Buoni Fruttiferi marzo 2011: le sei nuove serie

Sono sei anche per il corrente mese di marzo 2011 le nuove serie di Buoni Fruttiferi. A darne notizia con un comunicato ufficiale è stato l’emittente, la Cassa Depositi e Prestiti che, in particolare, ha fatto presente come le serie di febbraio 2011, “P41”, “X09”, “M56”, “J09”, “D14” e la serie “B76”, non siano più sottoscrivibili; le nuove serie, sottoscrivibili come al solito presso gli Uffici di Poste Italiane, sono per il mese corrente la  “P42”, “X10”, “M57”, “J10”, “D15” e la serie “B77”. Tutti i Buoni Fruttiferi, lo ricordiamo, offrono la garanzia massima, ovverosia quella dello Stato italiano, a fronte della garanzia di restituzione del capitale investito; inoltre i Buoni Fruttiferi possono essere sottoscritti anche via Internet con Poste Italiane per chi ha accesso ad Internet attraverso il conto BancoPosta.

I futures sul rame avanzano grazie ai dati economici Usa

Il rame è riuscito ad ottenere la sua terza sessione consecutiva improntata al rialzo: il merito sta tutto nel miglioramento dei dati economici relativi agli Stati Uniti, oltre che ai guadagni nei mercati azionari, favoriti dalle aspettative della domanda. In particolare, c’è da sottolineare come i titoli americani siano avanzati in maniera importante, con le imprese che hanno accelerato il ritmo di crescita proprio a febbraio, raggiungendo i livelli più alti degli ultimi vent’anni. Tra l’altro, bisogna ricordare come gli stessi Stati Uniti rappresentino la seconda nazione al mondo per quel che concerne lo sfruttamento di rame. Il mercato, dunque, viene ancora una volta guidato e trascinato dall’ottimismo economico, così come ha anche osservato Matthew Zeman, trader dei metalli: gli investitori sono più calmi e si stanno proiettando nel futuro.

Bond: Juniper Networks debutta con un’offerta da un miliardo

Juniper Netwtorks, multinazionale statunitense che si occupa sin dal 1996 di tecnologie informatiche e Ict, diventa ora nota anche per le sue offerte finanziarie: l’azienda informatica di Sunnyvale ha infatti deciso di porre in essere la cessione di un miliardo di dollari del proprio debito in quello che rappresenta un debutto assoluto per quel che concerne gli investimenti associati a questo nome. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che la compagnia ha venduto 300 milioni di dollari relativi a titoli a cinque anni, i quali sono in grado di pagare cento punti base in più rispetto alla stessa scadenza degli strumenti del Tesoro; altri 300 milioni si riferiscono al debito decennale (il rendimento garantito è pari a 120 punti al di sopra dei benchmark), mentre i restanti 400 milioni di dollari saranno destinati ai titoli obbligazionari a trent’anni e con uno spread pari a 145 punti base (ogni punto base equivale allo 0,01%).

Emak: le prospettive per il 2011

Per l’anno in corso Emak, società quotata in Borsa a Piazza Affari, ed attiva nella produzione e nella commercializzazione di macchine per la manutenzione del verde, tra cui le motozappe, i decespugliatori ed i rasaerba, stima una crescita del fatturato dell’ordine del 5%, in linea con le previsioni di mercato. A darne notizia è stata la società con un comunicato ufficiale in concomitanza con l’esame e l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione, dei dati relativi all’esercizio 2010. Emak ha sottolineato come anche la crescita 2010 sia stata del 5% circa dopo la crisi 2009 che ha penalizzato il business societario. Per il 2011, comunque, la crescita del mercato di settore non sarà omogenea visto che Emak da un lato s’attende una ripresa significativa negli Usa e soprattutto nei Paesi Emergenti, mentre in Europa, ed in particolare in Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo ci sono ancora delle sacche di crisi. A fronte di un 5% di crescita del fatturato 2011 stimato da Emak, quella mondiale di mercato, sempre nell’anno in corso, è attesa tra +4% e +6%.

Juventus Football Club: CdA approva la semestrale 2010-2011

Si è chiuso con ricavi in calo del 29%, a 88,8 milioni di euro, il primo semestre 2010/2011 di Juventus Football Club. A darne notizia è la società dopo che il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato i dati semestrali, caratterizzati altresì da un risultato netto negativo per 39,5 milioni di euro rispetto ad un saldo positivo, pari a 14,2 milioni di euro, conseguito nello stesso periodo dell’anno precedente. Per quel che riguarda il calo semestrale del fatturato, Juventus Football Club ha precisato come questo sia da spiegarsi con i minori proventi incassati dalla competizioni in ambito Uefa, ma anche per effetto dell’entrata in vigore della nuova normativa sulla vendita centralizzata dei diritti televisivi. I costi operativi nel periodo sono cresciuti del 16,8% a 100,1 milioni di euro sia per effetto di incentivazioni all’esodo che, una tantum, sono state riconosciute alle cessioni, sia in virtù dei maggiori costi per l’acquisizione temporanea dei diritti di prestazione pluriennale di alcuni calciatori.

Zandi (Moody’s): nulli i rischi di default per i bond municipali

Gli allarmi che sono stati lanciati in relazione ai possibili default del mercato dei bond municipali sono eccessivi: Mark Zandi, economista di Moody’s, è giunto a questa conclusione al termine di una sua analisi approfondita del comparto finanziario e anzi rimane convinto che i rischi in questione siano praticamente vicini allo zero. L’annuncio che potrebbe rassicurare moltissimi investitori, americani ma non solo, si riferisce all’ultimo meeting di Washington della National Governons Association. La stessa linea di pensiero di Zandi viene condivisa da Thomas Defoe, il quale fa parte della Municipal Market Advisors. Bisogna comunque precisare che la speculazione circa la possibilità di un crack imminente di questa tipologia di obbligazioni si è intensificata negli ultimi mesi, soprattutto dopo che l’analista Meredith Whitney aveva fatto intendere il forte pericolo che correvano centinaia di miliardi di bond municipali, una previsione che ha fatto diminuire in maniera consistente la fiducia da parte degli investitori.

Gli swap australiani collidono con le scelte della banca centrale

La Reserve Bank of Australia, istituto di credito centrale della vasta nazione oceaniana, non sta mostrando al momento alcuna intenzione di voler accrescere i tassi di interesse: la scelta appare ambigua, anche perché l’inflazione è prevista in aumento, così come viene segnalato dai principali mercati a reddito fisso. Il governatore Glenn Stevens dovrebbe lasciare così il tasso overnight al 4,75%, mentre intanto i contratti swap a un anno e relativi al tasso inflativo sono cresciuti di 57 punti base rispetto a quanto rilevato a dicembre. I titoli obbligazionari e le mosse della banca centrale hanno dunque scelto di intraprendere due cammini in senso inverso. L’economia australiana ha fatto registrare un’accelerazione pari a 0,6 punti percentuali nel corso dell’ultimo trimestre del 2010, ora ci sono buone notizie che giungono dai salari e dagli investimenti, anche perché molte risorse sono state richieste da paesi come India e Cina.

Macquarie: si punta su Express e Shark Rebate Quanto Certificates

A partire da oggi Macquarie Structured Products, il segmento finanziario dell’omonimo gruppo australiano, lancerà su Borsa Italiana dei nuovi certificati di investimento: le negoziazioni in questione andranno a riguardare, nello specifico, uno strumento della tipologia Express Certificate e due prodotti che invece fanno parte della famiglia degli Shark Rebate Quanto. Il comparto che interessa in questo senso per tutti quegli investitori che sono intenzionati a sottoscrivere l’offerta è il cosiddetto Sedex; inoltre, si potrà beneficiare della liquidazione di tipo monetario e della modalità europea di esercizio. Cerchiamo di conoscere nel dettaglio le caratteristiche di tali certificati. Tra gli strumenti più interessanti c’è lo Shark Rebate Quanto Certificate, il quale osserva da vicino le performance dell’indice statunitense Standard & Poor’s 500 e di quello cinese Hang Seng China Enterprises.

Richard Ginori: Piano Industriale 2011-2013 approvato

Come aggiornamento al precedente Piano Industriale 2010-2012, il Consiglio di Amministrazione della società quotata in Borsa a Piazza Affari Richard Ginori 1735 S.p.A. si è riunito venerdì scorso, 25 febbraio 2011, ed ha approvato il Piano Industriale 2011-2013 che, nello specifico, prevede una crescita annua dei ricavi pari in media al 20%, un Ebitda positivo per l’esercizio annuale corrente, il raddoppio della capacità produttiva, nonché investimenti che, nei tre anni a valere dal 2011 al 2013, sono attesi a quota 9 milioni di euro. Anche il Piano Industriale 2011-2013 risulta essere incentrato sulla focalizzazione di Richard Ginori 1735 S.p.A. nel core business, ovverosia in quello della porcellana a fronte di un rafforzamento su scala internazionale della propria presenza commerciale, ed un’espansione sui nuovi mercati emergenti attraverso delle joint venture da stipulare con i distributori locali.

Aicon sigla accordo con Meridie

La società Meridie SpA fonirà supporto ad Aicon nell’ambito del processo di ristrutturazione. A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari che, inoltre, ha fatto altresì presente come l’azionista di maggioranza dell’azienda, operante nella costruzione e nella commercializzazione di navi da diporto a motore e di imbarcazioni di lusso, abbia confermato a favore del Gruppo il proprio sostegno a livello finanziario. Questo dopo che venerdì scorso, 25 febbraio 2011, il Consiglio di Amministrazione di Aicon si è riunito proprio per deliberare sugli interventi di natura finanziaria da attuale nell’ambito della proposta di piano industriale che lo scorso 16 febbraio è stata presentata dall’Amministratore Delegato e Presidente della società. Per la ristrutturazione, quindi, Aicon potrà fare affidamento sul supporto di Meridie, che è una Investment Company che offre servizi di consulenza alle piccole e medie imprese del Mezzogiorno.

EuroMot: nuovi titoli da Bers, Germania, Francia e KfW

Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, il gruppo bancario tedesco Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), la Repubblica di Francia e la Repubblica Federale Tedesca: sono di una certa importanza le società emittenti che si sono impegnate a gestire i nuovi titoli obbligazionari che sono stati accolti dall’EuroMot, il mercato di Borsa Italiana delle cosiddette “eurobbligazioni”. Entrando maggiormente nel dettaglio dell’offerta, bisogna precisare che i nuovi strumenti finanziari in questione sono quattro, vale a dire l’Ebrd $ 2,50 per cent Global Notes due 15 March 2016, il KfW Eur 2,125% Global Bonds due 2014, lo Schatz 1,50% due on 15 March 2013 e l’Oati 1,85% due on 25 July 2027. Detto che tali prodotti andranno a far parte del segmento relativo agli emittenti esteri e altri titoli di debito e che il termine di liquidazione è stato fissato al terzo giorno successivo alla data di stipulazione dei contratti di compravendita, vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche salienti dei bond.

Danieli & C.: ricavi 2010 in forte aumento

Si è chiuso con gli indicatori economici e finanziari in forte crescita il 2010 per il Gruppo Danieli. Giovedì scorso, 24 febbraio 2011, il Consiglio di Amministrazione di Danieli & C. si è infatti riunito per esaminare ed approvare la la relazione finanziaria semestrale consolidata al 31 dicembre 2010, caratterizzata da ricavi in crescita del 33% a 1,4 miliardi di euro a fronte di un Ebitda balzato del 62%, ed un utile netto di Gruppo cresciuto del 34% a 84,1 milioni di euro rispetto ai 62,8 milioni di euro al 31 dicembre del 2009. Questi dati, in accordo con una nota ufficiale emessa dalla società, sono frutto dei livelli di produzione di acciaio nel 2010, caratterizzati a livello mondiale da un record storico per effetto di una ripresa dei volumi in Europa, Stati Uniti e Giappone unitamente alla crescente richiesta da parte di economie emergenti come quelle di Brasile, India e Cina. Per l’anno in corso, inoltre, il Gruppo Danieli stima una conferma ed una prosecuzione della crescita nei Paesi emergenti unitamente al consolidamento della domanda di acciaio nei comparti dell’automotive, della cantieristica e della meccanica, mentre più limitata è attesa l’espansione della domanda nei settori delle infrastrutture e delle costruzioni.

Sogefi torna in utile, proposto dividendo

Rispetto ad una perdita pari a 7,6 milioni di euro nel 2009, Sogefi, società quotata in Borsa a Piazza Affari, ed attiva nel settore della componentistica per autoveicoli, ha archiviato il 2010 con profitti netti pari a 18,8 milioni di euro. Questo è quanto emerso dal Consiglio di Amministrazione della società del Gruppo Cir, che ha esaminato ed approvato i dati al 31 dicembre 2010, caratterizzati altresì da margini in crescita e da un aumento dei ricavi del 18,4% a 925 milioni di euro. Quindi Sogefi, dopo un 2009 difficile e caratterizzato dalla crisi del mercato dell’auto, è tornata  a crescere; in particolare, secondo quanto reso noto dalla società con una nota ufficiale, Sogefi nel 2010 è cresciuta in tutti i mercati in cui opera ed in tutti i segmenti di attività con punte di crescita sopra la media sui mercati emergenti. Non a caso il primo mercato per fatturato è dato proprio dall’area del Mercosur a fronte del mantenimento di una eccellente solidità finanziaria, ulteriormente rafforzata dall‘indebitamento che, anno su anno, risulta essere in continua riduzione.

Fondi comuni, il Milleproroghe ridisegna l’imposizione fiscale

L’imposizione fiscale relativa ai fondi comuni di investimento è una delle materie che occorre approfondire maggiormente per comprendere a fondo questi strumenti finanziari: il Decreto Milleproroghe prevede proprio una norma che consente di apportare alcune modifiche in questo senso, in particolare per quel che concerne i fondi mobiliari del nostro paese e quelli lussemburghesi. Quali novità devono attendersi gli investitori dal nuovo regime tributario? Le norme che hanno prevalso fino a questo momento prevedono una tassazione del risultato che viene a maturare in capo al fondo, mentre col Milleproroghe verrà a ricadere su chi percepisce i proventi conseguiti. Ovviamente, il ministero dell’Economia dovrà fornire delle adeguate istruzioni per approfondire ancora meglio queste disposizioni, anche perché non vi sarà un cambiamento repentino, ma gli investitori beneficeranno di un periodo transitorio per adeguarsi completamente.