Perché la sterlina sta crollando sul forex nel 2013?

Il 2013 si è aperto con una raffica di vendite sulla sterlina, che sul forex continua a perdere valore nei confronti delle valute più importanti. Ma qual è la motivazione che sta spingendo i grandi investitori internazionali a scommettere forte sul calo del pound? Innanzitutto, alla base c’è una motivazione prettamente di natura macroeconomica. Il Regno Unito non riesce a superare con decisione il ciclo recessivo che sta mordendo l’economia di sua Maestà ormai dal 2008: così il 2012 potrebbe chiudersi con la terza recessione in quattro anni.

Euro va bene così secondo Draghi

La Bce ha mantenuto invariati i tassi di interesse nella zona euro allo 0,75%, ovvero il livello più basso di sempre. Nessuna modifica nemmeno per il tasso sui depositi, che resta allo 0%, e per il tasso marginale che invece è sempre fermo all’1,5%. La decisione della Bce era comunque scontata dagli investitori, che invece si aspettavano qualche indicazione sul cambio dell’euro da parte del governatore dell’Eurotower. Durante la conferenza stampa, Mario Draghi ha parlato dell’andamento dell’euro ma senza esporsi molto con indicazioni precise.

Investire sul forex con gli Etc

Negli ultimi anni, complice il crollo dei mercati azionari e i bassi tassi di interesse di mercato, è aumentato l’interesse verso il forex, ovvero il mercato internazionale delle valute. Gli investitori retail puntano molto all’accesso diretto su questo mercato attraverso broker specializzati, in quanto si riesce a spuntare una maggiore efficienza e un netto risparmio sui costi di transazione. Tuttavia, accanto alla categoria dei trader dinamici ce né un’altra che preferisce uno stile da “investitore puro”. Da un paio d’anni sono quotati alla borsa di Milano gli Etc sulle valute.

Previsioni euro/dollaro dicembre 2012

Dopo aver superato quota 1,31 nella giornata di ieri, molti analisti finanziari ritengono che nel breve periodo la spinta rialzista sul tasso di cambio euro/dollaro possa esaurirsi per mancanza di compratori a prezzi tutto sommato elevati se confrontati con quelli registrati meno di un mese fa. A partire dai minimi di metà novembre scorso, ovvero area 1,2660, il cambio euro/dollaro ha mostrato ben 12 sedute positive su 15 mostrando una performance del 3,5%. Il cambio si è messo alle spalle resistenze molto importanti, senza quasi mai soffrire particolarmente.

Forex euro/dollaro sopra 1,31 sui massimi a 30 giorni

Sul Forex il trend principale del mercato resta favorevole all’euro, soprattutto dopo che la Grecia ha annunciato ieri il lancio del piano di buyback da 10 miliardi. La moneta unica sta guadagnando terreno contro tutte le principali monete, in particolare contro il dollaro americano che risente molto del brutto dato dell’Ism manifatturiero pubblicato ieri. Infatti, a novembre l’attività manifatturiera negli Stati Uniti ha sperimentato una brusca discesa sotto la soglia “psicologica” dei 50 punti, spartiacque tra crescita e rallentamento economico.

Il dato è stato inferiore alle attese e il peggiore dal luglio 2009. Nei due mesi precedenti l’attività manifatturiera americana era cresciuta, lanciando importanti segnali di ripresa economica. Ora, complice anche l’uragano Sandy che ha colpito duramente la East Coast a inizio novembre, l’economia americana fa più di un passo indietro. Il biglietto verde mostra anche una certa debolezza a causa delle incertezze legate al fiscal cliff, nonostante le recenti dichiarazioni di Barack Obama che prevede un’intesa entro Natale.

Sul Forex il tasso di cambio euro/dollaro è salito oggi fino a 1,3106, che equivale al massimo più alto da oltre un mese. Oggi l’euro è molto forte anche contro la sterlina (cambio Eur/Gbp sopra 0,8120), il franco svizzero (nuovo massimo da oltre due mesi a 1,2144), il dollaro canadese (cambio Eur/Cad ai top degli ultimi sei mesi circa sopra 1,30). Resta più o meno stabile, invece, il tasso di cambio euro/yen poco sopra 107, anche se il trend è ancora decisamente orientato verso l’alto. Per quanto riguarda il cambio euro/dollaro, le prospettive restano rialziste per i prossimi giorni.

Da un punto di vista tecnico, dopo il breakout esplosivo di area 1,30 – 1,3020, il cambio euro/dollaro è riuscito a superare anche la resistenza-chiave di 1,3080. Se dovesse chiudere la seduta sopra questi liveelli, o addirittura sopra 1,31, è probabile un proseguimento del bullish trend verso la prossima area di resistenza di 1,3140. A quel punto, il cambio potrebbe puntare anche a raggiungere i top di metà settembre scorso toccati in area 1,3170.

Come investire nel Forex

Il Forex è il mercato internazionale delle valute. Permette ai trader di effettuare la compravendita delle principali monete estere, scommettendo sul rialzo o il ribasso delle stesse. Investire nel Forex è diventato molto più semplice negli ultimi anni. Infatti, dopo la crisi finanziaria del 2007-2008 molti trader si sono allontanati dai mercati azionari puntando sul mercato delle valute estere, dove la possibilità di operare con capitali ridotti e di puntare indifferentemente al rialzo o al ribasso senza restrizioni ha fatto senza dubbio la differenza.

Comprare euro o dollaro a ottobre 2012?

Il mese di ottobre 2012 è finora stato caratterizzato da grande incertezza sui mercati finanziari, complice il ritorno del clima di risk off a seguito dell’aumento dei timori sul debito spagnolo, tra l’altro bocciato da S&P al livello BBB-“, e per il forte rallentamento della crescita economica, come evidenziato anche nelle receenti stime del Fondo Monetario Internazionale. Molti investitori si chiedono se sia il caso di puntare ancora sull’euro, che da fine luglio a metà settembre aveva messo a segno una performance spettacolare, oppure sul dollaro americano.

Migliori fondi per investire in yuan cinesi

Ad oggi sono sette le case di investimento che hanno un fondo che punta sui bond goveernativi cinesi. L’ultimo in ordine di arrivo è l’Invesco Renminbi fixed income fund. La sensazione è che la categoria possa velocemente diventare sempre più affollata, considerando le potenzialità di rendimento degli investimenti espressi in valuta cinese, ovvero in yuan (o renminbi). Secondo Invesco, lo yuan può diventare la seconda valuta mondiale entro i prossimi 10 anni, ma per ora l’investitore deve dedicare alla valuta cinese solo il 4-5% del portafoglio.

Riserve valutarie della Svizzera a livelli record

Il super franco resta croce e delizia per la Banca Centrale svizzera (SNB, Swiss National Bank). Da un lato rende meno appetibili le esportazioni elvetiche nel commercio internazionale, caratterizzato da una forte competitività soprattutto dei paesi emergenti grazie ai loro prodotti a basso costo; dall’altro, rende sempre più attraente la piazza finanziaria svizzera e permette di acquistare beni e servizi all’estero ad un costo basso. Un anno fa la SNB decise di ancorare la moneta svizzera all’euro al livello di 1,20, per evitare nuovi clamorosi apprezzamenti del franco.

Inflazione nelll’euro-periodo

Secondo quanto affermato dalla Cgia di Mestre, tra il 2002 e il 2012 (ovvero, nell’euro-periodo), le regioni italiane che hanno subito maggiormente la morsa dell’inflazione sarebbero state quelle del mezzogiorno, con aree che hanno visto crescere più delle altre il costo della vita. Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata guidano pertanto la poco invidiabile classifica, con inasprimenti dei prezzi che sono stati particolarmente ingenti per l’alcol, il tabacco, le ristrutturazioni, gli affitti, le bollette, i combustibili e i trasporti.

I dati statistici elaborati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, evidenziamo come tra il 2002 e il luglio di quest’anno, l’inflazione media italiana è cresciuta del 24,9%. “In Calabria si è registrato l’incremento regionale più elevato: +31,6%” – afferma la Cgia in dichiarazioni riportate dal quotidiano La Repubblica – “Seguono la Campania, con il +28,9%, la Sicilia, con il +27,6%, e la Basilicata, con il +26,9%. Le meno interessate dal ‘caro prezzi’, invece, sono state la Lombardia, con un’inflazione regionale del +23%, la Toscana, con il +22,4%, il Veneto, con il +22,3% e, ultimo della graduatoria, il Molise, dove l’inflazione è lievitata ‘solo’ del 21,7%”.

Su quali valute estere investire nel 2012

Diversificare il proprio portfolio con valute diverse dall’euro può essere una scelta corretta, al di là della crisi attuale che imperversa nel vecchio continente. In una fase storica dove l’incertezza regna sovrana, alcuni money manager suggeriscono una diversificazione valutaria fino a oltre il 50% del totale investito, puntando su valute di economie mature (dollaro americano, yen, sterlina), valute rifugio (franco svizzero) e valute forti del Nord Europa (corone scandinave). Se, invece, si vuole optare per una linea più prudente non bisognerebbe andare oltre il 30% del totale investito.

Segnali chiave per monitorare i mercati finanziari

Oggi muoversi sui mercati finanziari significa destreggiarsi in un contesto altamente complesso e influenzato da numerose variabili di natuta tecnico-fondamentale: volatilità, spread, correlazioni e tanto altro ancora. In palio c’è l’andamento delle principali asset class di investimento, dall’azionario all’obbligazionario, dalle valute alle materie prime. Per entrare in simbiosi con i mercati finanziari sia il professionista che il piccolo investitore retail devono necessariamente studiare una serie di variabili, in un mercato che oggi solo a Wall Street è dominato per oltre il 50% degli scambi da programmi automatizzati (i cosiddetti “high frequency trading”).

Quali sono gli indicatori dell’euro-rischio

La crisi dell’euro imperversa sui mercati finanziari da oltre due anni. Molti governi sono saltati, alcuni paesi hanno chiesto aiuto per evitare la bancarotta (Portogallo e Irlanda), altri hanno chiesto sostegno esclusivamente per evitare il crack del proprio sistema bancario (Spagna). Un paese, la Grecia, è stata spesso con più di un piede fuori dalla zona euro dopo aver messo a punto una mega-ristrutturazione del proprio debito. Altri paesi (Italia in primis) temono di essere le prossime vittime della speculazione internazionale e stanno cercando di spingere verso soluzioni anti-crisi drastiche e precise.

Dove investono i “paperoni” italiani

L’incertezza che regna sul futuro della zona euro sta spingendo la maggior parte degli investitori italiani più facoltosi a prendere in considerazione la diversificazione del proprio portafoglio con investimenti alternativi all’euro, ma anche ad incrementare la componente assicurativa. L’interesse dei “paperoni” per le polizze assicurative viene confermato anche dall’Associazione private banking italiana: nel 2007, cioè prima che scoppiasse la tempesta sui mercati finanziari, la quota era inferiore al 7%, mentre a fino 2011 aveva toccato il 9,6%.