Rimborsi Facebook presentati alla SEC

Il Nasdaq si “scusa” al mondo finanziario presentando il piano di rimborso per i sottoscrittori delle azioni di Facebook in quella che è stata l’IPO più fallimentare dei nostri tempi. I problemi tecnici dei primi 30 minuti di contrattazioni di quel “maledetto giorno” sono costate milioni di euro agli investitori che non hanno potuto agire direttamente nè sulle posizioni aperte nè sugli ordini condizionati a mercati.

L’impossibilità di seguire l’evoluzione dell’IPO ha spinto gli investitori ad aprire una causa, accettata da chi si è occupato del collocamento; alle accuse il Nasdaq risponde con un piano di rimborso da 40 milioni di dollari, presentato alla SEC (la “Consob” Americana) per l’accettazione. Quasi 14 miliardi di dollari saranno restituiti in contanti, mentre il resto verrà concordato tra benefit e sconti sulle commissioni sulle prossime transizioni. 

Eni in rialzo grazie a Piazza Affari e Petrolio

La positività di Piazza Affari (e dell’Eurozona in generale) si riflette più o meno su tutto il listino, ad esclusione di pochi titoli presi di mira dalla speculazione ribassista e dalle prese di profitto. Nella fascia centrale del listino (quella prossima allo 0%) si posizione Eni che si mantiene comunque sopra la parità, anche se di poco.

L’andamento positivo di Piazza Affari influenza positivamente i petroliferi ed in particolare nel settore oggi l’attenzione è rivolta proprio su Eni; il cane a sei zampe beneficia degli acquisti sulle Blue Chips Europee, ma sopratutto viene trainata al rialzo dall’andamento positivo del prezzo del petrolio, prossimo ormai agli 87 dollari per barile dopo una fase di ritracciamento di medio termine forse giunta alla fine.

DIVIDENDO ENI 2012 ESERCIZIO 2011

Previsioni Fiat Giugno 2012

L’azienda Torinese si affaccia già da tempo sul mercato internazionale e gli stabilimenti in Italia risultano essere sempre più a rischio. Anche se la protesta è fuori dall’attenzione dei media, la situazione della FIAT non è cambiata di una virgola e al volontà di andare all’estero è sempre presente.

Le condizioni sono chiare; o lo Stato Italiano lascia carta bianca alla FIAT ed a Marchionne, oppure la produzione verrà decentralizzata dove risulta essere più conveniente, sia per quanto riguarda il costo del lavoro, sia per quanto riguarda le condizioni sulla produzione. Lasciar sfuggire un’azienda simbolo come la Fiat dall’Italia sarebbe un colpo all’immagine irreversibile ed un segno che il prestigio Italiano non è più così importante a livello internazionale (anche se effettivamente Marchionne deve il suo successo internazionale proprio al suolo su cui si trova).

Credem dà il via all’acquisto di azioni proprie

Il Credito Emiliano (Credem) ha messo in luce la propria volontà di far partire il programma relativo all’acquisto di azioni proprie, quello che viene solitamente definito in lingua inglese come “buyback: l’istituto di credito di Reggio Emilia non ha fatto altro che dare esecuzione effettiva a una delibera che era stata adottata dalla propria assemblea ordinaria lo scorso 27 aprile, con la stessa data che è un riferimento importante per quel che concerne le comunicazioni al mercato. Come è stato strutturato e dettaglio questo specifico programma di acquisto? Anzitutto, come avviene in questi casi, sono state rispettate le disposizioni contenute nell’articolo 144 bis di una delibera della Consob (Commissione Nazionale di Società e di Borsa), la 11971 del 1999.

Addio a Antoine Bernheim di Mediobanca e Generali

Il mondo finanziario da’ l’addio ad un personaggio chiave nel panorama Italiano e Francese: Antoine Bernheim. Il banchiere francese è scomparso all’età di 87 anni dopo una vita nel mondo del lavoro da protagonista, fino all’ultimo al centro della Piazza. Dalla laurea in Giurisprudenza  con specializzazione in diritto privato e pubblico (oltre ad una seconda laurea in Scienze) è diventato poi parte del consiglio di amministrazione di Assicurazioni Generali nel 1973, realtà in cui si realizzerà la fetta maggiore della sua carriera lavorativa con la nomina a vicepresidente dal 1995 al 1999 e poi ancora nel 2001, per proseguire con la nomina a presidente nel 2002.

La sua presenza è decisiva anche in Mediobanca, dove è stato vicepresidente dal 1988 al 2001. Ancora nella sua carriera si vede impegnato nella banca d’affari Lazard tra il 2000 ed il 2005 come “associè” e tra il 1967 ed il 2000 come senior partner.

Dati USA decisivi per il recupero

L’andamento delle Borse Europee nella giornata di oggi fa’ dimenticare le precedenti settimane in cui il mercato azionario ha raggiunto livelli da panico. Il ritorno dello spread al centro della cronaca e la paura per il fallito tentativo di uscita dalla crisi dell’Eurozona, contrasta fortemente con le novità positive sul Portogallo e sulla negazione dell’uscita della Grecia dall’area Euro. Le notizie negative che hanno trascinato i mercati vicino a minimi pericolosi per il lungo termine sembrano svanire in questo Lunedì ormai chiuso, in cui si rilancia l’azionario Europeo con il Dow Jones in territorio incerto.

Il forte rialzo registrato durante la mattina ha spinto il FTSE-Mib in prossimità dei 13000 punti, livello “di sicurezza” su cui gli investitori fanno affidamento per i prossimi giorni come valore di supporto. Incerto il Dow Jones, che dopo una seduta contrastata (iniziata con un calo deciso e proseguita con il recupero totale della discesa) va a chiudere la giornata poco sopra ai 12100 punti, consolidando comunque le aspettative rialziste dell’Eurozona.

Snam vola in borsa

L’annuncio della CdP fa’ volare Snam in Borsa; questa sarebbe infatti intenzionata ad acquistare il 30% meno un’azione di Snam, ora detenuto da Eni. Il prezzo dell’offerta è pari a 3,47 euro per azione che corrisponde all’11% in più rispetto alla chiusura in borsa di ieri del titolo.

Snam in questo momento avanza di oltre il 4% mentre più della metà delle blue-chips guadagnano terreno; l’apertura prossima a 3,167 era già un buon punto di arrivo per gli investitori, che progressivamente hanno chiuso gli ordini in acquisto dei giorni precedenti, favoriti dalla fase laterale. I compratori hanno comunque continuato il lavoro sul book di negoziazione, portando il titolo sopra a quota 3,20 euro per azione nel giro di solo un’ora di contrattazioni. La corsa rialzista non si è fermata neanche a 3,23; l’euforia sul titolo ha spinto fino ad un top di poco superiore a 3,28 prima di fermarsi per le prese di profitto complessive.

Facebook arriverà a 25 dollari?

L’IPO di metà maggio che doveva rilanciare il Nasdaq e l’intero settore hi-tech aprendo nuove strade per il futuro della Borsa continua a rivelarsi uno dei più grandi fallimenti della storia recente.

L’avvio positivo è durato poche ore e subito dopo sono arrivate le vendite, in una giornata che verrà ricordata per i problemi tecnici e per la disonestà di Morgan Stanley (che si è occupata del collocamento) sulla diffusione delle notizie e delle aspettative legate al social network.

Grecia e Cina sollevano Wall Street

L’avvio positivo di Wall Street nella giornata di oggi (dopo che in Eurozona ci sono state ore di altalena sui book di negoziazione prima di vedere il terreno positivo) sembra sia dovuto in particolar modo a Cina e Grecia, che oggi rilasciano rispettivamente notizie positive riguardo la loro posizione.

Il Dragone innanzitutto ha annunciato nuove misure di rilancio e stimolo dell’economia; la sua posizione sul mercato non è mai stata messa in discussione e sui piani a lungo termine la Cina si prepara a diventare forse la prima potenza mondiale, anche se questo nell’immediato richiede dei sacrifici. Più interessante invece la posizione della Grecia, che in una giornata riesce, contro ogni aspettativa, a rilanciare il mercato azionario. I sondaggi ad Atene danno per favorita quella parte di politica che sostiene ancora l’Unione Monetaria Europea e la notizia fa’ rimbalzare i mercati del Vecchio Continente. Gli investitori rispondono chiaramente alla domanda di qualche giorno fa’; quali sarebbero gli effetti dell’uscita della Grecia dall’Euro? Le ripercussioni sarebbero a 360° e colpirebbero la stessa Atene ma anche tutto il mondo, visto che l’Euro è riuscito nella sua esistenza a guadagnarsi un posto d’eccellenza nel mondo della finanza.

Moleskine sbarcherà a Piazza Affari fra sei mesi

Moleskine sta preparando nel dettaglio il suo approdo a Piazza Affari: la conferma è giunto proprio oggi dall’azionista di maggioranza Syntegra Capital. L’obiettivo è quello di quotare il brand commerciale, celebre per le sue agende e taccuini, nel corso del prossimo mese di novembre, in quella che sarebbe una Ipo (Initial Public Offering) davvero interessante. Secondo la stessa società, inoltre, il mercato del nostro paese è divenuto un traguardo appetibile e stimolante da quando lo stesso marchio è stato introdotto in Italia. Una buona base di partenza sarà senza dubbio il raffronto con un’altra Ipo recente, quella che ha coinvolto Brunello Cucinelli.

Bankitalia accusa Moody’s

Il colosso del rating mondiale Moody’s fa’ un altro passo falso nella valutazione degli istituti bancari dell’Eurozona e più precisamente sui voti di Banco Popolare e Ubi Banca. Le mosse strategiche di Moody’s convincono sempre meno gli investitori e la sensazione è che a muovere l’istituto ci siano interessi che vanno oltre le semplici valutazioni, vista la grande distanza tra il mercato reale e le valutazioni dell’agenzia.

Perchè Facebook va’ male in Borsa?

Perchè l’IPO di Facebook è stato un flop totale? Mentre si parla dell’abbandono del Nasdaq da parte del social network, gli investitori continuano ad interrogarsi sulle problematiche legate al titolo che doveva essere la rivelazione dell’anno.

FACEBOOK POTREBBE ABBANDONARE IL NASDAQ

Con una causa in corso tra gli azionisti e Morgan Stanley la situazione si complica ulteriormente; sembra infatti che il taglio delle stime applicato da quest’ultima non sia stato comunicato per tempo agli investitori, che si sono trovati a prendere decisioni operative su previsioni sbagliate.

Causa al Nasdaq per IPO di Facebook

Durante il collocamento più importante dell’anno il Nasdaq ha avuto problemi tecnici che hanno fermato o reso difficili le contrattazioni per almeno mezz’ora (anche se qualcuno sostiene che anche durante la giornata i problemi si siano ripresentati). Con un po’ di ritardo, gli investitori colpiti dall’IPO più fallimentare che il Nasdaq ricordi alzano la voce, dopo essersi ripresi dallo shock.

L’avvio in borsa del social network più famoso del mondo ha visto una buona mezz’ora di problemi tecnici che, secondo Philip Goldberg, sono costati parecchi soldi agli investitori. Philip è il primo investitore che ha fatto causa ufficialmente al Nasdaq per i problemi sugli inserimenti degli ordini. Secondo quanto presentato al tribunale di Manhattan, l’investitore del Maryland avrebbe tentato più volte invano di cancellare degli ordini, che poi sono stati probabilmente eseguiti ed hanno portato un disagio economico, visto l’andamento controverso del valore delle azioni sul mercato.

Facebook vittima della speculazione?

Quella che doveva essere l’IPO dell’anno si sta lentamente trasformando nel più controverso collocamento della storia di Wall Street. Tanta pubblicità è stata fatta fino alla vigilia dell’avvio degli scambi e quasi sempre si sono raccolte opinioni positive sull’eventuale prospettiva rialzista del social network più famoso ed importante del mondo.

Poi arriva il giorno; quel 18 maggio in cui il Nasdaq ha aperto sulla campanella suonata da Mark in persona con mezz’ora di ritardo, per problemi tecnici. All’inizio, come era stato previsto, l’euforia ha il sopravvento ed in pochi scambi il guadagno diventa enorme. Oltre il 13% sul già eccessivo prezzo di collocamento nelle prime ore, poi cambia il vento. Le vendite rischiano di far crollare il prezzo delle azioni sotto il valore di collocamento, ed anche se a fine giornata questo non si verifica il destino è solamente rimandato.