Le emissioni obbligazionarie del Cile nel 2013

Il Cile dovrebbe emettere quest’anno bond nominali e inflation-linked (collegati quindi all’andamento dei prezzi al consumo) nei mercati locali: l’annuncio è stato reso ufficialmente dal Ministero delle Finanze della nazione sudamericana, protagonista nel 2012 di una crescita economica davvero interessante. Gran parte di questo debito non sarà altro che la riapertura di titoli obbligazionari già emessi, ma per la prima volta in assoluto vi sarà una tranche da 250 miliardi di pesos che beneficerà della scadenza a trenta anni e che sarà utilizzata come benchmark per quel che riguarda la curva dei rendimenti.

La Nuova Zelanda emette titoli inflation-linked

La Nuova Zelanda ha provveduto a emettere 2,5 miliardi di dollari locali (poco più di due miliardi di dollari per la precisione) in titoli inflation-linked: per la nazione oceaniana si tratta della prima vendita dal 1999 per quel che concerne questo tipo di debito, oltre che la maggiore offerta singola di sempre. L’andamento dei prezzi al consumo sembra essere una costante per il paese in questione, dato che già quattro mesi fa la Nuova Zelanda era concentrata su inflazione e lungo termine. Non bisogna comunque dimenticare che i “Kiwis” sono specializzati soprattutto nel settore dei covered bond.

Asta di bond a cinque e sette anni per il Cile

Il governo del Cile ha appena emesso 299 milioni di dollari in titoli obbligazionari del proprio debito che prevedono due specifiche scadenze: si tratta, infatti, dei cinque e dei sette anni per giungere a maturazione, mentre la denominazione ufficiale di tali strumenti è avvenuta in pesos locali, con l’unità nazionale degli inflation linked che è riuscita a ricevere scommesse per 700 milioni di dollari, secondo quanto emerso da un comunicato ufficiale apparso sul sito web della banca centrale del paese andino. Come può dunque essere interpretata questa offerta specifica?

Tesco Bank, buona domanda per il bond inflation-linked

Tesco Bank ha provveduto a vendere tutte le obbligazioni inflation-linked che aveva in previsione nel giro di appena dieci giorni: in effetti, tutti quei risparmiatori e clienti che hanno avvertito con maggiore nettezza il timore per l’aumento dei costi della vita hanno fornito all’istituto di credito britannico depositi per ben sessanta milioni di sterline, una cifra davvero importante di questi tempi. In effetti, questo ammontare relativo alla domanda ha superato di gran lunga i cinquanta milioni di sterline che erano stati quotati di recente in relazione al titolo obbligazionario di tipo corporate che è collegato alla crescita di uno specifico indice, il Retail Prices Index (conosciuto anche con l’acronimo Rpi).

M&G Investments: esordio per il fondo collegato all’inflazione

Ampia protezione per chi focalizza il proprio portafoglio sul reddito fisso e rendimenti interessanti che vanno al di là del tasso di inflazione del continente europeo: sono queste le due caratteristiche principali che risaltano maggiormente nel nuovo fondo obbligazionario emesso da M&G Investments, un lancio che può considerarsi storico, visto che è la prima volta che la società britannica si lancia in questo tipo di strumento. Di cosa si tratta esattamente? Il fondo obbligazionario corporate inflation-linked è stato pensato appositamente per gli investitori privati del nostro paese; in effetti, osservando con attenzione l’andamento dei prezzi al consumo, è possibile investire in una serie interessante di titoli a reddito fisso, non solo i bond inflation-linked, ma anche quelli a tasso variabile e gli strumenti derivati per i quali valgono le stesse condizioni che sono state appena elencate.

Hsbc si rivolge all’Italia con un nuovo fondo comune

I portafogli degli investitori italiani potranno finalmente tingersi delle tonalità della bandiera britannica, ma soprattutto dei colori più accesi della Cina: Hsbc Global Asset Management ha infatti deciso di riservare al nostro paese uno dei suoi ultimi collocamenti, vale a dire quello relativo al fondo obbligazionario Global Inflation Linked. Il comparto dell’omonima banca londinese, celebre per i suoi considerevoli guadagni che provengono direttamente da Hong Kong, ha ideato una soluzione piuttosto diversificata di bond governativi, titoli che saranno strettamente correlati al tasso di inflazione e che sono quotati dalle principali nazioni dell’Ocse, in primis il Canada, l’Australia, lo stesso Regno Unito, gli Stati Uniti e il Giappone, senza comunque dimenticare l’area dell’euro.

Argentina, rally dei peso bond grazie all’inflazione congelata

I bond argentini e l’indice dei prezzi al consumo sono ormai sempre più strettamente collegati: i titoli della nazione sudamericana collegati all’andamento dell’inflazione stanno infatti guadagnando da sei mesi consecutivi, un dato che non deve sorprendere, visto che si tratta della principale conseguenza dell’annuncio del governo di Buenos Aires, intenzionato a mantenere il tasso inflativo a livelli fissi. Il rendimento in questione (il riferimento va ai cosiddetti “peso bond” che scadranno nel 2033) è calato di ventuno punti base nel corso dell’ultimo mese, dopo che l’esecutivo argentino aveva fatto sapere che l’inflazione annua sarebbe stata congelata all’11,1%.

Ibbotson rivede i portafogli con più bond tradizionali

Ibbotson Associates è la compagnia del gruppo Morningstar che si occupa in prevalenza di servizi di asset allocation; è proprio in questa veste che la società di Chicago ha voluto rivisitare in maniera dettagliata i propri portafogli, i quali sono stati ideati per venire incontro alle diverse tipologie di investitori e di rischi. Anzitutto, occorre ricordare che il secondo trimestre del 2010 si è caratterizzato per i vistosi cali sui mercati azionari a livello internazionale, tanto che soprattutto le Borse d’Occidente hanno fatto registrare le peggiori performance degli ultimi mesi; in tal senso, si deve sottolineare il buon andamento delle obbligazioni di tipo governativo e di quelle corporate, un’indicazione senz’altro utile per chi è interessato a questi prodotti. Inoltre, è stato premiato maggiormente l’atteggiamento conservativo rispetto a quello aggressivo, nonostante vi siano state alcune delusioni per quel che concerne i portafogli dinamico e bilanciato.

I dubbi sull’inflazione: come proteggersi da un ipotetico aumento

inflazione-minimo-300x212Il recente andamento dell’inflazione a livello internazionale e le prospettive per il futuro sono attualmente di difficile lettura. I dati relativi al mese di gennaio sono sostanzialmente incoraggianti, visto che l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è risultato in crescita di 0,2 punti percentuali; a livello tendenziale, l’inflazione americana è stata pari al 2,6%, in leggera diminuzione rispetto al mese precedente. Dunque, sembra che i prezzi possano essere controllati in maniera agevole, nonostante sul costo della vita vada a pesare notevolmente il rialzo dei prezzi energetici. Lo stesso discorso può essere fatto per la Cina: gli ultimi mesi del 2009 erano stati caratterizzati da una sorta di “surriscaldamento” dei prezzi, una tendenza che non è però continuata anche nel nuovo anno.