Di Snam Rete Gas si sta parlando parecchio in questi giorni, soprattutto alla luce dello scorporo da Eni e da una indipendenza in cui molti intravedono maggiori risparmi per il settore in questione: la giornata di ieri, però, ha visto protagonista la compagnia dal punto di vista finanziario, visto che il consiglio di amministrazione ha fornito il proprio parere positivo per l’emissione di uno o più prestiti di tipo obbligazionario. Questi ultimi dovrebbero essere collocati presso tutti gli investitori istituzionali che sono operanti e attivi nel continente europeo, cercando di venire incontro alle loro esigenze.
Obbligazioni
Vietnam: i risultati dell’ultima asta di bond
Il Tesoro di Stato del Vietnam ha fissato a 3,75 trilioni di dong (circa duecento milioni di euro) la propria quotazione di titoli obbligazionari governativi: si tratta dei risultati dell’ultima asta della scorsa settimana, con l’importo definitivo che ha rappresentato circa un terzo dell’obiettivo previsto, mentre i rendimenti sono sostanzialmente calati rispetto all’ultima emissione, almeno secondo quanto rilevato dall’Hanoi Stock Exchange. Che cosa c’è da dire in merito a questi strumenti finanziari? Anzitutto, occorre precisare che lo stesso ministero delle finanze locale ha provveduto a lanciare sul mercato 1,1 trilioni di dong per quel che concerne i bond a scadenza triennale (il ritorno economico in questione è pari a 8,9 punti percentuali), mentre il debito che giungerà a maturazione nel 2015 prevede un ammontare di 1,35 trilioni, sempre in base al comunicato della borsa vietnamita.
I rischi crescenti degli eurobond africani
Le nazioni africane che stanno pianificando la vendita di un importo record di eurobond nei prossimi due anni rischiano di sopportare maggiori oneri: in effetti, la crisi del debito europeo sta ulteriormente peggiorando, mettendo a repentaglio la stabilità economica, così come è emerso dall’ultima indagine condotta dalla African Development Bank. In particolare, c’è da sottolineare come Rwanda, Tanzania e Uganda, i tre produttori petroliferi nuovi di zecca del “continente nero”, metteranno a disposizione oltre ottocento milioni di dollari in eurobond da qui al 2014: non si tratta di un dato qualsiasi, bensì della prima volta in assoluto che delle nazioni dell’Africa orientale si avvicinano ai mercati esteri del debito. A che cosa puntano esattamente questi paesi?
Per Sandag 300 milioni di dollari in nuove obbligazioni
L’acronimo Sandag sta a indicare la San Diego Association of Governments, vale a dire l’associazione dei governi locali, una sorta di organizzazione metropolitana della contea: ebbene, questo stesso ente ha lanciato titoli obbligazionari per un importo totale di trecento milioni di dollari, denaro che dovrà essere sfruttato per progetti relativi ai trasporti e alle infrastrutture. Come è stato sottolineato dai vertici societari, si tratta di una sorta di “testamento” economico che vuole mettere in luce la forza fiscale di questo preciso momento storico, cercando al contempo di venire incontro alle esigenze degli investitori.
Vendite di bond: a maggio grandi exploit di Nissan e Ally
Ally Financial, celebre holding bancaria con sede a Detroit, e Nissan Motor Corporation sono le due compagnie che hanno totalizzato le principali vendite di titoli obbligazionari negli Stati Uniti nel corso del mese di maggio: l’importo in questione ammonta a ben 13,3 miliardi di dollari, un dato che deve essere confrontato con i 14,4 miliardi relativi alla media annuale. In pratica, questa differenza non è troppo evidente, anche perché le vendite di autovetture sono sostanzialmente aumentate nel periodo preso in considerazione. In effetti, queste ultime offerte hanno rappresentato circa 5,2 miliardi di dollari del totale di asset-backed (lo strumento finanziario emesso a fronte di operazioni di cartolarizzazione) collegate ai prestiti e ai leasing di veicoli.
Esito positivo per l’asta di bond decennali della Svezia
La Svezia ha provveduto a emettere 2,5 miliardi di corone in titoli obbligazionari: l’importo in questione corrisponde più o meno a 360 milioni di euro, con la scadenza che è stata fissata in dieci anni esatti (gli investitori interessati dovranno guardare con attenzione al 2022). Si tratta in pratica di quanto di rilevante è successo nel corso dell’ultima asta relativa alla nazione scandinava, come è stato prontamente annunciato dal National Debt Office locale. Qual è l’intento di una vendita simile e di un termine così ampio? Entrando maggiormente nel dettaglio di tali prodotti finanziari, c’è da dire che la cedola sarà pari a 3,5 punti percentuali, tanto che la domanda si può già considerare buona.
Borsa Italiana: al Mot debutta il bond della Repubblica Federale Tedesca
Ha debuttato proprio oggi a Borsa Italiana il nuovo titolo obbligazionario messo a disposizione dalla Repubblica Federale Tedesca: il Mot (Mercato Telematico delle Obbligazioni) ha infatti ospitato lo Schatz 0,00% due on 13 June 2014 (il codice Isin di riferimento è DE0001137388), uno strumento che prevede una durata biennale e una collocazione all’interno del segmento degli EuroMot, più precisamente nella classe delle euro-obbligazioni, delle Asset Backed Securities (Abs) e dei titoli di emittenti esteri. Anzitutto, bisogna subito precisare che i sistemi di regolamento saranno quelli soliti e consueti, vale a dire Euroclear e Clearstream, mentre la liquidazione è prevista per il terzo giorno successivo alla data in cui sono stati stipulati i contratti di compravendita.
Il CoCo Fund di Algebris Investments debutta in Italia
L’ok definitivo della Banca d’Italia era uno dei requisiti necessari per il lancio ufficiale dell’ultimo prodotto messo a disposizione da Algebris Investments: si tratta della compagnia londinese che è specializzata nella gestione degli assets finanziari, la quale ha voluto introdurre anche nel nostro paese un nuovo fondo, l’Algebris Financial CoCo Fund. Di cosa si tratta esattamente? Anzitutto, bisogna ricordare che la boutique britannica è da sempre specializzata in investimenti alternativi, in questo caso si sta parlando di un fondo di diritto lussemburghese che investe su strumenti ibridi di banche o assicurazioni, anche se c’è una certa predilezione per dei titoli nuovi di zecca, i cosiddetti Contingent Convertible Bond.
Il sostegno dei covered bond alle energie rinnovabili
I covered bond potrebbero essere la soluzione ideale per finanziare tutti quei progetti che hanno a che fare con la salvaguardia del clima, inclusi quindi quelli che riguardano le energie rinnovabili: la constatazione è stata fatta dalla Climate Bonds Initiative, una iniziativa senza scopo di lucro che tenta proprio di promuovere l’economia verde. Secondo l’associazione, infatti, un mercato delle fonti alternative che possa basarsi su tali strumenti finanziari potrebbe essere reso maggiormente attivo e funzionante grazie al contributo e alle garanzie di alcune agenzie, in primis la Banca Europea per gli Investimenti (meglio conosciuta con l’acronimo Bei).
Malaysia Airlines pianifica la sua emissione di sukuk
Malaysia Airlines ha proposto di lanciare un programma molto interessante di bond islamici: nel dettaglio, l’importo scelto dalla compagnia aerea malese è pari a 2,5 miliardi di rinngit (circa 630 milioni di euro), in modo da potenziare il proprio capitale di base, anche se la proposta in questione dovrà attendere l’approvazione regolamentare. Questa emissione di sukuk è parte integrante del piano di finanziamento dell’azienda asiatica, il quale si basa su tre cardini fondamentali. La struttura dei titoli di Mas dovrebbe essere del tipo ibrido, con tanto di scadenza prevista dopo dieci anni e una opzione call utile per l’eventuale recesso dopo un anno di tempo.
Bhp Billiton torna a emettere eurobond dopo tre anni
Bhp Billiton, la più grande compagnia mineraria al mondo, ha fissato a due miliardi di euro la sua prima vendita di eurobond da tre anni a questa parte: la focalizzazione su questi specifici strumenti finanziari è dovuta al fatto che la crisi del debito dell’eurozona limita di fatto le vendite di obbligazioni societarie. La cessione a cui si sta facendo riferimento comprende due tranche distinte, vale a dire 1,25 miliardi di euro per quel che concerne i titoli in scadenza a novembre del 2018 (la durata complessiva è quindi di sei anni), e i 750 milioni di euro relativi alla scadenza del 2024, con uno spread pari a cento punti base rispetto al benchmark.
Il Ghana emette bond triennali per sostenere la propria valuta
La banca centrale del Ghana è pronta a emettere titoli obbligazionari a tre anni per un importo complessivo di trecento milioni di cedi: si tratta di una cessione di bond che è stata pensata appositamente sia per gli investitori domestici che per quelli stranieri, con un’asta apposita. Secondo lo stesso istituto di credito africano, la quotazione a cui si sta facendo riferimento ha l’obiettivo di sostenere le commissioni più urgenti del governo di Accra, anche se non sono pochi quelli che vi hanno intravisto una mossa e un intervento per stabilizzare la debole valuta locale, magari attraendo il maggior numero di dollari dagli investitori esteri. La banca, inoltre, ha fortemente bisogno di rimpinguare le proprie riserve interne e ha intenzione di venire incontro alla crescente richiesta di valuta straniera.
L’inflazione fa aumentare il rendimento dei bond peruviani
I titoli obbligazionari del Perù sono crollati in maniera evidente, provocando un aumento dei relativi rendimenti fino a picchi che non venivano registrati da almeno tre settimane: si tratta di una conseguenza chiara della speculazione che sta coinvolgendo il paese andino e soprattutto il suo obiettivo di inflazione, visto che la banca centrale è intenzionata ad aumentare i tassi di interesse. Volendo essere più precisi, c’è da dire che il ritorno economico che fa riferimento al benchmark della nazione è ormai giunto a 7,84 punti percentuali. Si sta parlando, nello specifico, di titoli in scadenza nel 2020 e che sono denominati nella valuta locale, il nuevo sol peruviano: l’aumento è stato quantificato in due punti base (+0,02%).
Per Toyota già quattro obbligazioni nel 2012
Toyota Motor non dovrebbe essere in grado di trarre il miglior profitto possibile dall’attuale situazione in cui vigono bassi tassi di interesse: è proprio per questo motivo che il colosso automobilistico giapponese ha incaricato la propria divisione finanziaria, la Toyota Motor Credit Corporation, di accedere al mercato americano del debito per la quarta volta nei primi cinque mesi di quest’anno, visto che i costi di indebitamento continuano a scendere in rapporto ai rendimenti messi a disposizione dal Tesoro statunitense. Nel dettaglio, l’azienda nipponica ha venduto dei bond quinquennali, con tanto di cedola fissata all’1,75% e per un importo complessivo di un miliardo di dollari.