I mercati finanziari sono sempre più iperattivi, o se vogliamo definirli in gergo tecnico “volatili”. Ciò comporta continuamente delle scelte importanti, spesso addirittura arrivando a ridisegnare con una certa frequenza sia la composizione che la geografia del proprio portfolio. Poi, quando l’attenzione si sposta dai monitor e dai grafici alle spiagge e al mare, è necessario valutare ancora meglio i propri investimenti visto che sarà più difficile seguire con la dovuta concentrazione l’andamento dei mercati.
Obbligazioni
Allianz compra bond italiani
Nonostante l’altissimo debito pubblico e la recessione in corso da molti mesi, il colosso assicurativo tedesco Allianz crede nell’Italia e dichiara di continuare ad essere un grande investitore di titoli di stato tricolori. In un’intervista rilasciata a CorrierEconomia, Dieter Wemmer – membro del Board of Management del gruppo Allianz e vicepresidente di Allianz Italia – ritiene che la valutazione attuale espressa dai mercati sui titoli di stato italiani è esagerata. L’Italia viene inserita nel novero del club dei paesi virtuosi e al momento non viene valutata correttamente in base alla solidità di lungo periodo.
Investire sui bond a lungo termine
Investire nei titoli obbligazionari di lungo periodo, siano essi corporate bond o titoli fixed income (cioè del reddito fisso), può essere una soluzione molto interessante per chi avesse intenzione di puntare su una strategia di reinvestimento delle cedole in un’ottica di investimento da “cassettista”. Impegnarsi per periodi molto lunghi, ovvero con titoli con scadenza trentennale o addirittura “perpetual” (cioè senza durata), può potenzialmente spaventare gli investitori in quanto in un arco di tempo così lungo il debitore emittente potrebbe andare incontro a problemi di natura finanziaria.
Investire in bond con rendimento nullo
La crisi dell’euro e dei debiti sovrani ha spinto numerosi investitori, soprattutto istituzionali, ad andare alla ricerca di una maggiore sicurezza per il proprio capitale senza dare troppo peso alla possibilità di lucrare un rendimento. Pagare per prestare i soldi a qualcuno è un paradosso, ma nel mondo finanziario ormai è da tempo un’abitudine per molti investitori. Fino a qualche tempo fa si acquistavano quasi esclusivamente titoli di stato tedeschi, ritenuti i più affidabili in assoluto, ora anche altri paesi sono stati interessati da questo trend.
Migliori investimenti primo semestre 2012
L’elevata volatilità sui mercati finanziari ha limitato notevolmente le performance delle economie “mature”, tra l’altro alle prese con problemi legati alla crescita e, nel caso dell’Europa, con gravi incertezze relative al debito sovrano e al futuro dell’unione monetaria. Il primo semestre del 2012 ha sorriso soprattutto ad alcuni paesi emergenti. Tuttavia, se si pensa ai soliti paesi appartenti al novero dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) ci si sbaglia di grosso. A dominare le classifiche dei rendimenti sui mercati azionari, obbligazionari e valutari sono alcuni paesi “speculativi”.
Dove investono i “paperoni” italiani
L’incertezza che regna sul futuro della zona euro sta spingendo la maggior parte degli investitori italiani più facoltosi a prendere in considerazione la diversificazione del proprio portafoglio con investimenti alternativi all’euro, ma anche ad incrementare la componente assicurativa. L’interesse dei “paperoni” per le polizze assicurative viene confermato anche dall’Associazione private banking italiana: nel 2007, cioè prima che scoppiasse la tempesta sui mercati finanziari, la quota era inferiore al 7%, mentre a fino 2011 aveva toccato il 9,6%.
Titoli di stato danesi con rendimenti negativi
I paesi dell’Europa del Nord stanno consolidando il loro status di porti sicuri in questa difficile fase storica per il vecchio continente, alle prese con una grave crisi dell’unione monetaria stronge dei debiti sovrani della periferia. Nonostante l’accordo raggiunto venerdì scorso a Bruxelles dal Consiglio europeo sulle misure salva-euro e sullo scudo anti-spread, gli investitori restano molto prudenti sul rischio-euro e preferiscono ancora acquistare titoli di stato dei paesi nordici con rating elevato e finanze pubbliche in ordine. Il rovescio della medaglia, però, sta nello spuntare rendimenti netti negativi.
Portafoglio con titoli in valute estere
La crisi dell’euro ha da tempo spinto molti investitori a puntare sue aree geografiche diverse. L’azionario è senza dubbio l’asset classe più speculativa, che abbina tra l’altro anche il rischio di cambio. Così, in ottica di diversificazione del proprio portafoglio, è possibile acquistare puntare su valute straniere acquistando titoli governativi, corporate bond o emissioni di enti sovranazionali. In questo modo è possibile spuntare rendimenti allettanti, beneficiando anche di un certo grado di equilibrio tra l’aggressività e la prudenza.
Bond Tunisia con garanzia USA
La Tunisia collocherà il proprio debito sul mercato americano, più di dodici mesi dopo lo scoppio della rivoluzione contro il regime di Ben Ali che poi diede il via alla “primavera araba”. Lo scorso 8 giugno il governo del paese nordafricano ha raggiunto un accordo bilaterale col governo di Washington e ne approfitterà per emettere titoli di debito fra gli investitori americani. La banca centrale tunisina punta a raccogliere tra i 400 e i 450 milioni di dollari, beneficiando della garanzia americana del valore di circa 30 milioni di dollari che, se attivata, permetterebbe di coprire tutto l’ammontare raccolto sul mercato.
Investire in tempi di crisi puntando sulla solidità degli emittenti
L’attuale fase di mercato, avvolta in un alone di incertezza a causa della crisi dei debiti sovrani europei, porta gli investitori a muoversi con la massima prudenza restando lontando dagli asset storicamente più rischiosi in tempi di crisi. In certi frangenti di estrema volatilità, l’ansietà rischia di giocare brutti scherzi amplificando la fantasia nelle scelte di investimento e aumentando contestualmente il rischio di errore. Tuttavia, secondo quanto afferma Manuela D’Onofrio, direttore investimenti di Unicredit Private Banking, il problema non è scegliere la tattica, cioè se restare sulla difensiva o passare improvvisamente all’attacco, bensì capire che tipo di approccio bisogna tenere oggi sui mercati.
Sri Lanka emette bond per sostenere la rupia
La Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka ha annunciato di voler collocare eurobond per circa un miliardo di dollari, in modo tale da aumentare le sue riserve in valuta pregiata e offrire maggiori strumenti alla propria banca centrale nazionale per difendere la moneta del paese. Infatti, la moneta nazionale, ovvero la rupia (LKR), quota sui minimi storici a 133,6 contro dollaro americano. Così lo Sri Lanka guarda al mercato del debito internazionale per sostenere la propria divisa. La gestione dell’operazione sarà curata da quattro banche internazionali, che avranno la funzione di lead manager, bookrunner e sottoscrittori.
Investire in titoli high-yield secondo M&G Investments
Secondo quanto dichiarato dal fondo di investimento britannico M&G Investments, primo nel paese di Sua Maestà con asset in gestione per 243 miliardi di euro, ci saranno drastici cambiamenti nella zona euro mentre per gli Stati Uniti è previsto un declino con perdita dello status AAA e l’avvio verso la recessione. Gli esperti di M&G ritengono che la BCE sarà costretta a tagliare il costo del denaro e dovrà diventare prestatore di ultima istanza, monetizzando il debito dei paesi membri. Secondo quanto dichiarato a Radiocor da Stefan Isaac – money manager di European Corporate Bond Fund di M&G – i corporate bond restano molto attraenti per M&G.
Pressioni su Crédit Suisse per l’emissione di Coco Bond
Crédit Suisse, tra i maggiori istituti di credito della Svizzera e del continente europeo, è pronta a emettere sei miliardi di franchi in bond convertibili, meglio noti con il nome di Coco Bond: il programma in questione prevede la scelta di questi titoli, simili a delle normali obbligazioni ma ovviamente convertibili in azioni, una modalità che spesso è utile per scongiurare gli aumenti di capitale (la sigla Coco sta proprio a indicare degli strumenti contingenti e convertibili per l’appunto), anche perché non esistono molte altre alternative valide. L’amministratore delegato del gruppo elvetico, Brady Dougan, è stato messo sotto pressione dagli ultimi annunci della Swiss National Bank, visto che quest’ultima ha candidamente messo in luce come la banca stessa non abbia incrementato il proprio capitale in maniera sufficientemente veloce.
La nuova asta dei titoli del governo nigeriano
Puntuale come un orologio svizzero, anche in questo mese di giugno la Nigeria è stata protagonista di una importante emissione di titoli obbligazionari: in effetti, la nazione africana ha provveduto a vendere un importo totale di 100,62 miliardi di naira in bond del tesoro (circa 619 milioni di dollari per la precisione), con due scadenze ben precise, vale a dire 91 e 182 giorni. Si tratta dell’asta bimensile a cui il paese non manca mai, in questo caso con dei rendimenti misti se vengono confrontati con la precedente emissione dello stesso tipo, come ha voluto precisare l’istituto di credito centrale.