Come investire un patrimonio tra i 50 e i 300 mila euro

investimenti-capitaliCome investono gli italiani che hanno da “gestire” un patrimonio dai 50 e i 300mila euro? Ebbene, risultati molto interessanti in merito ci vengono forniti dall’ABI, Associazione Bancaria Italiana, in accordo con un’indagine che, condotta con la società specializzata GfK Eurisko, traccia i profili di chi investe. Ebbene, dall’indagine è emerso come riguardo a quanto sopra indicato possano essere individuate tre tipologie di investitori con altrettanti approcci e profili di rischio. C’è infatti l’investitore esploratore, quello amministratore e l’investitore affettivo; il primo tipo di investitore, quello “esploratore“, è una figura che, pur adottando un approccio responsabile nella gestione del patrimonio, è sempre alla ricerca di soluzioni di investimento che, a fronte chiaramente di un rischio più elevato, permettano di ottenere dei rendimenti più alti.

Questo significa che l’investitore esploratore da un lato mette al sicuro buona parte del proprio patrimonio, ma dall’altro, come emerge dall’indagine, destina il 10-15% del proprio patrimonio alla ricerca di investimenti che possano offrire una rivalutazione del capitale più elevata. L’investitore amministratore è invece quella figura che gestisce, con un approccio di rischio medio basso, il proprio patrimonio come se si trattasse di un immobile; dall’indagine ABI – GfK Eurisko emerge che questa figura ha una buona cultura finanziaria, è sempre informato ma comunque a fronte di una buona autonomia decisionale fa sempre riferimento alla banca oppure al promotore finanziario prima di prendere una decisione definitiva.

Infine, l’investitore affettivo invece punta decisamente sulla condivisione delle scelte in materia di investimenti, e per questo è alla ricerca di una vera e propria guida che presenti una forte componente di fiducia maturata nel tempo. In molti casi l’investitore affettivo è donna, ha una cultura finanziaria che, rispetto alle due tipologie di investitori sopra citate, è più di base ma spesso solo perché c’è poca o scarsa propensione ad aggiornarsi costantemente in materia di investimenti e di gestione del risparmio.

Lascia un commento