Borsa Usa, maggiori controlli per le transazioni più rapide dei trader

Solitamente, quando si parla di investimenti finanziari, la parola “velocità” è sinonimo di “pericolo”: ma dal 6 maggio, giorno disastroso per la Borsa statunitense (Wall Street è riuscita addirittura a perdere mille punti in soli venti minuti), i regolatori hanno riflettuto parecchio, constatando che delle nuove regole fossero necessarie per controllare in modo migliore le transazioni a maggiore frequenza, quelle più indiziate di aver aggravato enormemente la débacle economica. Questa nuova forma di intervento consiste, in pratica, nella programmazione di ordinatori innovativi, a partire dagli algoritmi complessi, in modo da inviare gli ordini di acquisto e di vendita nel breve spazio di pochi secondi. Quello che si imputa ai trader che scambiano con più frequenza è di aver fatto lievitare le perdite del New York Stock Exchange, vendendo soprattutto tutte le loro posizioni nel momento in cui il mercato cominciava a colare a picco.


D’altro canto, Tradebot, il sistema che fornisce liquidità ai mercati azionari, e gli altri TradeWorx si stanno difendendo strenuamente da queste accuse, asserendo che i loro interventi sono benefici per il resto delle transazioni; in effetti, il vantaggio in tal senso è rappresentato da un forte apporto di liquidità e da una drastica riduzione degli scarti che esistono tra i prezzi relativi all’offerta e le domande. L’affare in questione, comunque, ripetuto diverse volte (anche milioni di volte in taluni casi), si sta rivelando, per il momento, abbastanza proficuo e interessante.

Tra l’altro, secondo il New York Times, Dave Cummings, fondatore di Tradebot, si sarebbe vantato qualche mese fa di non aver mai conosciuto un solo giorno di perdite finanziarie: la sua valutazione circa il tempo medio di una operazione finanziaria nella sua piattaforma è pari a undici secondi. Ora si attende una decisione simile anche da parte dell’Europa, la quale si sta interrogando sui rischi collegati alle transazioni a forte frequenza, in un ampio quadro di revisione della direttiva sui mercati in cui si scambiano gli strumenti finanziari.

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