La recente crescita del rame può definirsi da record: la speculazione ha sicuramente favorito il progressivo recupero di questa materia prima, a tutto beneficio dei contratti futures che ne osservano da vicino le performance, ma si tratta di un rally che dovrebbe continuare anche nel 2011. Tra l’altro, in queste specifiche quotazioni si inserisce anche una questione valutaria, visto che il franco svizzero ha subito un brusco declino nello stesso periodo. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, occorre sottolineare come il rame abbia guadagnato 0,7 punti percentuali, espandendo la propria crescita fino a un +27% totale nel 2010, mentre la divisa elvetica si è deprezzata dello 0,4% nei confronti dell’euro. Secondo Michael Smedley, manager presso la Morgan Meighen & Associates di Toronto, il continuo avanzamento dei metalli di base dimostra la forza della crescita economica internazionale, oltre al tortuoso business relativo alle scorte.
Ubi Banca: nessun rimborso per tre strumenti in circolazione
Non può che definirsi un brutto colpo quello che sta per essere riservato ai detentori di tre strumenti che fanno capo a Ubi Banca: il gruppo bergamasco ha infatti intenzione di non provvedere ad alcun tipo di rimborso per quel che riguarda questi specifici prodotti, ancora in circolazione, identificabili con codici Isin ben distinti (XS0123998394, XS0108805564 e XS0131512450) e per un ammontare totale di oltre 453 milioni di euro. Che cosa è successo di preciso? L’indiscrezione giunge direttamente da Teleborsa, secondo la quale il patrimonio complessivo deve essere allineato con urgenza alle nuove regole che sono state dettate da Basilea 3; inoltre, la stessa Unione delle Banche Italiane ha voluto mantenere un atteggiamento sostanzialmente prudente, visto che gli strumenti a cui ci stiamo riferendo hanno lo svantaggio di una onerosità piuttosto alta, fattore a cui non corrisponde una adeguata computabilità dal punto di vista prospettico.
Tokyo Electric Power, possibile ritorno ai bond in dollari
Giugno 1997: sono passati esattamente tredici anni e mezzo dall’ultima volta in cui Tokyo Electric Power Company è stata in grado di vendere obbligazioni denominate in dollari, ma finalmente sembra giunto il momento propizio, visto che la debole domanda di questi prodotti finanziari ha tagliato di fatto l’offerta di quelli denominati in yen. Si tratta, è bene precisarlo, della maggiore compagnia energetica di tutto il Giappone, la quale sta vivendo questa particolare situazione a causa delle ultime politiche attuate dalla banca centrale nipponica; in effetti, i tassi di interesse di quest’ultima hanno condotto il rendimento medio dei titoli quinquennali al rating di AA, una valutazione comunque al di sotto del debito governativo, ma soprattutto un evento che non si verificava da almeno cinque anni. In tal modo, le vendite di bond di Tepco sono calate di circa trenta miliardi di yen nel corso di quest’anno. Inoltre, c’è da precisare che le cessioni di debito quotato in yen da parte delle compagnie internazionali sono riuscite a conquistare un importante vantaggio nei confronti del resto delle altre offerte.
Biomasse: K.R.Energy cede partecipazione in GWT GmbH
La holding di partecipazioni K.R.Energy, quotata in Borsa a Piazza Affari, ha perfezionato l’operazione di cessione per quel che riguarda la partecipazione posseduta in GWT GmbH, una società di diritto tedesco operante nella progettazione di impianti a biomasse e nel trattamento delle acque. A darne notizia è stata la società quotata a Piazza Affari sottolineando come l’operazione di cessione sia avvenuta per il fatto che per il Gruppo tale partecipazione, e l’attività in cui opera GWT GmbH, non è più ritenuta strategica per il business societario. La partecipazione in GWT GmbH, pari al 75%, è stata ceduta da K.R.Energy, attraverso la Tolo Energia S.r.l., interamente controllata, alla merchant bank di diritto anglosassone Euro-IB Ltd. Il corrispettivo dell’operazione, a favore di K.R.Energy, è pari a 2,1 milioni di euro, e sarà pagato entro un termine di trenta giorni dalla data di approvazione del bilancio di GWT GmbH al 31 dicembre prossimo.
Autogrill si rafforza in Nord America
Nella giornata di ieri, giovedì 23 dicembre 2010, il leader della ristorazione autostradale e aeroportuale Autogrill ha annunciato un nuovo rafforzamento nell’area del Nord America sia attraverso il rinnovo di concessioni, sia attraverso l’acquisizione di nuovi contratti. In particolare, attraverso la propria controllata HMSHost, divisione che opera negli States, il Gruppo Autogrill ha acquisto due nuovi contratti presso gli aeroporti di Sacramento e di San Francisco, mentre nel Canada sono state rinnovate le concessioni possedute presso lo scalo di Toronto. Nel dettaglio, presso il San Francisco International Airport della California HMSHost ha stipulato un contratto della durata pari a dieci anni, fino al 2021, per la gestione aeroportuale dei servizi retail e di ristorazione a fronte di una generazione di ricavi che nel periodo viene stimata per oltre 80 milioni di dollari americani.
Biesse presenta il nuovo Piano Industriale
Investimenti mirati a sostegno dei nuovi progetti di sviluppo; ma anche una crescita delle quote di mercato e dei ricavi consolidati, unitamente ad utili e margini in recupero, nonché un cashflow positivo a fronte di una solida struttura patrimoniale e finanziaria. Sono queste, in estrema sintesi, le linee guida principali del nuovo piano industriale triennale 2011-2013 del Gruppo industriale, quotato in Borsa a Piazza Affari, approvato martedì scorso dal Consiglio di Amministrazione. Secondo quanto dichiarato da Roberto Selci, Presidente di Biesse, a conclusione del CdA, la società stima per il 2011 di tornare a conseguire un risultato netto positivo a fronte di un percorso virtuoso per quel che riguarda la riduzione dell’indebitamento. Intanto il CdA ha altresì ratificato l’accordo sul prolungamento della cassa integrazione straordinaria, la cui partenza è fissata per il prossimo 11 gennaio 2011, durerà dodici mesi, e coinvolgerà un numero di dipendenti inferiore al 44% circa rispetto all’esercizio di bilancio in corso.
Fotovoltaico: Kinexia fissa gli obiettivi 2011
Giro d’affari a 70 milioni di euro con un Ebitda a 15 milioni di euro, ed un Ebit a 7,2 milioni di euro; il tutto a fronte, tenendo conto delle nuove autorizzazioni di impianti acquisite, di una maggiore focalizzazione nel settore del fotovoltaico. Sono questi, in estrema sintesi, gli obiettivi economici e di business del Gruppo Kinexia, quotato in Borsa a Piazza Affari, per il 2011 che sono stati approvati nella giornata di ieri, mercoledì 22 dicembre 2010, dal Consiglio di Amministrazione. Sul business totale nel 2011 il fotovoltaico raggiungerà per il Gruppo Kinexia un peso pari all’incirca al 60%; questo, nello specifico, grazie ai parchi fotovoltaici, in corso di ultimazione, ad Aprilia e Ostuni, ed alle autorizzazioni che sono state acquisite in Provincia di Latina, e che portano nel Lazio la potenza complessiva cumulata a 40 MW. Kinexia opera anche nel comparto del biogas e nel teleriscaldamento, mentre per l’inizio del 2012 Kinexia stima di ultimare a Cirò, in Provincia di Crotone, un parco eolico avente una potenza complessiva pari a 30 MW.
L’ExtraMot serve un Plain Vanilla dai sapori francesi
L’ExtraMot è il sistema di negoziazione di Borsa Italiana in cui sono quotati gli strumenti obbligazionari: oggi gli scambi sono molto più intensi, visto che sono state emesse ben dieci nuove obbligazioni che beneficiano della caratteristica del tasso fisso. Volendo essere più precisi, poi, ci sono altri dettagli da sottolineare, come ad esempio il fatto che questi bond andranno a “rimpolpare” il segmento Plain Vanilla, vale a dire quello che identifica le negoziazioni standard. Inoltre, saranno due i sistemi utilizzati per il relativo regolamento, Euroclear e Clearstream, con il termine di liquidazione che è stato fissato il terzo giorno successivo alla data di stipulazione dei contratti di compravendita. Analizziamo, ora, ogni singolo prodotto. Un tratto comune di tali obbligazioni è l’origine francese delle società emittenti.
Unipol: incorporazioni e novità nel ramo assicurativo
L’ultima fusione che ha coinvolto Unipol dovrebbe riservare delle novità importanti per quel che riguarda gli investimenti finanziari: in effetti, il gruppo finanziario bolognese si è reso protagonista di una fondamentale incorporazione, vale a dire quella del segmento Navale Assicurazioni, un’operazione che è stata resa possibile dal via libera concesso dall’Isvap. La fusione in questione, la quale conferma la predilezione della spa emiliana per l’ambito assicurativo, comincerà a produrre i suoi primi effetti a partire dai primi giorni del 2011. Quali prospettive vi sono in questo senso?
Threadneedle, ecco le previsioni del risparmio gestito per il 2011
Il 2011 sarà un anno caratterizzato, dal punto di vista degli investimenti finanziari, da una crescita globale non molto intensa, in particolare nei principali mercati emergenti: la previsione è stata resa pubblica da Threadneedle, la compagnia britannica specializzata in servizi finanziari e di gestione degli assets, dunque si tratta di una fonte attendibile e dotata di un’ottima esperienza in questo campo. L’interesse maggiore, sempre secondo la società di Swindon, andrà in direzione dei mercati in cui si scambiano titoli azionari, molto più appetibili in fatto di rendimenti rispetto alle obbligazioni di tipo governativo. Come ci si deve comportare, dunque, di fronte a questo nuovo anno che non si presenta sotto una luce molto incoraggiante?
Sedex: Ubs si propone con gli Index Express Certificates
La giornata di ieri è stata decisiva per il lancio di un’interessante novità per quel che riguarda l’universo dei certificati di investimento: il Sedex e Borsa Italiana sono stati il luogo prescelto in questo senso, mentre l’emissione è stata curata interamente dall’elvetica Ubs. La denominazione del prodotto in questione è molto significativa e fa intendere parecchie caratteristiche, visto che si tratta dell’Index Express Certificate, strumento che andrà ad osservare da vicino le performance dell’indice Eurostoxx 50, il principale tra gli indici del Vecchio Continente. Anzitutto, c’è da precisare che il codice Isin è DE000UB8WGG3, mentre la tipologia e la struttura saranno le solite dell’Index Express.
Trading online con Unicredit
La piattaforma è sia semplice, sia pratica e sicura, al fine di poter andare ad investire sui principali strumenti finanziari. Si presenta così il trading online di Unicredit per chi è correntista del Gruppo bancario europeo, ed ha attivato il servizio di Banca via Internet. Senza alcun canone aggiuntivo, e con commissioni ridotte rispetto a quelle applicate in filiale, con il trading online di Unicredit si possono comprare e vendere azioni, obbligazioni ed altri titoli sul circuito di Borsa italiana, ma anche con estensione della negoziazione sugli altri principali mercati internazionali a fronte dell’applicazione a carico del correntista di canoni vantaggiosi. L’operatività offerta è in completa autonomia non solo con Internet, ma anche con il palmare ed il telefono; per i trader più evoluti c’è inoltre la possibilità di poter andare a sottoscrivere anche il pacchetto denominato “Money Trading Advanced“.
Risparmio e investimenti: aumentano le attività finanziarie delle famiglie
Nel secondo trimestre del corrente anno in Italia le attività finanziarie delle famiglie sono cresciute dello 0,9%, su base annua, raggiungendo un controvalore pari a ben il 228,4% del prodotto interno lordo nazionale. A rilevarlo è stata l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, nel suo Outlook Mensile del mese di dicembre 2010, da cui è emersa una crescita, spesso sostenuta, degli investimenti più “sicuri” e tradizionali. In particolare, nel trimestre preso in considerazione, c’è stata una crescita del 10,3% per quel che riguarda i fondi pensione, il trattamento di fine rapporto (Tfr) ed i prodotti del ramo vita per un controvalore che, sul totale dei risparmi e degli investimenti delle famiglie, passa dal 16% al 17,5%. Aumentano nel trimestre, anche se solo dello 0,8%, i depositi bancari, le monete ed i biglietti per una quota percentuale pari a ben il 30,6%, mentre balzano del 15,1% su base annua le quote di Fondi Comuni di Investimento per una percentuale di possesso sul totale pari al 5,3%.
Natexis e Jp Morgan sono pronti ad offrire fondi monetari
Il mercato dei fondi comuni di tipo monetario, vale a dire quegli strumenti in cui il denaro ceduto viene usato per l’acquisto di titoli di Stato nazionali o esteri, aveva bisogno di una fresca ventata di novità: quest’ultima è arrivata finalmente con una offerta congiunta, visto che sia JP Morgan Chase, società globale di servizi finanziari con oltre novanta milioni di clienti a disposizione, che Natixis, banca francese di investimento (la sede centrale si trova a Parigi, mentre i due azionisti di riferimento sono Banque Populaire e Groupe Caisse d’Epargne), nonché controllata della prima, sono pronte a lanciare sul mercato di riferimento questi specifici prodotti. C’è un intento ben preciso in questo senso, dato che si vuole riconquistare in qualche modo la fiducia dei risparmiatori, sempre più intimoriti dagli effetti provocati dalla crisi globale e intenzionati a ricominciare dall’inizio per quel che concerne l’allocazione dei loro capitali.