Eurotech, società quotata in Borsa a Piazza Affari, e leader nei prodotti, nelle tecnologie e nei sistemi embedded, è diventata ufficialmente “STI”, Solution Technology Integrator, per il colosso americano del networking Cisco Systems; in questo modo Eurotech potrà andare a sfruttare i componenti del colosso americano del networking al fine di poter creare per il mercato dei trasporti delle soluzioni competitive. Secondo quanto dichiarato dal responsabile marketing di Cisco Government Systems and Solutions Group, Tony Jeffs, Eurotech potrà incorporare grazie all’accordo importanti soluzioni tecnologiche Cisco nei propri Mobile Access Router. Allo stesso modo il CTO di Eurotech in Nord America, Arlen Nipper, ha posto l’accento sul fatto che l’accordo consentirà di capitalizzare le relazioni di lunga durata con Cisco Systems andando ad incrementare ancora di più la qualità ed il valore che Eurotech potrà offrire ai committenti ed ai clienti che sono alla ricerca di soluzioni all’avanguardia.
Fiat Industrial: via libera alla negoziazione dei titoli
Le azioni Fiat Industrial S.p.A., sia ordinarie, sia di risparmio e privilegiate, sono state ammesse alla negoziazione sull’MTA, il Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A.. A darne notizia è stata proprio la stessa Fiat S.pA. dopo che in data odierna, lunedì 13 dicembre 2010, Borsa Italiana S.p.A. ha ammesso i titoli alle negoziazioni sull’MTA con il provvedimento numero 6870. Gli sponsor, sempre in accordo con la nota ufficiale emessa dalla multinazionale automobilistica, sono Banca IMI S.p.A. e UniCredit Bank AG, Succursale di Milano, mentre per quel che riguarda la data di inizio delle negoziazioni seguirà, sempre da parte di Borsa Italiana, un apposito avviso. L’avvio delle negoziazioni, infatti, è subordinato alla stipula dell’atto di scissione parziale proporzionale ed all’iscrizione dello stesso presso l’Ufficio del Registro delle Imprese competente.
Dai bond giapponesi segnali preoccupanti sulla deflazione
Otto anni sono indubbiamente un arco di tempo piuttosto lungo, eppure i giapponesi dovranno guardare al 2018 con trepidazione: si tratta infatti delle nuove prospettive per quel che concerne la fine dell’attuale deflazione, dopo che le previsioni di Bank of Japan, l’istituto di credito centrale della nazione nipponica, e le spese pari a 35 trilioni di yen hanno provocato degli scossoni importanti nel mercato obbligazionario, dove gli investitori si attendono appunto altri otto anni di prezzi in discesa. Sono soprattutto le obbligazioni che sono state progettate per proteggere questi soggetti dall’inflazione che hanno mostrato i segnali più importanti; in particolare, è emerso come i prezzi in questione siano destinati a un ribasso pari allo 0,6% nei prossimi cinque anni, mentre il ritmo scende allo 0,4% annuo se si guarda al 2018.
India: obbligazioni congelate dalle vicende americane ed europee
La frenata è stata brusca e improvvisa, ma comunque motivata: l’India si è vista costretta a rallentare in maniera considerevole le vendite di obbligazioni, alla luce del recente taglio fiscale operato dal presidente americano Barack Obama e della crisi del debito sovrano in Europa. In effetti, sono stati proprio questi due fattori a guidare i costi relativi all’indebitamento nazionale ai loro livelli massimi da quattro mesi a questa parte. In particolare, le piazze finanziarie sono state caratterizzate dal rinvio della vendita di ben 500 milioni di dollari in bond da parte di Rural Electrification Corp., la compagnia statale specializzate in prestiti per progetti infrastrutturali; il motivo addotto è quello delle avverse condizioni di mercato, una giustificazione utilizzata anche da Union Bank of India per quel che concerne il suo debito in franchi svizzeri.
Depositi vincolati e pronti contro termine CheBanca!
Possono essere a tre, sei oppure dodici mesi, hanno una bassa soglia di ingresso, pari ad appena 100 euro, e gli interessi vengono riconosciuti in anticipo. Sono queste le principali caratteristiche dei “Depositi Vincolati” di CheBanca! per chi ha aperto il Conto Deposito della Banca per le famiglie e per le imprese del gruppo Mediobanca. A fronte di una tassazione sugli interessi del 27%, i Depositi Vincolati con CheBanca! si possono comunque svincolare in qualsiasi momento a fronte della restituzione degli interessi pagati in anticipo e della maturazione degli interessi al tasso base previsto in quel dato momento; i Depositi Vincolati di CheBanca! godono delle sicurezze e delle garanzie offerte dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Piazza Affari: esordio per l’Etn iPath di Barclays
La storia degli Etn come investimento finanziario è relativamente breve: la prima quotazione risale infatti al 12 giugno di 2006 grazie a Barclays, vera e propria leader in tale comparto, che da quel momento sta cercando di espandersi in maniera progressiva. Il debutto di questi giorni presso Borsa Italiana di questo specifico strumento è una conferma importante dell’interesse crescente nei confronti degli Exchange Traded Notes: la firma è sempre la medesima e inconfondibile, quella della britannica Barclays, la quale ha deciso dunque di mettere a disposizione il suo secondo prodotto destinato al nostro paese. La struttura è quella tipica, visto che l’Etn altro non è che un titolo di debito non subordinato e quotato appunto da un istituto di credito; la sua caratteristica conformazione consente agli investitori di accedere ai rendimenti dei vari indici di mercato, usualmente collegati a una strategia benchmark.
Cacao, futures in declino a causa delle vicende politiche ivoriane
Le meraviglie del cacao rimangono per il momento confinate ai tempi di “Indietro tutta” e della celebre canzone televisiva: la commodity alimentare, infatti, ha subito un pesante ribasso nel corso delle ultime contrattazioni di Londra, il livello più basso degli ultimi venti mesi. Si è trattato, quindi, di una brusca frenata, provocata, in particolare, dalla speculazione imperante, fenomeno agevolato dalle travagliate elezioni che si sono tenute in Costa d’Avorio, il maggior produttore al mondo del prodotto in questione. Gli effetti sono stati minimi sull’output, mentre lo zucchero è riuscito invece ad avanzare a New York. Le previsioni, in tal senso, sono piuttosto eloquenti: la produzione di cacao nel continente africano dovrebbero calare del 6,7%, assestandosi a quota 2,6 milioni di tonnellate all’anno, almeno secondo una stima effettuata da Abn Amro.
Edison: apertura di credito con la BEI
Edison e la BEI, Banca europea per gli investimenti, hanno siglato un accordo di finanziamento, senza garanzie, consistente nell’apertura di una linea di credito, pari a complessivi 250 milioni di euro, finalizzata all’aumento della capacità di stoccaggio del gas. A darne notizia è stata la stessa Edison nel precisare come la linea di credito, anche in più tranche, sia utilizzabile entro un periodo pari a quattro anni, e come per ogni utilizzo la scadenza può arrivare fino a quindici anni con tasso fisso o variabile ed un preammortamento di durata fino a quattro anni. Secondo quanto messo in risalto proprio da Edison con un comunicato ufficiale, la concessione del finanziamento senza garanzie dimostra l’apprezzamento della Banca europea per gli investimenti in merito alla qualità del progetto industriale che la società sta portando avanti nel campo della sicurezza energetica.
Bnp Paribas: grande successo per il fondo Clean Energy
Bnp Paribas ha intenzione di confermare il suo amore per la natura e per gli investimenti cosiddetti “verdi”: una grossa mano in questo senso viene offerta sicuramente dal suo fondo Clean Energy, il quale può vantare un ottimo successo tra gli investitori istituzionali con oltre 437 milioni di euro di raccolta. C’è da dire, per la precisione, che il comparto della banca francese che si occupa di operazioni a carattere ambientale è Bnp Paribas Clean Energy Partners GP: si tratta della conseguenza principale della forte richiesta di infrastrutture per l’energia pulita. Qual è il funzionamento esatto di questo specifico strumento? In pratica, l’intento principale è quello di ottenere un profilo di rischio e di rendimento che sia piuttosto solido, con degli investimenti attivi, flussi di cassa sottostanti e una continua valorizzazione del capitale aziendale nel corso degli anni.
Dubai: rally dei bond islamici grazie ai progetti per Qatar 2022
È un vero e proprio boom quello di cui sono stati protagonisti i bond islamici di Dubai nel corso di questa settimana: i Sukuk del Golfo Persico (i certificati di investimento che sono conformi alla legge della Sharia) hanno infatti arginato le perdite accumulate negli ultimi dieci mesi, visto che Standard & Poor’s ha provveduto a rivedere l’outlook di DP World, alla luce dell’ultima trionfale candidatura del Qatar in qualità di paese organizzatore della coppa del mondo di calcio nel 2022. I rendimenti medi di tali prodotti hanno comunque ceduto lo 0,13% ieri, ma le altre stime sono piuttosto incoraggianti: i bond di DP World renderanno il 6,25% in relazione alla scadenza di luglio 2017, mentre si è anche assistito a una interessante crescita da parte dei Sukuk venduti dal governo indonesiano e da quello malese.
Kinexia: impianto fotovoltaico Recanati completato
A Recanati, in Provincia di Macerata, sono stati ultimati i lavori riguardanti un impianto di produzione di energia pulita con il fotovoltaico avente un controvalore pari all’incirca a 2,7 milioni di euro, ed una potenza installata cumulata pari a circa 1 MW. A darne notizia è stato il Gruppo Kinexia S.p.A. con un comunicato ufficiale nel precisare al riguardo come i lavori siano stati ultimati attraverso Volteo Solar S.p.A., una società controllata, e come il parco fotovoltaico, finanziato dalla società Unicredit Leasing, rientri in un pacchetto conto terzi di cinque commesse che sono state acquisite dalla società quotata in Borsa a Piazza Affari il 14 aprile scorso; in particolare, tutti gli impianti fotovoltaici da realizzare hanno una potenza complessiva pari a 2,7 MW, si trovano tutti nella Regione Marche, e saranno tutti ultimati entro il 31 dicembre 2010.Source guarda ai Bric per il lancio dei tre nuovi Etf
Gli Etf sono senza dubbio una delle prerogative principali di Source, l’emittente specializzata proprio in questo tipo di prodotti: l’onda da cavalcare nel momento attuale è quella delle nazioni Bric (Brasile, Russia, India e Cina), dunque la holding londinese ha deciso di puntare con decisione sulle più vivaci piazze emergenti, proponendo tre nuovi Exchange Traded Fund, i quali andranno a osservare da vicino le performance degli indici Msci (Brazil, China e India per la precisione). La gamma di Source era già piuttosto ampia, pertanto sorge spontanea una domanda: qual è il motivo dell’introduzione di tali strumenti? La firma della società britannica era stata apposta da tempo su Etf collegati ai mercati emergenti (si tratta dell’Msci Emerging Markets e dell’Rdx, il quale è relativo all’andamento dell’economia russa), a questo punto, invece, i clienti interessati potranno essere esposti su un’area geografica ancora più allargata, sfruttando i rally dei paesi Bric.
State Street, in vendita undici miliardi di titoli ipotecari
Nell’ideale podio delle maggiori banche depositarie a livello internazionale, State Street Corporation occupa un importante terzo posto e già questo dato fa comprendere il suo rilievo: anche l’ultima operazione finanziaria posta in essere dalla compagnia di Boston ha assunto dimensioni notevoli, visto che si tratta della vendita di ben undici miliardi di dollari di titoli ipotecari ed altri assets. Questo tipo di movimentazione si verifica soprattutto quando le aziende si sono accordate con i regolatori per attenuare i regolamenti alla base del capitale. In effetti, tale cessione dovrebbe ridurre i profitti dagli attuali 350 milioni di dollari; l’annuncio non poteva non avere conseguenze e infatti le azioni della stessa State Street hanno perso 3,4 punti percentuali a Wall Street.
Amplifon perfeziona acquisto NHC Group Ltd
Via libera all’acquisto, da parte di Amplifon, del 100% del capitale sociale di NHC Group Ltd. A darne notizia in data odierna, venerdì 10 dicembre 2010, è stata proprio la società italiana quotata in Borsa nel rendere noto alla comunità finanziaria come i costi inerenti l’operazione siano stati coperti, per una quota pari a 70 milioni di euro, quali costi di transazione, attraverso un’operazione di aumento di capitale riservato, ed i 460 milioni di dollari australiani, pari al controvalore dell’operazione, attraverso un finanziamento bancario. Con l’acquisizione del Gruppo NHC, Amplifon ha così rilevato una società che è strategica per lo sviluppo del proprio business societario; questo perché NHC può vantare su circa 200 negozi in India, Nuova Zelanda e Australia per quel che riguarda la commercializzazione di soluzioni per l’udito; nei mercati in cui opera NHC l’area geografica non risulta ancora essere pienamente presidiata, ragion per cui sono ampi i margini e le potenzialità di crescita per il futuro.