Sharjah Islamic Bank, realtà creditizia araba meglio conosciuta come National Bank of Sharjah, ha trovato i due partner ideali per la sua nuova cessione obbligazionaria. La scelta è ricaduta sulla città di Londra, più precisamente su due colossi bancari come Hsbc Holdings e Standard Chartered, le quali dovrebbero essere incaricate a breve di gestire nel dettaglio la vendita. Come si intuisce facilmente, si tratta dei consueti certificati di investimento islamici, conformi alla legge della Shariah e che possiamo associare ai bond nostrani. Nel dettaglio, gli strumenti in questione beneficeranno di una denominazione in dollari americani e saranno messi in vendita nel pieno rispetto delle condizioni di mercato che vigono in questo preciso momento storico; saranno comunque necessari alcuni meeting in Medio Oriente, nel continente asiatico e in quello europeo, i quali andranno a coinvolgere gli investitori che prediligono i redditi fissi.
Obbligazioni
Decreto Sviluppo, prevista l’emissione di Sud Bond
Titoli di Risparmio per l’Economia Meridionale: è questa la denominazione ufficiale e completa del nuovo strumento finanziario potrebbero emettere a breve, così come disposto dal Decreto Sviluppo, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. Di cosa si tratta con esattezza? I Sud Bond, come già sono stati ribattezzati, sono dei titoli obbligazionari che andranno a beneficiare di una scadenza che non sarà mai inferiore ai diciotto mesi. La scelta di un orizzonte temporale di questo tipo è motivata dal fatto che si voglio anzitutto riequilibrare i flussi di credito dal punto di vista territoriale, una necessità richiesta dagli investimenti a medio e a lungo termine delle pmi presenti nella parte meridionale del nostro paese. Ovviamente, l’obiettivo principale rimane quello di sostenere i progetti più interessanti ed etici del Mezzogiorno.
Vietnam: ottime performance per i bond denominati in dollari
Il continente asiatico è stato caratterizzato dall’interessante andamento dei titoli obbligazionari vietnamiti denominati in dollari: le performance in questione, infatti, sono state le migliori in assoluto, grazie soprattutto agli sforzi profusi dal primo ministro Nguyen Tan Dung in relazione al taglio dell’inflazione. I bond hanno garantito un ritorno economico pari al 5,1% quest’anno, superando di gran lunga il rendimento della Corea del Sud (3%) e quello della Thailandia (2,8%). Tra l’altro, tali ricavi sono quantomeno sorprendenti, visto che soltanto un anno fa gli stessi strumenti finanziari erano riusciti a far registrare perdite consistenti (superiori agli otto punti percentuali), configurando uno dei peggiori prodotti a livello economico.
PepsiCo. vende bond quinquennali per 1,75 miliardi di dollari
PepsiCo., leader mondiale per quel che concerne la produzione di snack e bevande, ha deciso di puntare sui titoli obbligazionari con scadenza a due e cinque anni: l’ultima vendita di questo tipo, la quale è avvenuta proprio nei giorni scorsi, ha avuto un ammontare totale pari a 1,75 miliardi di dollari. Gli scopi che la compagnia di New York intende perseguire sono soprattutto di tipo corporate, anche se la scelta di prodotti con una maturazione più vicina nel tempo (due anni) fa pensare alla ricerca urgente di disponibilità finanziarie. In effetti, il colosso statunitense sta traendo il maggior vantaggio possibile dai rendimenti dei propri corporate bond e ai profitti e alle vendite realizzate nel corso del primo trimestre del 2011, stime che sono di gran lunga superiori a quelle degli analisti. Le obbligazioni in questione hanno garantito un ritorno dell’1,2% lo scorso mese, un dato che è stato confermato dalle rilevazioni degli indici di Bank of America.
Colgate Palmolive: primi bond dopo l’accordo con Unilever
Colgate Palmolive, leader mondiale dell’igiene orale, esce allo scoperto con la prima mossa finanziaria dopo l’accordo strategico con Unilever per l’acquisizione di Sanex: la multinazionale newyorkese è infatti pronta a lanciare bond per un ammontare complessivo di cinquecento milioni di dollari. La vendita in questione sarà equamente ripartita tra due scadenze, tre e sei anni: nel dettaglio, le obbligazioni che giungeranno a maturazione nel 2014 beneficiano di un rendimento dell’1,25%, trenta punti base al di sopra dei medesimi strumenti del Tesoro, mentre i bond in scadenza nel 2017 avranno un ritorno del 2,63% e uno spread di 77 punti base. L’acquisizione di Sanex risale allo scorso mese ed è stata perfezionata mediante la spesa di 940 milioni di dollari, una delle cifre più alte dell’ultimo decennio.
Finanza asiatica: le opportunità offerte da Thailandia e Taiwan
Il continente asiatico è una fonte inesauribile di informazioni e indiscrezioni per cercare di diversificare il più possibile il portafoglio di investimento. Anche l’ultima settimana non è stata da meno e, piuttosto che focalizzarsi sui soliti nomi, si può prestare attenzione anche a quei paesi poco “pubblicizzati”: in effetti, molte pubblicazioni economiche potrebbero influenzare gli scambi dei relativi titoli obbligazionari, così come potrebbe avvenire anche per le valute. Detto che i mercati del Giappone sono chiusi per il Giorno del Verde e che in Corea del Sud la produzione industriale è cresciuta di ben undici punti percentuali a marzo (il raffronto va fatto rispetto al 2010), ci si può concentrare su tre nazioni, vale a dire la Malesia, la Thailandia e Taiwan. Procediamo con ordine.
Perù: bond e azioni in rialzo grazie ai risultati elettorali
Gli investitori che sono alla ricerca di mercati emergenti su cui focalizzare il proprio portafoglio troveranno nel Perù pane per i loro denti: in effetti, i titoli azionari e obbligazionari della nazione andina hanno fatto registrare in questi giorni rialzi piuttosto interessanti, grazie soprattutto alle proiezioni elettorali, le quali hanno mostrato un calo di popolarità dell’ex tenente colonnello Ollanta Humala. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire che il Lima General Index, l’indice che raggruppa le 36 principali azioni statali, ha subito un rialzo di ben 3,3 punti percentuali, attestandosi a quota 19.603. Questo stesso riferimento ha comunque già perso il 16% nei primi quattro mesi dell’anno, ma il recupero sembra essere stato avviato; inoltre, il rendimento dei bond con scadenza decennale è sceso dello 0,1% (7,15%), secondo quanto rilevato dalle stime di Deutsche Bank.
Indonesia: 2,5 miliardi dalla vendita di bond in dollari
L’Indonesia è riuscita nell’intento di vendere titoli obbligazionari denominati in dollari per un ammontare complessivo di 2,5 miliardi: tra l’altro, le scommesse erano tre volte superiori a questa cifra, una conferma del forte appetito che c’è attualmente per le economie in via di sviluppo, in special modo quelle asiatiche. I bond in questione avranno una scadenza decennale (la data è stata fissata al mese di marzo del 2021), con un rendimento pari al 4,875%. Le scommesse degli investitori citate in precedenza avevano invece raggiunto i 6,9 miliardi di dollari. C’è comunque da dire che le emissioni di debito da parte di nazioni emergenti sono aumentate di ben dieci punti percentuali in questo 2011, attestandosi a un volume complessivo di 265 miliardi di dollari; il governo di Giacarta, inoltre, può vantare un deficit di bilancio che rappresenta lo 0,6% del prodotto interno lordo.
AT&T pianifica una vendita di corporate bond da tre miliardi
AT&T, la celebre azienda americana di telefonia, ha aumentato fino a quota tre miliardi di dollari la propria offerta di corporate bond: si tratta della prima volta che questa operazione al rialzo viene posta in essere, a causa, in particolare, del debito che dovrebbe maturare quest’anno. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire che la compagnia di Dallas si focalizzerà su titoli con scadenza a cinque anni (il rendimento sarà pari al 2,95%) e a dieci anni (4,45%), con una leggera prevalenza in termini quantitativi per quel che concerne i primi. Si parlava del debito in precedenza, ed in effetti esso ammonta a circa 59 miliardi di dollari secondo l’ultimo rapporto annuale. Come hanno sottolineato molti analisti, inoltre, i tassi di interesse sono davvero molto interessanti.
Bond svizzeri: boom delle vendite grazie all’India
I forti incrementi fatti registrare in questi ultimi giorni dai titoli obbligazionari denominati in franchi svizzeri sono dovuti principalmente a un paese, l’India: sono infatti indiane le compagnie che hanno sottoscritto tali prodotti per un ammontare complessivo di un miliardo di dollari, circa un quarto delle emissioni totali in questo 2011. Nel dettaglio, l’istituto di credito statale Idbi Bank provvederà a incontrare gli investitori svizzeri proprio nel corso del prossimo mese, anche perché c’è la forte volontà di diventare la quarta emittente della nazione asiatica per quel che concerne i prestiti in valuta elvetica; in aggiunta, Union Bank of India ha quotato dei bond che giungeranno a maturazione nel 2015 e che andranno a beneficiare di un rendimento pari al 3,375%.
I bond da banco: pregi e difetti della proposta dell’Abi
I titoli obbligazionari sono spesso associati a denominazioni difficili e ad iniziative volte a modificarne le caratteristiche e le peculiarità: rientra a pieno titolo in questa tendenza anche l’ultimo progetto dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), la quale, in risposta alle richieste della Consob in merito alla raccolta, si sta rivolgendo con sempre maggiore attenzione ai bond creditizi. Che scenario si può prospettare a tal proposito? Bisogna anzitutto precisare che gli strumenti in questione sono soltanto un’ipotesi da perfezionare per il momento, visto che si tratta di “bond da banco” che andranno a beneficiare di una suddivisione ben precisa: i pilastri potrebbero dunque essere la selezione in base a criteri di semplicità, liquidità e durata temporale, l’individuazione di apposite procedure per quel che concerne i prospetti informativi, l’adeguamento di questi ultimi alle normative della Comunità Europea e una procedura informatica volta a disciplinare la categoria dei “non equity”.
Iron Mountain placa gli investitori con un nuovo dividendo
Iron Mountain Incorporated, compagnia statunitense attiva prevalentamente nei servizi di registrazione, è stata persuasa da un’altra società, la Elliott Management, a modificare la propria strategia obbligazionaria: in particolare, l’azienda di Boston sta cercando di convincere i propri investitori circa le possibilità offerte dal mercato dei bond e dal relativo dividendo che potrebbe essere ottenuto. I titoli in questione ammontano a trecento milioni di dollari, vantano un rendimento pari all’8% e giungeranno a maturazione nel mese di giugno del 2020. Proprio nel corso delle contrattazioni di ieri, questi stessi strumenti hanno conseguito il loro primo ricavo dopo sei giorni, attestandosi a quota 103,5 centesimi di dollaro, secondo quanto stimato da Trace, il sistema di prezzo della Financial Industry Regulatory Authority.
Dai-ichi Life aumenterà i bond denominati in yen
Il nome di Dai-ichi Life Insurance è molto celebre in Giappone in ambito assicurativo, visto che si tratta della seconda maggior azienda nipponica per quel che concerne questo settore: l’ultimo annuncio della compagnia ha fatto intendere gli obiettivi finanziari di breve termine, anche perché è in programma un incremento consistente delle holding di bond governativi, una sorta di valida alternativa ai titoli azionari della nazione asiatica. La società detiene attualmente circa trenta trilioni di yen in assets (365 miliardi di dollari), ma l’intento rimane quello di investire con più convinzione sui titolo obbligazionari del governo di Tokyo, per lo meno quelli con una scadenza minima di venti anni. L’operazione, secondo quanto riferito da Takashi Iida, manager presso la stessa Dai-ichi Life, dovrebbe terminare entro il prossimo mese di marzo del 2012.
La Spagna vende all’asta bond per 3,4 miliardi di euro
La Spagna ha deciso di cedere un buon ammontare dei propri titoli obbligazionari: l’ultima vendita, pari a 3,4 miliardi di euro, è la conseguenza più evidente della crescita della domanda e delle aspettative che si possono riferire alla Grecia e alla sua ristrutturazione del debito. Il Tesoro Público provvederà a emettere bond con scadenza a dieci anni per ben 2,49 miliardi di euro, il tutto a un rendimento medio del 5,47%, un ritorno economico superiore a quello stabilito appena un mese fa. Per il resto, poi, altri 885 milioni di euro verranno spesi per quel che concerne i bond che giungeranno a maturazione il 31 gennaio del 2024 (5,66%). Tra l’altro, la domanda obbligazionaria di questo tipo è in buon salute, ragione per la quale la nazione iberica ha deciso di percorrere tale strada.