nella giornata di ieri ha contribuito al sell-off Europeo l’attenzione ai voti delle agenzie di rating ed a quelli delle banche d’affari triplica nella giornata di oggi.
Che i giudizi siano affidabili o meno la loro influenza sul mercato (sopratutto in un momento in cui la bussola è stata smarrita) è altissima ed i report vanno assolutamente tenuti sotto controllo per gli investimenti; per quanto riguarda l’Italia la notizia del giorno colpisce Atlantia, con il downgrade di Nomura da buy a neutral che però “costa” solo 1 punto percentuale di perdita nella giornata di oggi.
L’abbassamento del target di Mediobanca da parte di Ubs da 8.1 a 7 euro invece non indice particolarmente sul settore (anche se forse è merito del ridimensionamento generale della giornata di ieri) anche perchè il giudizio buy non è cambiato ma c’è stata solo una rettifica del target price.