Alitalia verso commissariamento e liquidazione

La situazione di Alitalia è precipitata nettamente dopo il no al referendum. E per quanto questa occasione possa essere vista come un modo di ricominciare tutto da capo, non si può far finta che la compagnia non sia sulla soglia del commissariamento e d una eventuale liquidazione.

Il piano messo a punto dai soci, grazie all’aiuto dei consulenti per quanto richiedesse qualche sacrificio era senza dubbio qualcosa di molto buono rispetto a quello che si profila essere ora il futuro dell’Alitalia: un 8% di decurtazione dello stipendio, 1700 persone in mobilità per due anni o senza rinnovo del contratto a termine rappresentano quasi una situazione paradisiaca rispetto allo spettro di un taglio del 60% del personale e la svendita al miglior offerente della compagnia aerea, sempre che si sia fortunati. Perché per quanto sia crudele vi è anche la possibilità di una svendita dei vari assetti di Alitalia.

Gli investitori, ed in particolare le banche, con la CAI hanno deciso che mancando la collaborazione dei lavoratori sarebbero mancate le condizioni per la ricapitalizzazione. E lo Stato, ovviamente, non intende investire soldi che non ha e che non può permettersi in una nazionalizzazione per salvare i privilegi di pochi.

Cosa accadrà ora lo si potrà verificare solo con il verificarsi dei consigli di amministrazione delegati e con il passare delle giornate. Quel che è certo è che investire in Alitalia potrà rivelarsi conveniente, per chi potrebbe avere mire a comprarla, solo quando la situazione si sarà chiarita e si presenteranno le condizioni giuste, le quali difficilmente faranno rima con il benessere del personale che ha perso la sua occasione.

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