Futuro economia italiana secondo Squinzi

confindustriaSecondo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, l’Italia è un “Paese con infrastrutture scassate”, con una “mentalità anti-imprese”. Nonostate ciò, afferma il numero 1 degli industriali, “possiamo giocare la Serie A”. Secondo Squinzi, infatti, l’Italia disporrebbe di una validissima materia prima, necessaria per avviare il rilancio: “la materia grigia di assoluta qualità”, in grado di controbilanciare, almeno parzialmente, l’assenza di infrastrutture e altre materie di qualità.

Ma cosa fare allora per cercare di riavviare il motore economico italiano? Parlando agli industriali Squinzi ha innanzitutto affermato che “non si può più scherzare” e bisogna rimboccarsi le maniche e “rimediare agli errori del passato”, cominciando “dalla semplificazione” della struttura normativo-burocratica che avrebbe affossato la nazione.

Stando a quanto affermato da Squinzi, come riportato sul quotidiano La Stampa, proprio col Governo targato da Enrico Letta, “si può cominciare a rimediare” ai problemi ereditati dal passato (abbiamo parlato diverse volte, nel recente passato, di alcune stime relative all’andamento dell’economia italiana e della finanza nazionale: tra i tanti approfondimenti, vedi anche le ultime previsioni Pil 2013 – 2014, delle quali abbiamo parlato recentemente).

Un cenno di merito viene inoltre attribuito dal presidente di Confindustria ai sindacati, che dopo la tornata elettorale di febbraio – afferma Squinzi – hanno offerto una disponibilità nettamente superiore al passato. “Dobbiamo metterci nel mezzo di questa tempesta perfetta e in questo caso remare nella stessa direzione”.

Arriva quindi il momento di elencare le priorità: “ci sono provvedimenti che vanno presi rapidamente” – ha detto Squinzi – “in modo particolare noi come Confindustria abbiamo presentato a gennaio, prima della consultazione elettorale, un programma per l’Italia che può e deve crescere, in cui avevamo diviso gli interventi in due fasi: la fase della terapia d’urto per i primi 90 giorni, e la seconda fase, per il resto della legislatura, con cui attraverso le riforme consolidare gli effetti degli shock della terapia d’urto”.

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