La Polonia è alla disperata ricerca di finanziamenti freschi per il proprio deficit di bilancio e la sua ultima cessione obbligazionaria è volta proprio a questo obiettivo: il governo di Varsavia ha infatti provveduto a vendere bond a due anni che presentano uno dei rendimenti più bassi dal 2002 ad oggi. Il ministero delle Finanze ha fatto presente che l’operazione è stata fissata per un ammontare pari a 5,24 miliardi di zloty (circa 1,84 miliardi di dollari), i quali hanno riguardato gli strumenti in scadenza a gennaio del 2013, con un rendimento medio del 5,03%, 127 punti base al di sotto delle obbligazioni decennali. Lo spread, invece, sarà pari all’1,38%. Gli investitori si rivolgono sempre più a titoli con scadenze non troppo lunghe e questo per un semplice motivo: l’inflazione sta accelerando in maniera pericolosa e dunque la banca centrale subisce una continua pressione per quel che concerne l’aumento dei costi di indebitamento.
Obbligazioni
Portogallo: cessione da 3,5 miliardi di euro per i bond sindacati
Ammontano a ben 3,5 miliardi di euro le obbligazioni a cinque anni che il Portogallo ha provveduto a vendere nella sua prima vendita di bond sindacati dell’anno: i titoli in questione hanno beneficiato di un prezzo pari a 360 punti base al di sopra del tasso midswap di mercato, secondo quanto rilevato dagli analisti finanziari. L’ultima cessione di questo tipo era avvenuta praticamente un anno fa, il 10 febbraio del 2010. C’è da dire, tra l’altro, che la differenza di rendimento tra le obbligazioni lusitane a dieci anni e i bund tedeschi ha raggiunto un vero e proprio record per quel che concerne l’area dell’euro; la nazione dovrebbe seguire con tutta probabilità l’esempio della Grecia, alla disperata ricerca di un pacchetto di salvataggio economico dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale.
Canada: nuove regole per il riscatto dei bond ibridi
L’ente regolatore delle banche canadesi ha richiesto con urgenza ai prestatori del paese di evitare i riscatti dei cosiddetti bond ibridi: si tratta di quegli strumenti finanziari a metà strada tra il debito puro e il titolo azionario, i quali sono in calo da almeno sei mesi a causa del riacquisto che potrebbe avvenire a prezzi inferiori rispetto a quelli correnti. Gli istituti di credito della nazione nordamericana, dunque, si vedono costrette a puntare alla maggiore ampiezza possibile, in modo da scambiare i titoli alla pari. Secondo Julian Pope, vicepresidente del comparto obbligazionario di Desjardins Securities, si tratta di ottime notizie per quegli investitori che detengono appunto bond; il messaggio è chiaro, si sta chiedendo alle banche di non esercitare una opzione call alla pari anche se questo fosse possibile e praticabile.
Il rialzo della rupia indonesiana fa avanzare i bond decennali
La sorprendente ascesa della rupia indonesiana non se l’aspettava nessuno, nemmeno lo stesso governo della nazione asiatica: il rialzo della valuta in questione, giunta fino al proprio livello massimo delle ultime quattro settimane, è comunque il risultato dei nuovi tassi di interesse adottati dalla banca centrale di Giacarta, aumentati per la prima volta in più di due anni per tentare di contenere l’inflazione. Tali eventi, inoltre, hanno agevolato i bond decennali del paese. Entrando maggiormente nel dettaglio, occorre sottolineare come gli interessi sopracitati siano giunti fino al 6,75%, ma siamo ancora ben lontani dall’ottenere dei prezzi al consumo più bassi, dato che gli ultimi dati parlavano espressamente di un’inflazione superiore ai sette punti percentuali per la maggiore economica dell’intero Sudest asiatico.
Banca MPS: terzo collocamento OBG
Nell’ambito di un programma di emissione da dieci miliardi di euro annunciato alla comunità finanziaria nel mese di giugno dello scorso anno, il Gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena ha perfezionato con successo nella giornata di ieri, mercoledì 2 febbraio 2011, il collocamento, il terzo, di OBG, obbligazioni bancarie garantite, per un controvalore pari ad un miliardo di euro. A darne notizia con un comunicato ufficiale è stato proprio il Gruppo bancario Monte dei Paschi di Siena nel precisare come il programma di emissione risulti essere assistito da mutui residenziali di MPS. Le OBG collocate ieri, riservate non al mercato retail, ma agli intermediari finanziari ed agli investitori qualificati, hanno una scadenza pari a sette anni e pagano un interesse a tasso fisso; nel dettaglio, i titoli pagano una cedola annua facciale al 5% a fronte di un rendimento del 5.056% corrispondente al tasso di riferimento, il mid-swap a sette anni, più uno spread pari a 185 punti base.
Unicredit lancia titoli obbligazionari garantiti a dodici anni
Sono passati ormai due giorni da quando Unicredit ha provveduto a lanciare una nuova emissione di tipo benchmark: per la precisione, si tratta di titoli obbligazionari che beneficiano di una scadenza a dodici anni e che ammontano a circa 1,25 miliardi di euro. Gli investitori finanziari non si sono certo fatti pregare in tal senso e gli ordini in questione hanno addirittura superato i quattro miliardi, a conferma della fiducia mostrata nei confronti di Piazza Cordusio, la quale ha puntato su una vasta diversificazione dal punto di vista geografico. Crédit Agricole, Bnp Paribas, Ubs e Royal Bank of Scotland sono i quattro istituti di credito che si occuperanno nello specifico della gestione degli strumenti, che hanno interessato anche molte banche e assicurazioni.
Irlanda: il ministro Lenihan avverte gli obbligazionisti senior
Il ministro delle Finanze irlandesi, Brian Lenihan, non ha usato mezzi termini per descrivere la situazione in cui versano i bond della nazione nordeuropea: il suo principale avvertimento è andato soprattutto agli obbligazionisti senior dei titoli bancari, i quali dovranno condividere tutte le paure collegate al salvataggio finanziario di Dublino. Come se non bastasse, l’ingresso di un nuovo esecutivo potrebbe mietere ulteriori “vittime” dal punto di vista economico. Le elezioni sono previste per il prossimo 25 febbraio e l’impegno di Fianna Fail, il partito dell’attuale premier Brian Cowen, è quello di rinegoziare completamente l’accordo di sostegno da 67,5 miliardi di euro lanciato da Ue e Fmi. Perché questi obbligazionisti godono di una protezione così bassa?
Entrate: nessun prelievo aggiuntivo sui prestiti obbligazionari
Una situazione particolare che si può incontrare nell’ambito dei prestiti obbligazionari, riguarda quelli della durata superiore ai diciotto mesi: in effetti, può accadere che vi siano dei problemi in relazione agli interessi se i prodotti sono stati nuovamente acquistati da coloro che li hanno emessi prima della scadenza naturale. Ebbene, in base a quanto si evince dalla risoluzione 11/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare ieri, non deve essere avviato il prelievo aggiuntivo del 20%, ma i titoli in questione devono comunque essere negoziati sul mercato di riferimento. Tra l’altro, una conclusione simile poteva essere estrapolata anche da una comunicazione del 2009 della Consob, la quale aveva dettato regole piuttosto severe a tal proposito.
Bond egiziani: rendimenti da record a causa delle proteste
Le obbligazioni dell’Egitto denominate in dollari hanno subito un calo piuttosto consistente nel corso di questa settimana, declino che ha provocato il rialzo dei rendimenti fino a livelli da record: si tratta della conseguenza economica principale delle forti proteste che stanno purtroppo caratterizzando il paese africano, in cui divampano le manifestazioni contro il presidente Hosni Mubarak. Fitch è già pronta a tagliare il rating della nazione (da “stabile” a “negativo”), dunque le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti. I bond in questione sono quelli che scadranno nel 2020: il loro rendimento è cresciuto di ben 47 punti base, fino all’attuale 6,78%, percentuale che identifica un rischio di default molto alto.
Zijin potrebbe convertire i bond di Glencore in titoli azionari
Zijin Mining Group, azienda leader in Cina per quel che concerne la produzione e raffinazione di oro e metalli non ferrosi, ha in mente di convertire alcuni strumenti finanziari che erano stati acquistati tempo fa da Glencore International: tali bond potrebbero dunque diventare delle azioni e il motivo della conversione è molto semplice, visto che la compagnia svizzera è intenzionata a pianificare un’offerta pubblica iniziale sulle piazze di Hong Kong e Londra. Le obbligazioni convertibili a cui ci stiamo riferendo furono acquisite verso la fine del 2009 per un importo totale di duecento milioni di dollari, in quella che fu ribattezzata una “partnership strategica di lungo termine”. Anche il vicepresidente di Zijin, Lan Fusheng, ha confermato la possibile operazione.
Le banche indiane lanciano i primi bond in franchi svizzeri
Le principali banche indiane hanno cominciato a vendere per la prima volta negli ultimi ventiquattro anni delle obbligazioni denominate in franchi svizzeri: la scelta della divisa elvetica non è casuale, visto che sta crescendo l’interesse europeo nei confronti dei mercati emergenti e del loro debito sovrano. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che State Bank of India sta pianificando la quotazione di titoli di questo tipo, una decisione che non può che essere letta come la principale conseguenza dell’emissione di Union Bank of India, la quale ha portato fino a 160 milioni di franchi l’ammontare totale dei propri bond (il rendimento è pari al 3,375%). Sono gli stessi istituti che parlano di un’apertura nuova e innovativa che vedrà coinvolte altre società emittenti.
Mercato asset-backed: gran successo dei bond automobilistici
Toyota Motor Corporation, la casa automobilistica giapponese che da pochi giorni vanta anche una leadership internazionale, ha sfruttato al massimo il proprio ingresso nel mercato obbligazionario con un affaire da un miliardo di dollari: ma non si tratta dell’unico esempio di bond collegati ai produttori dei veicoli, visto che il titolo da 1,13 miliardi di dollari lanciato da Ford Credit Auto Owner Trust si riferisce proprio ai prestiti relativi a questo specifico settore e dovrebbe essere quotato nel giro di pochi giorni. Si tratta, per la precisione, di Fordo 2011-A, strumento finanziario che beneficia della gestione di banche come Citigroup, JP Morgan e Barclays.
Malesia, ottimo rally mensile dei sukuk
Il rally di cui sono protagonisti i bond sovrani della Malesia dura ormai da un mese esatto: i titoli della nazione asiatica rappresentano dunque un vanto nell’ambito della finanza islamica, visto che sono proprio essi ad aprire la strada alle quotazioni dei prodotti conformi alla legge della Shariah. Il rendimento proposto dal governo di Kuala Lumpur è pari al 3,92% e il sukuk in questione scadrà a giugno del 2015. Questa fenomenale e prolungata ripresa finanziaria è stata favorita soprattutto dalla crisi del debito che ancora funesta il continente europeo, oltre che dal nuovo vigore assunto da quello di Dubai, due fattori che hanno consentito una nuova emissione di azioni che vengono incontro ai dettami dell’Islam in merito ai tassi di interesse.
Bond municipali: al via i rimborsi per il default di Vallejo
Vallejo è una delle principali città della California, ma soprattutto un nome che in questi giorni sta facendo venire in mente una vicenda finanziaria dalle fosche tinte: la municipalità in questione, infatti, deve far fronte a una grave bancarotta, per la quale è già stato approntato un piano di riorganizzazione, volto a ripagare i creditori e a porre fine ai controlli giuridici sulle proprie finanze. È stato deciso di venire incontro a questi soggetti soddisfacendo dal 5 al 20% delle loro richieste, così come consente di fare la US Bankruptcy Court di Sacramento. Tra l’altro, il novero dei creditori è composto anche da pensionati ed ex dipendenti, dunque per essi si prospetta il versamento di sei milioni di dollari nei prossimi due anni.