Uno dei conti più interessanti che mette a disposizione attualmente il Credito Valtellinese è senza dubbio Conto inTasca: di cosa si tratta esattamente? Questo strumento consente di effettuare delle operazioni specifiche: ad esempio, si possono citare l’accredito dello stipendio, il domicilio delle utenze, la possibilità di sfruttare l’Iban per i bonifici bancari, il pagamento e il prelievo in ogni parte del mondo, gli acquisti direttamente sul web e la ricarica della carta dal web presso gli Atm e gli sportelli del gruppo in questione. Ma in che modo è possibile utilizzarla per ottenere i vantaggi migliori? Se si fa affidamento sulla rete, allora la gestione avviene comodamente online.
Borse in rosso, vola Saras grazie al rating
Avvio difficile per le Borse Euorpee che partono in profondo rosso incrementando le perite nelle prime ore e sfiorando percentuali da paura; gli investitori risentono dei dati in uscita oggi e si attende la doppia conferenza stampa di questa sera degli esponenti della BCE per capire se l’ottava potrà prendere una direzione diversa. La discussione in tarda serata sulle politiche monetarie si rifletterà direttamente anche sugli USA, che per quanto sembrino distanti da noi per movimenti e per aspettative dipendono comunque dall’andamento della Zona Euro.
Attualmente il FTSE-Mib cede quasi il 2% con il settore bancario in linea con gli altri a -2,50%. Malissimo Fiat Industrial, prossima ormai ad una perdita del 5% seguita da Prysmian e Azimut rispettivamente -4,55% e -3,79%. Bene Diasorin contro ogni aspettativa che sfiora l’1% di guadagno e bene anche Telecom Italia a Piazza Affari, che dopo le notizie sul piano per i prossimi anni che vede lo scorporo della rete si rivaluta in Borsa a vista d’occhio e diventa appetibile per gli speculatori.
La Borsa Merci di Parma
Forse in pochi lo sanno, ma anche la città di Parma può vantare una Borsa Merci di una certa importanza per quel che concerne gli investimenti del nostro paese: si tratta della “piazza” che è stata creata con un apposito Decreto del Presidente della Repubblica in data 17 ottobre 1967, mentre la regolamentazione vera e propria si basa essenzialmente su un altro testo normativo, vale a dire la legge 272 del 1913 (“Ordinamento delle Borse di commercio, l’esercizio della mediazione e le tasse sui contratti di Borsa”), senza dimenticare i relativi regolamenti e le successive modificazioni.
La strana correlazione tra Etf aurei e compagnie minerarie
Gli Etf collegati all’oro sono da tempo protagonisti di performance piuttosto negative nonostante i prezzi che vengono registrati per quel che concerne i lingotti aurei: in effetti, i titoli relativi al biondo metallo hanno messo in luce il loro peggior andamento da tre anni a questa parte. In particolare, si possono citare due esempi eclatanti da questo punto di vista, vale a dire il Market Vectors Gold Miners (la perdita è stata superiore ai nove punti percentuali nei primi quattro mesi di questo 2012), mentre l’Spdr Gold Shares ha guadagnato il 5,6%. Il rapporto che esiste tra i lingotti e gli investitori era però arrivato a un livello molto interessante non troppo tempo fa, tanto che la maggior parte degli analisti si erano sbilanciati con delle previsioni incoraggianti e più che positive.
Franklin Templeton trionfa agli Oscar del Risparmio
Le premiazioni dell’Oscar del Risparmio hanno sancito una vittoria importante per quel che concerne il mercato dei fondi comuni: in effetti, Franklin Templeton è stata in grado di piazzarsi al primo posto nella speciale classifica delle migliori case di investimento. A cosa si deve questo successo? Il premio è stato assegnato per dei motivi ben precisi, vale a dire la qualità ottimale dei prodotti finanziari che sono messi a disposizione, oltre al sostegno che viene fornito alle reti. In questa maniera, quindi, la conseguenza inevitabile è stata quella di un riscontro puntuale e opportuna per quel che riguarda i dati relativi alla raccolta e alle preferenze della clientela.
Asta titoli di Stato CTZ, BTP€i e BOT del 24 e 26 aprile
Nuova emissione di titoli di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Anche se non si tratta dei Buoni del Tesoro Poliennali a dieci anni che hanno una grandissima influenza a Piazza Affari, le aste del prossimo 24 e 26 Aprile saranno comunque seguite da Milano e da tutta l’Eurozona.
I titoli in emissione sono rispettivamente i CTZ ed i BTP€i il giorno 24 aprile ed i BOT il giorno 26 Aprile 2012; la prima asta comprende i Certificati del credito del Tesoro Zero Coupon con ISIN IT0004793045 per un ammontare compreso tra 1,5 miliardi di euro e 2,5 miliardi di euro con decorrenza il 31 gennaio 2012 e scadenza il 31 gennaio 2014. Per quanto riguarda invece i Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione dell’Area Euro i titoli in corso di emissione saranno due; il primo con ISIN IT0004085210 e rendimento al 2,10% annuo, mentre il secondo avrà rendimento al 2.,35% annuo ed ISIN IT0004380546 con decorrenza al 15 marzo 2008 e scadenza al 15 settembre 2019. L’importo complessivo delle due emissioni sarà compreso tra 500 milioni di euro e 1000 milioni di euro. Il rendimento del BTP€i indicato è annuale ma remunerato semestralmente.
La Polonia sceglie i franchi svizzeri per i propri bond
La Polonia ha venduto un totale di 825 milioni di franchi svizzeri in titoli obbligazionari: si tratta, per la precisione, della maggiore transazione del paese dell’Europa orientale per quel che concerne la valuta elvetica da almeno cinque anni a questa parte. Il governo di Varsavia ha infatti deciso di lanciare sul mercato 375 milioni di franchi in prodotti a tasso variabile e in scadenza nel mese di agosto del 2015. Questa prima tranche prevede un rendimento che è 125 punti base superiore a quello offerto dal Libor (London Interbank Offered Rate) a tre mesi, come è emerso dalle prime indiscrezioni relative alla trattativa in questione. Per il resto, bisogna ovviamente aggiungere gli altri 450 milioni di franchi svizzeri, i quali si riferiscono ai bond a tasso fisso e che sono previsti in scadenza nel mese di maggio del 2018.
Il programma di sukuk di Banque Saudi Fransi
Come è emerso in maniera evidente e chiaramente dal prospetto che è stato reso pubblico da un pool di banche piuttosto nutrito, Banque Saudi Fransi ha approntato un programma che prevede l’emissione di circa due miliardi di dollari in sukuk, i celebri titoli obbligazionari che sono conformi alla legge islamica della Shariah; gli istituti di credito in questione, i quali hanno seguito alla lettera il regolamento del London Stock Exchange, sono l’americana Citigroup, la francese Crédit Agricole e la tedesca Deutsche Bank, mentre l’emittente vera e propria non è altro che la banca privata siriana più famosa al mondo, con un operato che dura ormai dal 2004. Il gruppo appena menzionato gestirà l’intera emissione in ogni dettaglio, ma quali sono le altre caratteristiche salienti del programma di cui si sta parlando?
JPMorgan Chase emette un miliardo di bond ipotecari
JPMorgan Chase & Company ha venduto titoli obbligazionari di stampo ipotecario-commerciale per un importo complessivo di circa un miliardo di dollari: alcune fonti molto vicine alla trattativa in questione hanno confermato i dati appena menzionati, con lo stesso istituto di credito newyorkese che ha anche provveduto ad ampliare i rendimenti di alcune classi. Per l’appunto, la maturazione di questi strumenti finanziari è molto vicina ai dieci anni, mentre inizialmente si era pensato di collocare dei prodotti che fossero in grado di garantire un ritorno economico pari a 110 punti base al di sopra del relativo swap.
Futures: carne bovina e suina in controtendenza
I contratti futures che seguono da vicino le performance della carne bovina presso il Chicago Mercantile Exchange hanno fatto registrare un deciso rialzo nel corso della giornata odierna: gli strumenti finanziari in questione sono stati capaci di realizzare questo balzo in avanti grazie, in particolare, agli aumenti subiti dai prezzi all’ingrosso del manzo, tanto che i trader si sono visti costretti a modificare le loro posizioni prima del report del governo americano. Gli analisti sono in attesa di stime piuttosto precise per quel che concerne i calcoli effettuati dallo Us Department of Agriculture, vale a dire un calo per quel che concerne il numero di carne bovina collocata nel corso del mese di marzo.
Utile Unicredit scende dell’1%
Mentre l’inversione del settore bancario guida al rialzo una seduta iniziata con il piede sbagliato (provando a concludere dignitosamente un’ottava difficilissima) Unicredit annuncia nuovi problemi con l’utile, dovuti ad un calo dei ricavi in Polonia e Turchia.
Nella giornata di ieri il CEO del gruppo bancario ha annunciato di non voler aumentare l’esposizione verso i titoli del debito Italiani; secondo i dati attualmente vi sono 88 miliardi di euro di bond governativi nel portafoglio di Unicredit, di cui 35 miliardi di euro sono relativi ai titoli di Stato Italiani. Quattordici di questi trentacinque milioni di euro sono sono in scadenza quest’anno. Secondo Ghizzoni la liquidità del gruppo sarà destinata ai crediti che in marzo hanno dato segnali di crescita. Questo vuol dire che i vertici di Unicredit al momento non credono che l’Italia sia un buon investimento, ed anche se è il parere di un solo gruppo la notizia ha lasciato più di un interrogativo ai piccoli risparmiatori.
Ligresti giù a Piazza Affari
L’ottava sta per concludersi nel peggiore dei modi; Piazza Affari è la peggior Borsa Europea e vanta un calo prossimo a mezzo punto percentuale con ampi spazi di ribasso. Per quanto le aspettative fossero di tenuta, la settimana corrente si sarebbe comunque chiusa male visti i precedenti; l’apertura di Lunedì ha dato nuove speranze agli investitori un una salita che ha visto il recupero di quota 15000 del FTSE-Mib in soli due giorni. Il ripiego successivamente avvenuto ha spento l’entusiasmo ed il ciclo settimanale va a chiudersi dove è iniziato con un “nulla di fatto”, visto che tutto il guadagno è stato rivisto.
Ancora una volta Wall Street con il Dow Jones sovraperforma l’Eurozona ed anche se vi sono state sedute negative l’ottava è positiva (a meno che questa sera l’indice USA non voglia chiudere sotto a 12800 punti). La distanza tra Vecchio e Nuovo continente si fa’ più marcata ogni settimana che passa e le agenzie di rating USA sembrano aver ripreso i giudizi negativi contro l’Eurozona, a suon di dichiarazioni e smentite (l’ultima proprio sulla Francia).
Spagna non ha bisogno di aiuto secondo il FMI
Secondo Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, la Spagna non avrebbe bisogno di alcun aiuto. Queste dichiarazioni ribaltano completamente la visione che l’Eurozona ed il mondo hanno della Spagna, ed effettivamente le motivazioni che spingono Lagarde a sostenere questo sono ben fondate.
Secondo il FMI, la Spagna è consapevole della sua posizione e si sta gia muovendo nella direzione giusta per avviare la ripresa; il Paese intende rafforzare il capitale delle banche, mossa fondamentale per rilanciare la finanza e l’economia, ma anche assestare i conti pubblici ora disastrati. Il problema con le provincie viene risolto con una presa di posizione ed una imposizione sui conti ferrea ed il rilancio del lavoro sarà la conseguenza di quanto detto fin’ora. Successiva sarebbe la ripresa dei consumi e degli investimenti, anche se per riguadagnare la fiducia degli investitori servirà molto tempo.
Nokia chiude in rosso il primo trimestre
Risultati peggiori delle attese per Nokia, che deve fare i conti con un primo trimestre difficilissimo. Le Borse Europee hanno sofferto dopo il recupero di Gennaio, trascinando al ribasso i listini e peggiorando la situazione generale. Il calo dei consumi ha inciso poi particolarmente sui settori legati ai prodotti tecnologici e la frenata potrebbe ripercuotersi anche nei mesi a venire. Nello specifico poi Nokia ha visto un rallentamento generale degli acquisti dopo che i leader del settore della telefonia si sono affermati con prodotti vincenti legati ad iOs ed Android.
Il rosso di Nokia è pari ad una perdita netta di 929 milioni di euro solo nel primo trimestre del 2012. Il responsabile delle vendite ha annunciato le sue dimissioni a partire da fine Giugno. L’amministratore delegato parla poi del prodotto di punta di Nokia, ovvero Lumia; lo smartphone sviluppato insieme a Microsoft non ha convinto al 100% il pubblico, che si divide in modo netto. Mentre in certi mercati le vendite sono state superiori alle aspettative, in altri sono state decisamente deludenti.