La crisi c’è ancora, solo che muta. Prima, in America, era la crisi dei mutui subprime; poi da crisi economica è diventata una crisi finanziaria. Successivamente si è trasformata in una crisi occupazionale, e si pensava, a torto, che da lì poi ci sarebbe stata una lenta ripresa. Ma la crisi muta, e si è trasformata da oltre un anno a questa parte nella crisi dei debiti sovrani. Ed allora, in questo scenario alquanto difficile, come se la passano le famiglie italiane in materia di risparmio e di scelte finanziarie? Ebbene, la risposta al riguardo ce la può fornire il Gruppo bancario Intesa Sanpaolo che, in accordo con un progetto in collaborazione con il Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi, ha pubblicato “Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani – 2011“, un interessante Rapporto che tasta il polso alle famiglie in uno scenario che, come sopra descritto, è ancora nonostante tutto di crisi.
Bollo titoli: Altroconsumo, aumento è confisca di Stato
Continua a suscitare aspre critiche la decisione del Governo, con la manovra finanziaria triennale di correzione dei conti pubblici, di aumentare a dismisura l’imposta di bollo sul deposito titoli bancario. Ad esempio, secondo Altroconsumo più che di aumento del bollo si può tranquillamente parlare di una sorta di confisca di Stato. Nel migliore dei casi per il solo bollo titoli in banca si pagheranno ben 120 euro all’anno che incideranno e non poco sui piccoli patrimoni, quelli che per intenderci hanno in banca, ad esempio, 10 mila euro o poco più, magari proprio investiti in Buoni Ordinari del Tesoro (Bot). A regime, inoltre, per i patrimoni sopra i 50 mila euro, il bollo sul deposito titoli balzerà a ben 380 euro. Adesso, probabilmente nei prossimi giorni, vedremo se questo inasprimento della tassazione indiretta sul risparmio sarà alleggerito oppure sarà mantenuto.
Cariparma: il conto di deposito cresce nel tempo
Un iniziale rendimento semestrale dell’1,75% che poi cresce fino al 4% alla scadenza: descritto in questo modo, il conto di deposito di Cariparma Crédit Agricole si presenta come uno strumento innovativo e appetibile, sicuramente alla portata di molti soggetti. Cerchiamo allora di conoscerlo meglio, così da comprendere i lati positivi e gli eventuali svantaggi. La denominazione ufficiale è quella di Crescideposito Più. Il ritorno economico, come già descritto, tende a crescere nel corso della durata del prodotto, ma lo stesso gruppo emiliano ha voluto porre dei paletti in tal senso: in effetti, il deposito in questione è adatto a quei clienti che sono in grado di garantire una disponibilità liquida di almeno 25mila euro. Solo a quel punto scattano tutti i benefici collegati, come ad esempio gli interessi che sono messi a disposizione ogni tre mesi e il premio della fedeltà. Le innovazioni dunque non mancano e, come precisato dagli stessi vertici dell’istituto di credito, la gamma dei prodotti di risparmio può finalmente considerarsi completa e più esauriente; in pratica, le tre parole d’ordine sono liquidità, rendimento e gratuità.
Wall Street: Goldman Sachs prepara una nuova serie di bond
Sono davvero molte le banche di Wall Street che si stanno avventurando nell’emissione obbligazionaria: i 3,7 miliardi di dollari relativi a tali bond si riferiscono in gran parte a Goldman Sachs, ma non bisogna dimenticare nemmeno Citigroup, Wells Fargo e JPMorgan Chase. In particolare, questi strumenti finanziari sono collegati al settore del real estate e confermano lo spread attualmente esistente tra le economie europee e quella americana. Le vendite commerciali di questi istituti potrebbero ammontare a oltre dieci miliardi di dollari nel terzo trimestre di quest’anno, anche perché il segmento relativo ad hotel, uffici e centri commerciali è in costante espansione da questo punto di vista. I principali titoli sono in grado di rendere 209 punti base al di sopra del ritorno economico del Tesoro, secondo le ultime rilevazioni di Barclays: a giugno questo stesso spread era pari a 227 punti base, una conseguenza immediata del blocco operato dalla Federal Reserve di New York per quel che concerne le emissioni immobiliari, nello specifico dei prodotti che erano stati acquisiti per il salvataggio dell’American International Group, celebre gruppo assicurativo americano.
Amundi: Etf incentrati su Europa, Asia e America Latina
L’indice francese Cac 40, l’Eurostoxx Small Cap, l’Msci Em Latin America e l’Msci Em Asia: sono questi i riferimenti scelti da Amundi Investment Solutions per lanciare presso Borsa Italiana i suoi nuovi Exchange Traded Fund azionari. L’inizio delle negoziazioni avverrà ufficialmente nel corso della giornata di domani, dunque gli investitori interessati dovranno monitorare il comparto EtfPlus. Che tipo di offerta ha approntato la compagnia francese? Detto che la valuta di denominazione sarà l’euro, cerchiamo di capire i punti di contatto e le differenze tra questi quattro prodotti: anzitutto, il differenziale massimo di prezzo sarà compreso tra l’1% (per quel che concerne il Cac 40) e il 2% (entrambi gli indici Msci), mentre il maggior numero di titoli spetta all’Etf collegato al riferimento transalpino, visto che si tratta di oltre quattordici milioni di unità. Molto variegate, poi, sono le commissioni totali annue: il Cac 40 e l’Eurostoxx vantano infatti, rispettivamente, un Ter pari allo 0,25% e allo 0,3%, percentuali più basse rispetto agli strumenti collegati agli indici Msci (0,45%).
Thailandia: nuovi vantaggi dalle regole sui sukuk
La Thailandia potrebbe diventare una delle maggiori nazioni della finanza islamica grazie al crescente interesse delle proprie compagnie, le quali stanno appunto optando per i sukuk, i bond conformi alla legge della Shariah: si tratta di una interessante opportunità di investimento, ma prima di ritenerla tale sarà necessario adeguare regole e regolamenti relativi ai finanziamenti di base. La commissione che si occupa di borsa e finanza è dunque pronta a emendare una legge che consentirà allo stato asiatico di vendere e scambiare tali titoli obbligazionari: la bozza sta per essere approntata dal Consiglio di Stato e dovrà poi essere sottoposta al Gabinetto per l’approvazione ufficiale. Sono soprattutto gli investitori mediorientali a interessarsi del continente asiatico, un modo di collegare business e operazioni tra il mondo in questione e quello arabo.
Investimenti fotovoltaico: ecco la joint venture 3Sun
Si chiama 3Sun, ed è un’azienda, nel catanese, che si candida a diventare uno dei player internazionali nel settore della produzione di moduli fotovoltaici. Trattasi, nello specifico, di una joint venture paritetica largamente annunciata nei mesi scorsi, e che vede scendere in campo Sharp, STMicroelectronics ed Enel Green Power per quella che è la più grande fabbrica italiana specializzata nella produzione di pannelli fotovotaici che saranno destinati non solo al mercato italiano, ma anche in Europa, Africa e Medio Oriente. 3Sun è l’azienda di grandi dimensioni che mancava al nostro Paese e che sinora, spesso, aveva portato molte società italiane della filiera del fotovoltaico ad acquistare i pannelli all’estero.
Titoli di Stato Italia: attacco al debito pubblico
E’ in atto, a carico del nostro Paese, purtroppo, un attacco speculativo su scala internazionale sia sul debito pubblico, sia sull’azionario. Dopo il tonfo di venerdì scorso, anche oggi, lunedì 11 luglio del 2011, Piazza Affari cede sotto i colpi delle vendite sui titoli ad elevata capitalizzazione, così come i titoli di Stato sul MOT, a partire da quelli a lunga scadenza, sono in affanno. E allora, cosa sta succedendo? Dopo Grecia, Irlanda e Portogallo, adesso Spagna e Italia sembrano essere entrate ufficialmente nell’occhio del ciclone a causa sia di criticità strutturali di cui soffrono sia l’economia nazionale, sia quella iberica, sia dell’instabilità a livello politico. Proprio l’Italia in questo momento si trova in una fase di stallo a livello politico che i cittadini rischiano di pagar caro. Non a caso neanche le opposizioni in questi ultimi giorni parlano di dimissioni del Premier e di elezioni anticipate, in quanto sono consce del fatto che si lascerebbe in mano il nostro Paese alla speculazione degli hedge funds.
Telecom Italia: Matrix S.p.A., via libera a scissione parziale
Giovedì scorso, 7 luglio del 2011, a Milano si è riunito il Consiglio di Amministrazione del colosso italiano delle telecomunicazioni Telecom Italia; nel corso della riunione, tra l’altro, sotto la presidenza di Franco Bernabè, il Consiglio di Amministrazione della società ha dato il via libera all’operazione di scissione parziale di una società controllata al 100%, la Matrix S.p.A.. Nel dettaglio, l’operazione prevede, a favore della società beneficiaria, Telecom Italia S.p.A. appunto, il trasferimento del ramo d’azienda “Market & Technology Captive“. In questo modo, in accordo con quanto spiega la società quotata in Borsa a Piazza Affari con un comunicato, viene completato quell’iter approvativo che è stato approvato il 5 maggio del 2011, e reso noto alla comunità finanziaria il giorno successivo; Telecom Italia stima che il processo di scissione possa concludersi entro il terzo trimestre del corrente anno.
Investimenti energie rinnovabili per Pirelli Ambiente ed Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo da un lato, e Pirelli Ambiente dall’altro, hanno annunciato l’ingresso in un progetto che, avente una portata internazionale, prevede investimenti nelle energie rinnovabili. Nel dettaglio, Pirelli Ambiente ed il Gruppo bancario Intesa Sanpaolo sono entrate nel capitale di una società veicolo, la GWM Renewable Energy II, con una quota pari rispettivamente al 16,87% ed al 12,5%. Ad oggi, in accordo con una nota, la GWM Renewable Energy II possiede potenza fotovoltaica, in Italia ed in Spagna, per ben 42 MW ed oltre 222 MW di eolico in quattro Paesi europei. Pirelli Ambiente ha acquisito il 16,87% della società veicolo attraverso la controllata Solar Utility ed a fronte di un investimento complessivo pari a 25 milioni di euro, di cui 10 milioni di euro in contanti. Per il 12,5% delle quote, a sua volta, il Gruppo bancario Intesa Sanpaolo investirà 20 milioni di euro circa.
Vietnam: cala il dong, ma crescono i bond a cinque anni
La speculazione sta investendo anche l’Asia, in particolare il Vietnam: il riferimento non può che andare ai titoli obbligazionari in scadenza tra cinque anni, i quali sono stati notevolmente influenzati dalle ultime operazioni delle banche locali, impegnate ad acquistare nuovo debito dopo che il governo ha diminuito le dimensioni dei prestiti. Il fronte valutario, invece, è stato caratterizzato dal pesante tonfo del dong, la moneta nazionale. Cerchiamo di capire meglio le dinamiche alla base di tale situazione. Gli istituti di credito di stampo commerciale hanno l’obbligo di limitare i prestiti a quelle imprese che non vengono considerate come produttive. Gli esempi più tipici in tal senso sono offerti dalle aziende che sono solite investire nei mercati azionari e in quelli immobiliari, una precisazione che è stata messa in chiaro anche dalla banca centrale vietnamita.
Il rame rallenta a causa del report Usa sull’occupazione
La caduta del rame a New York e Londra è stata tanto fragorosa quanto inattesa. Solamente pochi giorni fa, infatti, la commodity era riuscita a far registrare performance importanti, invece l’ultima settimana è stata contrassegnata da un declino che non veniva conseguito da almeno due settimane: in particolare, il calo è stato provocato dal rapporto statunitense sull’occupazione, con gli stipendi degli americani che sono cresciuti meno di quanto ci si aspettasse a giugno. Come si collegano questi due eventi? I datori di lavoro statunitensi hanno aumentato di 18mila unità la forza lavoro in questione, il dato più basso da ottobre scorso; di conseguenza, il tasso di disoccupazione ha subito un incremento a dir poco inatteso, come messo in luce chiaramente dal Dipartimento del Lavoro. Gli economisti si aspettavano un rialzo molto più consistente, ben 105mila lavoratori, e questo è stato un vero danno per gli Stati Uniti, maggior consumatore di rame dopo la Cina.
Titoli di Stato: 12-14 luglio 2011, le nuove aste
Per i titoli di Stato italiani sono in rampa di lancio, già dalla fine del corrente week-end, nuove aste di BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, e di Btp, Buoni del Tesoro Poliennali. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, ha reso noto d’aver disposto un’asta di BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, per la giornata di martedì prossimo, 12 luglio 2011, il che significa che da parte dei risparmiatori e degli investitori i titoli possono essere prenotati in asta, per lotti pari a mille euro o multipli, entro e non oltre il giorno prima, lunedì 11 luglio del 2011. Gli intermediari invece dovranno presentare le domande raccolte entro e non oltre le ore 11 del 12 luglio del 2011. I titoli in asta sono i BOT 16.07.2012, con scadenza a 367 giorni, per un controvalore pari a 6,75 miliardi di euro.
Fondi Comuni: risparmio gestito, raccolta in calo a giugno
Pollice verso, nello scorso mese di giugno del 2011, per l’industria del risparmio gestito in Italia che, in accordo con le consuete anticipazioni rilasciate da Assogestioni, ha fatto registrare una flessione della raccolta. In particolare, nel mese scorso, a fronte di un patrimonio complessivo investito pari ad oltre 441 miliardi di euro, i flussi in uscita sono stati pari a 3,1 miliardi di euro. Al 30 giugno scorso il patrimonio, per una percentuale pari al 76%, risultava essere gestito da Gruppi di Fondi italiani, mentre per il restante 24% il patrimonio in gestione faceva capo a Gruppi di Fondi Esteri. Per i Fondi Obbligazionari, i flussi in uscita sono stati pari ad un miliardo di euro; nel comparto c’è il 41% del patrimonio complessivo per un controvalore che alla fine del mese scorso era pari a ben 182 miliardi di euro.