Bollo titoli: Altroconsumo, aumento è confisca di Stato

Continua a suscitare aspre critiche la decisione del Governo, con la manovra finanziaria triennale di correzione dei conti pubblici, di aumentare a dismisura l’imposta di bollo sul deposito titoli bancario. Ad esempio, secondo Altroconsumo più che di aumento del bollo si può tranquillamente parlare di una sorta di confisca di Stato. Nel migliore dei casi per il solo bollo titoli in banca si pagheranno ben 120 euro all’anno che incideranno e non poco sui piccoli patrimoni, quelli che per intenderci hanno in banca, ad esempio, 10 mila euro o poco più, magari proprio investiti in Buoni Ordinari del Tesoro (Bot). A regime, inoltre, per i patrimoni sopra i 50 mila euro, il bollo sul deposito titoli balzerà a ben 380 euro. Adesso, probabilmente nei prossimi giorni, vedremo se questo inasprimento della tassazione indiretta sul risparmio sarà alleggerito oppure sarà mantenuto.

Ma a fronte di chi ci perde, i piccoli risparmiatori, c’è come sempre chi ci guadagna. A riguardo Altroconsumo ritiene che l’inasprimento del costo del bollo sul deposito titoli rappresenti in tutto e per tutto un grande assist, una manna per intenderci, a favore sia degli intermediari, sia dell’universo del risparmio gestito.

Secondo l’Associazione dei consumatori sono le banche e le assicurazioni che trarranno profitto da questo aumento del bollo titoli in quanto tenderanno, per ragioni di convenienza, tra l’altro poi non certe, ad orientare i risparmiatori verso quelli che Altroconsumo definisce i “prodotti della casa“. Meglio quindi le quote di Fondi Comuni, ad esempio, al posto dei Buoni Ordinari del Tesoro (Bot), oppure dei Cct e Btp, per i quali c’è la necessità di avere un deposito titoli? Non sempre chiaramente è così, ma il risparmiatore, con un bollo a 120 euro, che poi saranno 150 per i piccoli patrimoni, non ha margini di manovra e libertà di scelta con tutto quel che ne consegue.

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