Caro energia e decoupling, di che parliamo?

Il caro energia è un problema serio e reale con il quale i cittadini sono costretti ad avere a che fare. Una delle soluzioni che potrebbe mettere in campo l’Unione Europea è il decoupling. Ma di che parliamo?

Due strade contro il caro energia

È inutile girarci intorno: sono stati e saranno mesi difficili in Europa. E la colpa è da imputare alla necessità di intervenire nel modo giusto all’interno del mercato energetico per quel che concerne il caro energia. I consumatori e le aziende si stanno trovando davanti a bollette incredibili da pagare, come conseguenza della crisi iniziata lo scorso anno e peggiorata dalla reazione della Russia alle sanzioni imposte.

È importante non chiudere gli occhi davanti alle problematiche: il nostro paese potrebbe trovarsi anche davanti a un potenziale blocco di vendita dell’elettricità. Questo ci porta a chiederci quale possa essere la soluzione, di stampo europeo, adatta ai nostri problemi. Sembrano essere due le possibili strategie da attuare: la prima quella del price cap, ovvero il tetto del prezzo al gas importato.  In questo caso, sebbene la misura sarebbe temporanea, troverebbe l’appoggio di una buona parte degli Stati membri.

E poi vi è per l’appunto il decoupling che ora tenteremo di comprendere. In poche parole si tratta del disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia su i mercati all’ingrosso. Parliamo di un tema che in Europa si è già discusso più volte: come ricordiamo il problema della crescita dei prezzi delle materie prime energetiche non è nuovo ma legato alla pandemia. E si teneva in considerazione il decoupling proprio per questo motivo.

L’Italia, insieme alla Spagna, la Romania, la Grecia e la Francia aveva chiesto questa tipologia di riforma del mercato dei prezzi e altri ancora erano disposti ad accettare delle modifiche.

Impasse per le strategie di risoluzione

Il problema attuale? Ci si trova in una sorta di impasse tra le due strategie da poter attuare senza riuscire però a prendere una decisione. E il caro energia continua a mietere vittime. Non solo bollette astronomiche per i consumatori semplici ma anche spese assurde per le imprese e le attività commerciali che rischiano la chiusura se non si trova una soluzione.

Il decoupling è stato usato in questi ultimi venti anni per liberarsi dal carbone per quel che concerne la produzione energetica.  Quando si usa questo strumento l’obiettivo è quello di favorire la crescita dell’economia senza però portare ulteriore degrado nell’ambiente ed evitando uno sfruttamento esagerato delle risorse.

Tradotto in termini più strettamente economici in questi ultimi anni la transizione energetica è avvenuta proprio con il disaccoppiamento tra le emissioni di CO2 e la crescita del Pil. L’efficienza energetica è cresciuta, come il prezzo del carbone: fattore che ha favorito la dismissione dello stesso.

Cosa si vorrebbe fare ora con il decoupling? Staccare il prezzo del gas da quello dell’elettricità, evitando la crescita del prezzo di quest’ultima con il salire di quello del gas.  Bisogna però rivedere in questo caso il sistema dei prezzi. Sarà possibile?

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