Atlantia presenta gli obiettivi di crescita fino al 2015

Una crescita dell’Ebitda, anno su anno, del 4% circa nel periodo dal 2011 al 2015. E’ questo uno dei target di crescita del Gruppo Atlantia in accordo con gli obiettivi che in data odierna, lunedì 21 febbraio 2011, l’Amministratore Delegato della società, a Londra, ha illustrato alla comunità finanziaria. Il Gruppo Atlantia con un comunicato ufficiale ha altresì comunicato i dati preliminari 2010 per cui sono attesi ricavi consolidati in aumento del 7,5% circa a 3.750 milioni di euro a fronte di una crescita omogenea pari al 3,5% circa. Stesso livello di crescita nell’anno, pari al 7% circa, per l’Ebitda che è atteso poco sotto i 2,3 miliardi di euro, per l’esattezza a 2.285 milioni di euro circa, mentre gli investimenti sono stimati in aumento rispetto al 2009 del 20% a 1,5 miliardi di euro circa. Il tutto a fronte di una crescita sostenuta, per il Gruppo Atlantia, delle società estere con un incremento del 7% del traffico e del 12% dei ricavi da pedaggio; la liquidità del Gruppo Atlantia, al servizio del piano di investimenti, è pari a ben sei miliardi di euro circa.

Banca Imi: i nuovi certificati puntano sul cambio euro-sterlina

Il tasso di cambio tra euro e sterlina, una protezione finanziaria garantita al 100% e una durata quadriennale: sono queste le caratteristiche principali dei certificati di investimento lanciati da Banca Imi presso il comparto Sedex di Borsa Italiana, una buona opportunità per coloro che sono interessati ai mercati valutari. La banca d’investimento del gruppo Intesa Sanpaolo (l’istituzione risale al 2007, quando Banca Imi e Banca Caboto hanno dato vita a questa nuova realtà) ha deciso infatti di puntare su degli Equity Protection Short Certificates Quanto, la cui scadenza è stata fissata al 9 febbraio del 2015. Anzitutto, bisogna precisare che gli investitori possono fare affidamento su dei rating piuttosto lusinghieri per quel che concerne la società emittente: Moody’s e Fitch si sono sbilanciati con dei giudizi che contraddistinguono un’ottima affidabilità, rispettivamente Aa3 e AA-, mentre Standard & Poor’s ha valutato la banca con un A+ (discreta affidabilità).

Fsoc: gli hedge fund potrebbero provocare rischi sistemici

Gli hedge fund rischiano seriamente di minacciare ancora una volta la stabilità economica degli Stati Uniti in un periodo che può ancora definirsi di crisi: la constatazione emerge con chiarezza dal rapporto stilato di recente dallo staff del Financial Stability Oversight Council, il quale ha come obiettivo principale quello di agevolare il compito dei regolatori nel decidere quali compagnie finanziare devono essere assicurate alla supervisione della Fed. Il documento in questione ha messo in luce come un probabile “esodo” da parte degli investitori in questo tipo di strumento potrebbe causare il congelamento delle attività in alcuni mercati. Gli stessi problemi verrebbero causati dalle operazioni del comparto assicurativo.

Arabia Saudita: la crisi del Bahrain contagia i Cds

I Credit Default Swap (Cds) dell’Arabia Saudita hanno subito una brusca impennata a causa della crisi politica che sta coinvolgendo il vicino Bahrain; tali strumenti finanziari vengono utilizzati nel paese asiatico, maggior esportatore al mondo di petrolio, per misurare la fiducia degli investitori, nonostante il governo di Riyad non vanti alcun debito. Tutte queste precisazioni non hanno comunque impedito ai titoli di far registrare un balzo pari a 11,5 punti base, facendo attestare il livello totale a quota 138, il livello più alto da luglio 2009. Nel frattempo, i contratti relativi al Bahrain sono cresciuti per il quinto giorno consecutivo, un rialzo fin troppo pericoloso dei rendimenti.

BasicNet: vendite quasi triplicate sul mercato asiatico

Si è chiuso con un aumento del fatturato consolidato del 7%, a 165 milioni di euro, il 2010 per BasicNet. A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari dopo che il Consiglio di Amministrazione si è riunito, in data odierna, venerdì 18 febbraio 2011, per esaminare i dati preliminari 2010, da cui è emersa in particolare un forte crescita sul mercato asiatico con vendite quasi triplicate a fronte di un’espansione anche sul mercato europeo, con un +8%, e su quello di Medio Oriente ed Africa con un +9%. In crescita anche il dato sulle vendite aggregate dei licenziatari, passate dai 316 milioni di euro al 31 dicembre 2009 ai 367 milioni di euro al 31 dicembre dello scorso anno. Nell’anno, in Italia, sono stati inoltre aperti 48 nuovi punti vendita ad insegne del Gruppo. I dati definitivi dell’esercizio 2010 saranno poi esaminati ed approvati dal Consiglio di Amministrazione della società che tornerà a riunirsi in data 23 marzo 2011.

Fondi comuni: Janus batte il cinque agli investitori retail

I clienti retail rappresentano una delle principali platee finanziarie di Janus Capital Group: è proprio per questo motivo che la divisione internazionale della compagnia di Denver ha deciso di lanciare dei nuovi strumenti pensati appositamente per questi soggetti, cinque fondi comuni che hanno già ottenuto l’autorizzazione della Consob per quel che concerne il nostro paese. Si tratta, nello specifico, di tre prodotti che fanno riferimento al mercato azionario e due che invece osservano da vicino le performance del comparto obbligazionario. Analizziamo una per una queste offerte per comprenderne appieno le caratteristiche peculiari. Janus Us Fund punta soprattutto sulle azioni “large cap”, così da consentire una buona crescita di capitale nel lungo periodo; in questo caso, quindi, gli investimenti sono focalizzati sulle performance in eccesso dell’indice benchmark.

Giappone, riflettori puntati sui Samurai bond

Moltissime società estere stanno tornando a interessarsi al mercato dei cosiddetti Samurai bond, la modalità più classica per ottenere dei rendimenti interessanti dal Giappone; in particolare, si tratta di un vero e proprio ritorno di fiamma per quel che concerne gli alti rendimenti offerti, grazie anche alle condizioni relativamente economiche delle emissioni finanziarie. Nel corso della giornata di ieri, infatti, JPMorgan è stata l’ultima compagnia in ordine temporale ad attingere da questo comparto, mettendo a disposizione dei titoli a tasso fisso, della durata quinquennale e per un totale di 111,1 miliardi di yen. Non si tratta di una semplice emissione, bensì del primo lancio di Samurai bond da parte di una società finanziaria americana dal 2008, ovvero dal momento in cui è scoppiata la crisi globale.

Luxottica compra catene retail in Messico

High Tech e Stanza, due catene di negozi, in Messico, specializzate nel segmento “sole”. Sono questi i nuovi acquisti di Luxottica Group, società quotata in Borsa a Piazza Affari ed al New York Stock Exchange (NYSE) attiva nel settore del lusso, ed in particolare nell’occhialeria di fascia alta. L’acquisizione di High Tech e Stanza, che hanno oltre settanta punti vendita, segna l’ingresso di Luxottica nel mercato retail messicano attraverso la stipula di due accordi aventi un controvalore complessivo pari a 17 milioni di euro circa. Luxottica stima che l’operazione possa essere perfezionata entro il secondo trimestre del corrente anno. Una volta acquisite le due catene, Luxottica punta a convertire progressivamente i negozi con il marchio Sunglass Hut in un mercato come quello messicano che risulta essere tra i più dinamici e, quindi, con elevate potenzialità di crescita.

Fiat: Termini Imerese, via libera al rilancio

A Termini Imerese il polo industriale della multinazionale torinese Fiat non chiude, dopo la decisione legata al suo disimpegno, ma sarà oggetto di una riqualificazione e di una reindustrializzazione. Questo dopo che, in accordo con quanto reso noto nella giornata di ieri dal Ministero dello Sviluppo Economico, è stato firmato l’accordo che prevede il rilancio del sito attraverso un piano di attuazione avente una durata pari a 36 mesi. L’impegno per il rilancio di Termini Imerese è sia pubblico, sia privato con 100 milioni di euro messi a disposizione proprio dal Ministero dello Sviluppo Economico, per i contratti di sviluppo, e per nuovi investimenti da attuarsi in cofinanziamento con la Regione Siciliana. Quest’ultima, non a caso, metterà sul piatto risorse fino ad un massimo di 350 milioni di euro, dei quali 150 milioni di euro per agevolare gli insediamenti infrastrutturali, ed i restanti massimi 200 milioni di euro proprio per gli interventi in cofinanziamento con il Ministero dello Sviluppo Economico.

Obbligazioni strutturate: Credit Suisse punta sui CoCo bond

Prodotti finanziari avveniristici o ennesima diavoleria nel campo degli investimenti? L’opinione è nettamente divisa per quel che concerne la valutazione dei cosiddetti CoCo bond, obbligazioni sfruttate dagli istituti di credito per rispettare in maniera puntigliosa i dettami di Basilea 3, ma soprattutto lo strumento del momento grazie anche all’emissione da record di Credit Suisse, circa 4,6 miliardi di euro. Che cosa intende ottenere la banca elvetica in questo modo? I Contingent Convertible bond rappresentano una tipica obbligazione ibrida, la quale può essere convertita in titolo azionario quando i requisiti del patrimonio raggiungono determinati limiti. La decisione di Credit Suisse riguarda un lancio che avverrà a partire dagli ultimi mesi del 2013, ma non vi sarà alcun tipo di scadenza.

Unicredit, in programma un seminario per gli investimenti del 2011

Gli investitori finanziari hanno bisogno più che mai in questo periodo di essere guidati e consigliati; il 2011 viene dipinto da più parti come un anno di transizione, prima della vera ripresa economica che dovrebbe avvenire nel 2012, ma come si possono fronteggiare gli ipotetici ultimi colpi di coda della recessione? Il seminario indetto da banca Unicredit per il prossimo 18 febbraio rappresenta una opportunità importante in questo senso, tanto più che si tratta di un incontro del tutto gratuito e destinato ai soggetti più diversi, dagli analisti ai trader, in modo da analizzare in maniera precisa e accurata quali sono i migliori scenari del nuovo anno dal punto di vista macroeconomico e scegliere con relativa tranquillità tra prodotti come bond, titoli di Stato, certificates e monete.

Golden Harvest: posticipata la vendita dei Dim Sum Bond

Tutto si è risolto con un nulla di fatto: Orange Sky Golden Harvest Entertainment, la compagnia cinematografica cinese famosa per la produzione dei film di Bruce Lee, ha deciso di cancellare improvvisamente la programmata cessione di alcuni titoli obbligazionari denominati in yuan e destinati alla Borsa di Hong Kong. L’indiscrezione è giunta direttamente da una fonte interna al gruppo. Che cosa è successo esattamente? La società asiatica sta attualmente continuando le trattative che aveva avviato tempo addietro con i propri investitori, oltre a monitorare in maniera costante e attenta le condizioni del mercato; tutti i dettagli di tale operazione finanziaria sono strettamente privati ed è per questo motivo che la persona che ha fornito le informazioni non ha voluto essere identificata.

Terna conferma politica dividendi

Prendendo come anno di riferimento il 2008, Terna, società quotata in Borsa a Piazza Affari ed attiva nel dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete nazionale, ha confermato la propria politica di dividendi agli azionisti consistente nella crescita, anno su anno, pari al 4%. Questo dopo che il Consiglio di Amministrazione della società si è riunito sia per l’esame dei dati preliminari consolidati dell’esercizio 2010, sia per la presentazione del Piano Strategico 2011-2015 che, tra l’altro, prevede nuovi investimenti sulla rete di trasporto unitamente ad una nuova focalizzazione sulle attività non tradizionali. Nel dettaglio, nonostante la congiuntura ancora non favorevole, Terna S.p.A. ha chiuso il 2010 con tutti gli indicatori economici e finanziari che, con una crescita in doppia cifra, si sono attestati ai massimi dall’IPO. In particolare, anno su anno l’Ebitda di Terna S.p.A. è balzato nel 2010 del 17% a fronte di investimenti nella rete saliti del 30% a 1,2 miliardi di euro unitamente ad investimenti nelle rinnovabili, ed in particolare nel fotovoltaico.

EuroMot: lanciati sei titoli di Bei ed Unione Europea

La Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e l’Unione Europea sono state accomunate da una recente emissione finanziaria di estremo interesse per gli investitori: il riferimento va a sei titoli pensati appositamente per chi guarda con attenzione all’economia del Vecchio Continente e alle performance dell’euro. Le negoziazioni in questione sono cominciate lo scorso 11 febbraio e hanno riguardato l’Eib Eur 2,125% Earns due January 2014, l’Eib Eur 4,625% Earns due 2020, l’Eib Dollar 1,25% Notes Due 2014, l’Eib Dollar 2,25% Notes Due 2016, l’Eib Eur 3% Bonds due September 2022 e l’European Union Eur 2,375% Notes due 22 september 2017. Come si può evincere facilmente da queste denominazioni, è stata la stessa Bei a farla da padrona, con cinque prodotti su sei, mentre anche le quotazioni del dollaro sono spuntate nel nome di uno degli strumenti.