Investire in Ubi Banca

Ubi Banca ha chiuso il 2012 con un risultato netto positivo, nonostante l’evidente peso degli oneri relativi agli incentivi all’esodo, confermando – con l’occasione – le principali linee guida gestionali per il nuovo corso. Vediamo dunque in che modo è stato archiviato l’esercizio precedente, e quali sono le principali aspettative per un nuovo anno che si preannuncia comunque particolarmente critico a causa del contesto bancario sfavorevole.

Stando a quanto precisava l’istituto di credito, con nota riportata dal Radiocor de Il Sole 24 Ore Radiocor, Ubi ha chiuso il 2012 con un utile netto di 82,7 milioni, dopo la contabilizzazione di 101,9 milioni di oneri netti per incentivi all’esodo, e contro una perdita netta pari a 1,84 miliardi di euro conseguita nell’anno precedente, in seguito a rettifiche di valore di avviamento e degli intangibili per 2,19 miliardi di euro.

Per quanto attiene al 2012, i proventi operativi sono cresciuti del 2,6 per cento a 5,32 miliardi di euro, mentre gli oneri operativi sono calati del 5,1 per cento a 2,26 miliardi di euro, con risultato della gestione operativa in crescita del 20,1 per cento a 1,25 miliardi di euro, e utile dell’operatività corrente balzato del 14,6 per cento a 323,1 milioni di euro (abbiamo parlato di Ubi Banca qualche settimana fa, in occasione del lancio del social bond dell’istituto di credito, in collaborazione con Cesvi, che vi consigliamo di consultare).

Ancora, il gruppo informa come al 31 dicembre 2012 il Core Tire 1 ratio si attestava al 10,29% e al 9,16% sulla base dei requisiti Eba. Il consiglio di gestione proporrà quindi ai soci la distribuzione di un dividendo unitario pari a 0,05 euro. La nota Ubi indica come “il contesto di riferimento italiano è previsto essere ancora caratterizzato da un’assenza di crescita, con conseguente impatto negativo sul complesso dei fattori economici di riferimento. Si ritiene pertanto di confermare le linee guida gestionali finora adottate dal gruppo, che consentono di attraversare la crisi con ragionevole prudenza”.

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