Per individuare uno strumento finanziario quotato, ad esempio, sul circuito di Borsa Italiana S.p.A., esiste un particolare codice, detto “codice ISIN“, che lo identifica in maniera univoca nel senso che non possono esistere due strumenti finanziari con lo stesso codice. Il codice ISIN si compone di dodici caratteri, con i primi due che identificano il Paese di emissione. E così, ad esempio, le azioni ENI, aventi codice ISIN IT0003132476, hanno come primi due caratteri “IT”, ovverosia l’identificativo del nostro Paese, mentre, per fare un altro esempio, il “Lyxor Etf Ftse Mib” ha come codice ISIN FR0010010827, con “FR” che indica la Francia proprio perché lo strumento finanziario, pur essendo negoziabile sul mercato italiano, è emesso da una società, ovverosia da un emittente, con sede operativa in Francia, con la conseguenza che è anche francese per questo particolare strumento la legislazione di riferimento.
mercati obbligazionari
Fondo Arca BT Tesoreria per gestire la liquidità
I Fondi Comuni di investimento possono essere sfruttati, puntando su prodotti a basso rischio, anche come strumenti per gestire, “parcheggiare” e far rivalutare la liquidità in eccesso. Basti pensare, ad esempio, ad un’impresa che ha accantonato somme, anche ingenti, per la stipula di accordi commerciali o acquisizioni che, però, saranno realizzate solo dopo parecchi mesi. Di conseguenza, se questa liquidità magari sul conto corrente rende zero o quasi, affidandosi ai Fondi Comuni, ed in particolare a quelli del comparto “liquidità“, si possono comunque ottenere dei rendimenti a fronte di un rischio molto basso. Uno di questi prodotti viene offerto sul mercato da Arca Sgr con il Fondo Arca BT Tesoreria, un Fondo che alla fine dello scorso mese vantava un patrimonio pari a ben 3861 milioni di euro.
Btp a lungo termine: alti rendimenti, rischio prezzo
I titoli di Stato che in Italia offrono i rendimenti più elevati sono rappresentati dai Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) a lunga scadenza, ovverosia quelli oltre i venti anni. Le cedole offerte da questi titoli sono molto appetibili: basti pensare che il Btp-1St40 5%, con codice ISIN IT0004532559, offre una cedola facciale annuale del 5% lordo a fronte di un prezzo che, in base alla chiusura di ieri, è pari a 103,68. Questo significa che attualmente il titolo quota sopra la pari, ed offre un rendimento annuo netto del 4,20% circa, ovverosia oltre quattro volte il tasso netto offerto da un Buono Ordinario del Tesoro a dodici mesi. A fronte di interessi elevati, pur tuttavia, chi investe su questi titoli a lungo termine si espone al “rischio prezzo“, ovverosia alla possibilità che l’attuale quotazione del titolo sul mercato registri ampie variazioni al ribasso o al rialzo.
Fondi BancoPosta azionari, bilanciati e flessibili
Anche il Gruppo Poste Italiane, che già da diversi anni da società tipicamente focalizzata nei servizi di recapito, è diventato sempre più “banca”, ma anche società telefonica con l’operatore PosteMobile, ha la propria gamma di Fondi Comuni di Investimento, da quelli a basso rischio a quelli con un profilo di rischio più elevato e, quindi, indicati per investire il capitale a medio e lungo termine. Attualmente i Fondi promossi da Poste Italiane ai risparmiatori sono in tutto otto, e sono i seguenti: BancoPosta Monetario, che ha le caratteristiche di un Fondo specializzato nell’investire nell’obbligazionario euro governativo a breve termine.
Etf basso rischio: investire in liquidità
Per investire a basso rischio su strumenti finanziari aventi caratteristiche “monetarie”, ovverosia facilmente liquidabili e con rivalutazione costante, anche se bassa, del capitale investito, ci sono diverse strade. Ad esempio, si può investire in Buoni Ordinari del Tesoro a tre mesi, oppure in Fondi Comuni di investimento monetari, fermo restando il fatto che le commissioni bancarie per i Bot, ed eventuali commissioni di ingresso nei Fondi, possono incidere sul rendimento complessivo. Si può investire con un’ottica di brevissimo periodo anche sui pronti contro termine, ma in questo caso a fronte di un rendimento certo, anche se basso, il capitale investito non può essere disinvestito prima della scadenza, anche se questa è breve. E allora, per chi vuole puntare su strumenti finanziari assimilabili alla “liquidità“, può essere interessante investire in Etf che operano proprio sul brevissimo termine, con il vantaggio poterli negoziare in tutti i giorni di Borsa aperta.
Obbligazione Abn Amro tasso misto 2009-2014
Nei giorni scorsi sul MOT sono state ammesse alle negoziazioni le Obbligazioni Abn Amro tasso misto 2009-2014, con godimento 23 dicembre 2009 e scadenza quinquennale fissata per il 23 dicembre 2014, quanto i titoli ai possessori saranno rimborsati alla pari ed in un’unica soluzione alla scadenza. Le obbligazioni, con codice ISIN NL0009287069, sono negoziabili sul mercato per importi pari a 1.000 euro nominali o multipli, e fruttano in via posticipata gli interessi nei giorni 23 giugno ed il 23 dicembre di ogni anno. La società emittente delle obbligazioni è Abn Amro Bank N.V., il cui ultimo rating disponibile è “Aa3” per Moody’s, “A+” per Standard & Poor’s e “AA-” per l’agenzia Fitch Ratings. L’emissione è stata di 25.000 obbligazioni per complessivi 25 milioni di euro nominali, ragion per cui il flottante non è elevatissimo; pur tuttavia, sulle obbligazioni Abn Amro tasso misto 2009-2014, la cui ultima cedola lorda è stata del 2,50%, è previsto che l’emittente si impegni a fornire sul MOT dei prezzi in acquisto ed in vendita dei titoli.
Titoli di Stato: le emissioni del primo trimestre 2010
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, in vista del nuovo anno, ha provveduto a rilasciare il calendario dei collocamenti di titoli di Stato attesi per il primo trimestre del 2010; in particolare, sono stati comunicati i collocamenti dei Btp, Cct e Ctz, sia per le nuove emissioni, sia per le nuove tranche di titoli di Stato già in precedenza collocati sul mercato. Ebbene, l’anno prossimo il Tesoro ha in programma di collocare il nuovo Ctz con decorrenza 26/02/2010, e scadenza il 29/02/2012, per un importo minimo dell’intera emissione pari a ben nove miliardi di euro. Con una cedola lorda facciale al 2%, per l’anno prossimo, sempre nel corso del primo trimestre 2010, arriva il Btp con decorrenza 15/12/2009 e scadenza il 15/12/2012 sempre per un importo minimo dell’intera emissione pari a ben nove miliardi di euro.
Fondi Comuni di Investimento: commissioni e performance
I Fondi Comuni di Investimento rappresentano una delle più note forme di allocazione del risparmio da parte di investitori che, in base al loro profilo di rischio, acquistano le quote di uno o più Fondi Comuni che operano, sulla base di un preciso regolamento ed indirizzo di gestione, su uno o più mercati con l’obiettivo di creare valore per il sottoscrittore, nel medio e nel lungo periodo, e di “battere il mercato” conseguendo dei rendimenti superiori a degli indicatori di riferimento. I Fondi Comuni di Investimento si possono suddividere in tre grandi categorie: azionari, che investono in titoli di società quotate in uno più Paesi, obbligazionari, che investono su titoli pubblici e/o obbligazioni societarie, e quelli bilanciati che, in base alla politica di investimento, hanno in portafoglio un mix tra azioni ed obbligazioni in funzione di ben determinate sogli percentuali alle quali di norma il Fondo, per regolamento, deve sottostare.
Cct, Bot, Ctz e Btp: ecco le aste di fine 2009
Il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha programmato nuove aste di titoli di Stato, le ultime del 2009, che riguardano i Bot, i Cct, i Ctz ed i Btp; nel dettaglio, l’asta dei Buoni Ordinari del Tesoro si terrà il prossimo 29 dicembre 2009, con data di regolamento fissata per il 4 gennaio 2010. Il Mef offre 10 miliardi di euro di Bot semestrali, con scadenza a 177 giorni; trattasi, nello specifico, del Bot 30.06.2010, prenotabile in asta da parte dei risparmiatori, nei giorni prima dell’avvio della stessa, come al solito per importi pari a 1.000 euro o multipli di mille euro. L’asta Bot, tra l’altro, è stata disposta dal Mef in concomitanza con la scadenza di Buoni Ordinari del Tesoro, per un importo pari a 10,55 miliardi di euro, in data 31 dicembre 2009.
Etf per investire nei Corporate Bond
Per chi punta ad ottenere dei rendimenti investendo nel mercato azionario, ma non è attratto dai rendimenti, molto bassi, offerti dai titoli pubblici delle economie più mature, molto spesso si destina una quota parte delle proprie disponibilità nei “Corporate Bond“, ovverosia nelle obbligazioni societarie, specie quelle con un elevato rating. In ogni caso, l’accesso diretto a questa tipologia di strumenti può essere sia difficoltoso, sia oneroso a causa del fatto che il titolo quotato non sempre presenta livelli di scambi elevati tali da renderlo negoziabile, oppure magari il lotto minimo è particolarmente elevato e quindi fuori dai propri obiettivi di investimento. Ebbene, già da qualche anno c’è la possibilità di superare queste potenziali difficoltà investendo negli Etf obbligazionari che replicano proprio un paniere di corporate bond opportunamente selezionato sulla base di determinate caratteristiche.
Obbligazioni convertibili Credito Valtellinese con warrant 2010 e 2014
Dal 30 novembre, e fino al 18 dicembre scorso, sono stati negoziati sull’MTA, il Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana S.p.A., i diritti di opzione relativi ad un’offerta in opzione di obbligazioni convertibili del Credito Valtellinese, le quali hanno già ottenuto, sempre da parte di Borsa Italiana S.p.A., il via libera per l’ammissione a quotazione. Tutti coloro che hanno in portafoglio i diritti, potranno esercitarli entro e non oltre il prossimo 29 dicembre 2009, senza oneri o spese aggiuntive, presso gli intermediari autorizzati e presso le filiali bancarie del Credito Valtellinese. Alla sottoscrizione delle obbligazioni è legata anche l’assegnazione di due tipologie di warrant: i “Warrant 2010”, codice ISIN IT0004547904, con esercizio entro il 2010, ed i “Warrant 2014”, codice ISIN IT0004547912, con esercizio nel 2014.
Titoli di Stato: cosa offrono i Cct a lunga scadenza
Attualmente sul mercato dei titoli di Stato, restringendo l’attenzione sui soli Certificati di Credito del Tesoro (Cct), sono quotati una dozzina di titoli di questo tipo aventi una scadenza che parte dal 2010 fino ad arrivare al 2016. In particolare, i Cct dal 2010 al 2013 quotano attualmente sopra la pari, ovverosia sopra il valore di 100, anche se non di molto, mentre gli altri sulle scadenze più lunghe quotano sotto la pari ma allo stesso modo non più di tanto. Rispetto ai Btp, i Cct, anche quelli a lunga scadenza, essendo dei titoli a tasso variabile, presentano delle oscillazioni di prezzo decisamente più contenute. Questo significa che un Btp con scadenza 2016 ha di norma una volatilità più ampia rispetto ad un Cct con pari scadenza. Ma quale vantaggio offre attualmente l’investimento in Cct?
Obbligazione Mediobanca tasso variabile 2009/2014
Il 20 novembre scorso, sul mercato obbligazionario gestito da Borsa Italiana S.p.A., sono ufficialmente partite le negoziazioni dell’obbligazione Mediobanca tasso variabile 2009/2014, con codice ISIN IT0004540842, e con un rating dell’emittente “AA-” assegnato dalla società specializzata Standard & Poor’s, ed un rating per l’emissione pari allo stesso modo ad “AA-” sempre emesso a cura di Standard & Poor’s. L’Obbligazione Mediobanca tasso variabile 2009/2014 è negoziabile per lotti pari 1.000 euro nominali, o multipli, per un totale di 650 milioni di euro di controvalore nominale dei titoli che sono in circolazione. L’obbligazione, in particolare, può essere particolarmente interessante per chi di norma destina una quota parte del proprio risparmio ai titoli emessi da società italiane a grande capitalizzazione, e punta a conseguire nel tempo dei rendimenti in linea con quelli attuali di mercato ma comunque superiori a quelli offerti da strumenti finanziari a breve termine come possono essere i Buoni Ordinari del Tesoro (Bot).
Fondi Pensione aperti e linee di investimento
Le ultime revisioni a livello legislativo del nostro sistema previdenziale pubblico hanno sostanzialmente portato a due conclusioni: in futuro la pensione erogata tenderà in media ad essere più bassa rispetto al passato, a parità di contributi versati, e l’età pensionabile tenderà ad aumentare in funzione, per fortuna, dell’aumento delle aspettative di vita. Di conseguenza, a fine ciclo lavorativo, la sola pensione molto spesso è insufficiente per poter andare avanti, ragion per cui sin da giovani occorre aver la lungimiranza, avendone le possibilità economiche di costruirsi una pensione integrativa sfruttando il cosiddetto “secondo pilastro“, ovverosia i Fondi Pensione.