Tnt – Ups fusione bloccata

La Commissione europea fornisce parere negativo sulla fusione Tnt – Ups, e il matrimonio tra i due operatori sembra allontanarsi di gran passo. Il commissario Almunia sostiene infatti che con l’operazione societaria tra le due aziende si sarebbe creato un vuoto di concorrenza senza alcun competitor che potrebbe essere attualmente in grado di riempirlo: di qui il conseguente scoraggiamento delle parti in causa, che hanno optato per un ripensamento.

Il giudizio fornito in sede comunitaria ha infatti indotto la Ups ad annunciare di rinunciare all’acquisizione. Una notizia che ha provocato un crollo radicale delle quotazioni del titolo Tnt, che vede così sfumare i miliardi di dollari che erano stati messi sul tavolo per completare la transazione (vedi anche Tre tranche per le obbligazioni di Ups).

In proposito, il presidente di Ups, Scott Davis, ha commentato esprimendo un “profondo rammarico per la posizione della Commissione europea”; il manager – ricordava il quotidiano La Repubblica nella sua edizione online – “ha spiegato inoltre che erano stati presi numerosi impegni da parte della sua compagnia per superare lo scoglio antitrust. Dove si sia arenato il progetto, è ancora prematuro ricostrurilo. Pochi giorni fa, però, il commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, aveva dato un indizio significativo. Parlando da Londra, Almunia aveva detto che l’operazione avrebbe richiesto il reperimento di un altro “integratore” nel mercato delle consegne, ruolo che Tnt avrebbe perso con l’acquisizione da parte di Ups e per cui non ci sarebbero state alternative”.

È d’altronde noto come gli unici concorrenti europei di Ups – escludendo la stessa Tnt – siano la tedesca Dhl, che è specializzata nella fornitura di servizi di consegna rapida, grazie all’impiego di vettori aerei. Un’offerta, quest’ultima, tuttavia troppo scarna per convincere la Commissione europea della possibile sostituzione del competitor mancante (vedi anche Fusione Atlantia – Gemina).

“Con l’esito negativo dell’operazione, Ups dovrà comunque versare a Tnt 200 milioni come fee per il ritiro dell’offerta. Quest’ultima ha avuto una gestazione travagliata, in quanto è stata portata in un primo momento all’inizio dello scorso anno. Il gruppo olandese aveva rifiutato la proposta da 4,9 miliardi (9 euro per azione, un premio del 42% rispetto alle quotazioni di mercato di allora) lasciando comunque aperta la porta delle discussioni con Ups. Una volta migliorata l’offerta, nel marzo 2012 era entrata sotto la lente delle istituzioni europee, che avevano chiesto di porre rimedio ad alcuni parametri” – conclude il quotidiano.

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