Atlantia mette freno a trattative con Cassa Depositi e Prestiti

Atlantia ha fermato le trattative esclusive con Cassa Depositi e Prestiti in merito ad Autostrade, optando per la presa in considerazione di una vendita aperta anche ad altri possibili acquirenti. Un passo che forse qualcuno, osservando il comportamento della holding dei Benetton si aspettava.

atlantia molla trattative con cdp

 

Alitalia, ecco il piano di rilancio

Alitalia è pronta a ripartire a livello societario,  strizzando un occhio alle richieste dell’Antitrust europeo e a quelle dei lavoratori. Per ciò che riguarda il suo rilancio di una cosa si può essere certi: si tratterà di un vettore più contenuto rispetto ad oggi.

alitalia piano di rilancio

Deutsche Bank multata per favori a Jeffrey Epstein

Deutsche Bank multata per aver favorito a livello bancario il finanziare Jeffrey Epstein: 150 milioni di dollari che entreranno nelle tasche del New York Department of Financial Services (Dfs) a chiusura di una indagine avviata nel 2019 in merito a problematiche rilevate nei rapporti delle due parti.

multa di 150 milioni per deutsche bank

Il trust a protezione dei beni della famiglia

Il trust a protezione dei beni della famiglia Paolo Borrelli Studio legale

Il trust, istituto giuridico di origine anglosassone, è ormai applicabile e diffuso in tutto il mondo. È nato con l’obiettivo di separare da un patrimonio determinati beni che possono essere utilizzati per il perseguimento di un interesse specifico o raggiungimento di uno scopo.

In pratica il “disponente“ affida e “trasferisce” temporaneamente la proprietà di uno o più beni del proprio patrimonio ad un soggetto di sua fiducia, il “trustee”, che ne assumerà il controllo e li gestirà per il raggiungimento dello scopo indicato dal disponente stesso, nell’interesse di uno o più beneficiari.

Nell’ordinamento italiano non vi sono norme specifiche in materia, pertanto bisogna fare riferimento alla Convenzione dell’Aja del 1° luglio 1985. “In mancanza di una legge italiana, per istituire e regolamentare un trust è necessario – spiega l‘avvocato Paolo Borrelli – riferirsi alla normativa contenuta nella Convenzione che però è di limitata utilità, in quanto definisce solo i caratteri fondamentali del trust, ma non si addentra nella sua specifica regolamentazione”.

Le finalità del trust possono essere molteplici: amministrazione e protezione del patrimonio familiare da vicende imprenditoriali o familiari; tutela dei minori e dei soggetti incapaci; tutela del patrimonio per finalità successorie, con destinazione a eredi specifici o a persone estranee alla famiglia; investimento in piani pensionistici o fondi comuni.

Il trust prescinde dal vincolo familiare, tutti lo possono costituire e non ha scadenze dipendenti dall’esistenza o meno del vincolo. Essendo uno strumento giuridico altamente flessibile, consente una risposta efficace alle esigenze di pianificazione patrimoniale non solo delle famiglie ma anche delle coppie di fatto non pienamente tutelate dal punto di vista giuridico.

“Il trust si configura – afferma l’avvocato Borrelli – come uno strumento giuridico estremamente versatile e dagli innumerevoli usi, capace da un lato di rispondere alla domanda di flessibilità che emerge dal contesto economico finanziario, dall’altro di superare i limiti degli istituti giuridici tradizionali dell’ordinamento italiano. Inoltre qualsiasi tipologia di beni può essere apportata, dagli immobili alle opere d’arti, e non vi sono vincoli legali per la sua costituzione, ad esempio il matrimonio per il fondo patrimoniale”.

Negli ultimi anni inoltre il trust ha riscosso enorme successo come strumento per prevenire o risolvere i conflitti patrimoniali purtroppo tipici della separazione o del divorzio, specie nei casi in cui sussista la necessità di tutelare gli interessi dei figli, magari ancora minorenni, o e dei soggetti diversamente abili.

Con il trust “familiare” il patrimonio conferito viene destinato alle esigenze della famiglia, in particolare di educazione ed istruzione della prole.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19376 del 3 agosto 2017, ha sancito che il trust familiare deve essere considerato un atto a titolo gratuito, in pratica non è prevista una controprestazione da parte dei familiari per i quali è istituito.

San Marino potrebbe lanciare Titano, la sua criptovaluta

Una criptovaluta, Titano, per affrontare l’emergenza Covid19. E’ questo uno dei piani ai quali l’amministrazione di San Marino sta pensando per far fronte alla crisi finanziaria scaturita dallo stop alle attività resosi necessario anche nel piccolo stato europeo con sede nella Penisola.

san marino e criptovaluta titano

Cessione del quinto: il finanziamento in Italia che non conosce crisi

Dai dati pubblicati in rete risulta che a partire dal 2016 le persone che hanno richiesto la Cessione del Quinto siano aumentate di anno in anno con flussi di crescita costanti. La conferma del trend positivo è stata riscontrata anche nel 2019, periodo in cui è stato riscontrato un incremento di quasi il 20% con cifre erogate intorno ai sette miliardi per circa cinquecento mila richieste. Dopotutto la Cessione del Quinto è un prestito con alta probabilità di ottenerlo e il flusso positivo di richieste ne è la prova.

Cessione del quinto
Cessione del quinto

Mediobanca, Del Vecchio vuole crescere: le reazioni

Mediobanca ha fatto faville in Borsa dopo che si è venuti a conoscenza del fatto che Leonardo Del Vecchio abbia presentato richiesta ufficiale alla BCE per superare la soglia del 10% all’interno del capitale della banca d’affari al finedi  raggiungere il 20% al suo interno.

del vecchio vuole crescere in mediobanca

Decreto rilancio è legge: cosa comporta

Il “decreto Rilancio” è stato approvato ieri e presentato nel corso di una conferenza stampa dedicata dal premier Giuseppe Conte: il Governo, attraverso di esso, stanzia fino a 55 miliardi di euro in deficit, nel tentativo di aiutare le diverse categorie di lavoratori a ripartire.

misure a favore di lavoratori imprese e famiglie

Fincantieri vara l’ultima campata in acciaio del Ponte di Genova

Fincantieri campata acciaio Ponte di Genova

Disegnato da Renzo Piano, il nuovo Ponte di Genova per la costruzione e progettazione porta la firma di due società italiane Fincantieri Infrastructure del gruppo Fincantieri e Salini Impregilo.

Le 17.400 tonnellate d’acciaio sono state forgiate negli stabilimenti Fincantieri di tutta Italia e hanno visto al lavoro più di 800 persone. L’impegno di ingegneri e tecnici specializzati della controllata Fincantieri Infrastructure ha reso possibile l’assemblaggio e la saldatura. Inoltre tutte tecnologie che faranno del viadotto di Genova il primo “smart bridge” d’Europa, saranno sviluppate da due società sempre del gruppo Fincantieri.

Soddisfazione dai vertici di Fincantieri quando ieri è stata posizionata l’ultima campata in acciaio. Dopo un anno di lavori il ponte è quasi pronto. Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, sulla tempistica della nuova opera, a “Il Secolo XIX” ha detto: “È vero: fare le cose per bene dovrebbe essere la normalità, e lo è per molti. Guardiamo cosa stanno facendo in questo momento tutti i professionisti della sanità. Certo, curare le persone è la loro responsabilità, ma siamo senza parole per lo spirito di abnegazione e per la cura verso il prossimo con cui lo stanno facendo. Il miracolo non è stato fare bene il ponte, ma farlo rapidamente, senza per questo venir meno agli standard di qualità e di sicurezza. È stato necessario semplificare le procedure ordinarie e affidarsi a una azienda solida come la nostra, che ha un patrimonio di risorse gestionali, ingegneristiche e tecnologiche in grado di sostenere questa e altre responsabilità. La costruzione di navi non lascia spazio a nemmeno un giorno di ritardo”.

“Solo nel 2019 – continua – ne abbiamo consegnate 26, tra cui 8 tra navi da crociera ed expedition cruise, e 3 navi militari, oltre ad averne varate altrettante per la nostra Marina. Questi standard operativi traslati nella realizzazione del ponte hanno fatto gridare al miracolo in un paese abituato ad aspettare anni e anni per il compimento di infrastrutture strategiche”.

Il viadotto è certamente un’opera complessa alla cui realizzazione Fincantieri ha lavorato senza sosta.

“Un’opera simile è di per sé stessa molto complessa – commenta Bono – , ma non ci sono stati aspetti che ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo fatto fronte a imprevisti e rallentamenti esogeni, dall’attesa delle aree dove è stato demolito quel che rimaneva del Morandi al maltempo, che talvolta ha impedito di effettuare determinate lavorazioni o ha influenzato il ritmo dei trasporti via mare dallo stabilimento di Stabia e, non ultima, l’emergenza pandemica. In ogni caso, ogni giorno, si è lavorato per far sì che nessuno di questi elementi incidesse sui tempi di realizzazione”.

Il metodo Genova, soprattutto per la tempestività con cui è stato realizzato il viadotto, viene considerato ormai una regola da replicare. “Le regole – dice l’Ad di Fincantieri -, nella maggior parte dei casi, nascono con un buon intento. Tutte devono però confrontarsi con la realtà su cui vanno a incidere. Guardiamo alla disciplina europea sulla concorrenza: quand’è nata era ispirata a principi condivisibili, ora rischia di essere un ostacolo alla nascita dei campioni industriali europei, un handicap sul piano geo-economico per l’intero continente”.

“Quello che stiamo vivendo in queste settimane – aggiunge – ci ha insegnato cosa significa per un paese la mancanza di produzioni strategiche. Il modello Genova è stato testato sul campo, in condizioni straordinarie, e indica la strada da seguire per semplificare, anche in situazioni più ordinarie”.

L’attività di Fincantieri va oltre i settori della navalmeccanica e Bono afferma: “Se un gruppo industriale solido come il nostro sviluppa con serietà e competenza nuove tecnologie, ha poi la possibilità di esportarle in altri settori. E’ quello che abbiamo fatto con l’acciaio, dalle navi alle infrastrutture, e anche con le tecnologie del ponte: sensori, robotica per la manutenzione, pannelli fotovoltaici che lo alimentano, tutti sistemi sviluppati a chilometro zero dalle nostre controllate genovesi Seastema e Cetena”.

Fitch declassa l’Italia a BBB-

Fitch declassa l’Italia a BBB- con outlook stabile: un giudizio che non stupisce se si pensa a ciò che sta avvenendo nel Belpaese a livello economico a causa della pandemia di Coronavirus in atto. E’ palese che non si tratti di una buona notizia, dato che il debito si trova c0sì a un solo gradino dal livello spazzatura.

fitch abbassa rating italia

Quale sarà l’impatto del Coronavirus per il Real Estate italiano?

La diffusione del Covid-19 ha messo in ginocchio tutti i settori dell’economia globale e sta avendo un forte impatto anche su quello del Real Estate. A parlare oggi del comparto immobiliare con uno sguardo alla situazione delicata dell’Italia, il dott. Panini, Amministratore Delegato di ELVinvest.

immobiliare e coronavirus
Sale house and calculator

“Con il 90% delle attività costrette al lock-down totale e le misure di social distancing, il settore immobiliare si trova adesso a fare i conti con una dura battuta d’arresto. Secondo le stime, in Italia rischiano di andare in fumo oltre 20 miliardi di euro di transazioni immobiliari. Anche nel mercato globale si registra un temporaneo calo delle operazioni, conseguenza diretta delle restrizioni alla libertà di movimento.”

“Nonostante le attuali difficoltà”, spiega il dott. Panini, “la situazione, la profondità e la durata dell’impatto che potrà avere la pandemia variano profondamente da Paese a Paese. Infatti, se la crisi sanitaria non ha guardato in faccia nessuno costringendo la popolazione mondiale a farvi fronte, come i singoli Stati si rialzeranno e reagiranno alla bufera dipende dalla salute delle economie preesistenti all’incombere del virus.

Infatti, una volta superata la fase di shock iniziale, inevitabile conseguenza “logistica” della temporanea battuta di arresto di transazioni ed operazioni di investimento, per mercati in buona salute la crescita riprenderà. Dove invece le quotazioni del mattone erano, già sul nascere, in disallineamento rispetto al valore intrinseco dei beni ed ai fondamentali economici, la pandemia contribuirà ad accelerare un declino già in atto”.

L’impatto del virus sul mercato immobiliare italiano secondo ELVinvest

“Purtroppo, se si guarda all’Italia, la situazione è particolarmente drammatica a causa degli andamenti negativi che già si erano registrati a partire dall’ultimo trimestre del 2019. Infatti, nonostante le stime per il settore immobiliare facessero auspicare ad una timida ripresa per il 2020, potendocisi aspettare un rialzo del PIL pari a circa lo 0.4%, questo barlume di ottimismo è stato bruscamente spazzato via dallo scoppiare della pandemia che ha intaccato un’economia già molto debole.”

“Sebbene sia difficile allo stadio attuale fare previsioni precise” precisa il dott. Panini “le nuove stime sul PIL per il 2020 prevedono un crollo pari al 2%, ipotesi “soft”, o addirittura del 10% a detta dei meno ottimisti. Attività serrate, turismo congelato, shock della domanda e crisi della liquidità sembrano essere diventate le nuove costanti per l’Italia in periodo di crisi”.

Ma guardando ai diversi comparti quali sono le differenze nel Bel Paese?

“Per quanto riguarda il comparto residenziale, il 2019 è stato un anno caratterizzato da una leggera ripresa nell’ambito delle compravendite, ripresa cui però non ha corrisposto un aumento dei prezzi” spiega Panini. “Con il diffondersi del virus la domanda immobiliare ha subito una drastica flessione e le speranze che la crescita aumentasse e si protraesse per il 2020 sono andate rapidamente in fumo. Stando alle previsioni per i prossimi due anni, si prevedono forti cali delle compravendite. Si assisterà inoltre a un cambiamento nelle preferenze degli acquirenti verso un maggiore allineamento con i nuovi dogmi imposti dal distanziamento sociale, privilegiando tutti quegli aspetti legati alla comodità e alla sicurezza dell’abitazione.

Anche nel settore commerciale si prevede un forte calo dei rendimenti. Ad oggi sono poche le aziende italiane ed essere attrezzate per la pratica dello smartworking: il trend per i prossimi mesi vedrà dunque una massiccia riqualificazione delle vecchie strutture per adattarle rapidamente alle nuove esigenze.

Inoltre, a causa del blocco turistico e della cancellazione delle prenotazioni per i mesi a venire, il settore alberghiero si trova ora in una fase di piena crisi. Per salvare questa asset class c’è chi si illude sperando nella concessione di finanziamenti statali, sul lungo termine e senza interessi. Manovra questa che potrebbe dare una boccata di ossigeno alle attività, da destinare alle principali città turistiche del nord Italia – come Milano, Bologna e Firenze”. Purtroppo una speranza vana secondo la visione di ELVinvest.

Le sfide attuali per il mercato immobiliare

L’impatto del virus è e sarà molto differenziato, le difficoltà colpiscono simultaneamente sia il lato della domanda che quello dell’offerta. “Esattamente” riprende il dott. Panini “se da un lato i potenziali acquirenti hanno assunto una posizione attendista nella speranza di un ritorno alla normalità, dall’altro lato, invece, continua a calare la fiducia degli investitori preoccupati per la stabilità dei propri assets nel lungo periodo. È difficile prevedere con esattezza la durata o l’impatto che avrà la crisi epidemica sul settore immobiliare, così come i tempi di recupero una volta che le attività verranno ripristinate”.

“Un elemento centrale per la rinascita dei vari business sarà sicuramente la trasformazione digitale. Videoconferenze, chat-boot ed e-learning saranno un trend destinato a crescere nel lungo periodo e sempre più operatori immobiliari si convertiranno al lavoro in remoto. Anche l’attività degli intermediari immobiliari verrà ripensata in chiave digitale, così da offrire ai propri clienti tutti i servizi di virtual office necessari per l’accesso agli acquisti online.

Prospettive future per il mattone

“Come accennato in introduzione” conclude Panini “è importante contestualizzare l’avvento della crisi ed analizzare i singoli sistemi economici che la pandemia ha intaccato nelle scorse settimane. Economie stabili e sorrette da fondamentali in buona salute, quali PIL in aumento o stabile, tassi di disoccupazione ed inflazioni ridotti, sapranno rialzarsi e nel medio termine non si può escludere che questa fase di “distruzione” potrà servire da acceleratore positivo, creando delle opportunità per gli investitori che sapranno agire in modo strategico individuando opportunità nei mercati migliori”.

Atlantia e Governo: revoca concessione accantonata?

Atlantia e Governo sembrano essere impegnate nel trovare una soluzione che possa salvare gli interessi di entrambe le parti in merito alla gestione della rete autostradale: e da quel che si evince dalle indiscrezioni stampa sulle trattative viene naturale chiedersi se la revoca della concessione non sia stata accantonata.

atlantia salta revoca concessione

Unicredit blocca i dividendi

Unicredit ha deciso di bloccare i dividendi almeno per il momento: al pari di Intesa Sanpaolo, anche il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier ha recepito l’appello lanciato dalla Banca Centrale Europea in merito al congelamento delle cedole almeno fino al prossimo autunno.

unicredit blocca dividendi fino ottobre