Bper e Bps, venti di fusione

Venti di fusione tra Bper e Bps. Un ottima mossa dal punto di vista bancario ma una decisione che potrebbe portare ad alcune problematiche occupazionali.

Offerta di scambio volontaria di Bper

La fusione tra Bper e Bps si inserisce di diritto tra le operazioni più rilevanti del settore bancario italiano degli ultimi anni, per dimensioni, impatti territoriali e strategia. L’idea di fondo è che Bper voglia acquisire il controllo della Popolare di Sondrio e integrarla al proprio gruppo con l’obiettivo di rafforzarsi, guadagnare efficienza e offrire un servizio più ampio e competitivo.

L’accordo si basa su un’offerta pubblica di scambio volontaria promossa da Bper che ha offerto per ogni azione della Popolare di Sondrio 1,450 azioni ordinarie di Bper di nuova emissione. Questo rapporto di scambio include un premio di circa il 6,6% rispetto ai valori di mercato al momento dell’annuncio.

Anche se, nelle settimane successive, a causa dell’andamento dei corsi azionari, è emerso uno sconto implicito rispetto al prezzo in un giorno specifico successivo.

Bper punta ad acquisire almeno la maggioranza del capitale sociale di Bps. L’obiettivo iniziale era superare il 50%, ma l’offerta prevede come opzione minima una partecipazione del 35% più una azione, che comunque darebbe la capacità di esercitare una forte influenza. In effetti, BPER ha già raccolto adesioni tali che oggi detiene circa il 58,5% di Bps.

Un punto chiave è la soglia di oltre due terzi del capitale sociale perché, raggiungendo quella quota, Bper sarebbe in grado di deliberare la fusione, modificare lo statuto e approvare le decisioni straordinarie senza bisogno del consenso degli azionisti di minoranza che si oppongono.

Se poi la partecipazione diventasse almeno del 90%, si darebbe anche spazio al delisting di BPS, ovvero all’uscita della banca valtellinese dalla Borsa.

Sinergie e risparmi di valore

Dal punto di vista economico le sinergie attese, ovvero i risparmi e i benefici derivanti dall’integrazione, sono consistenti. Bper stima che con la fusione si potranno realizzare sinergie per circa 290 milioni di euro entro il 2027. I costi una tantum per attuare la fusione sono invece stimati in circa 400 milioni di euro.

C’è anche grande attenzione agli aspetti territoriali e umani, cioè al rapporto con i territori dove Bps è storicamente presente, alla salvaguardia del personale e al valore del marchio.

Bper ha fatto sapere di non voler “svuotare” la Popolare di Sondrio, ma piuttosto valorizzare la sua identità locale, mantenere una struttura creditizia territoriale nella zona di Sondrio e incorporare il personale con criteri che prevedono uscite volontarie, pensionamenti o prepensionamenti. Sarà davvero così?

Nell’ambito del piano industriale, l’attenzione alla digitalizzazione e all’innovazione è centrale, con investimenti previsti per migliorare servizi, infrastrutture e gestione dei sistemi. L’idea è quella di superare il concetto di fusione parlando di una trasformazione che cerca di combinare la solidità e la capillarità locale di Bps con la dimensione, gli investimenti e la capacità di innovazione di Bper.

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