Le misure contro gli hedge fund sono una trappola per gli investitori?

I detentori europei di prodotti finanziari legati al real estate devono attualmente far fronte a un debito pari a 1,9 trilioni di euro: una somma spropositata, ma che dovrebbe costituire il rimedio più sicuro per garantire dei pagamenti in denaro cash e al fine di trattare tali strumenti alla stregua di hedge fund. Il comparto potrebbe inoltre affrontare una domanda collaterale molto alta volta a coprire nella maniera più opportuna le previsioni relative ai movimenti dei tassi di interesse, prendendo come spunto di base le proposte della Commissione Europea, la quale ha intenzione di regolare con forza l’industria dei derivati. L’Ue vuole dunque ridurre al minimo i rischi economici che sono causati da questi specifici strumenti: le iniziative attuali, tra l’altro, includono la copertura di determinate imprese operanti nel campo immobiliare, nel private equity e, appunto, negli hedge fund.


Secondo la European Property Federation, però, un utilizzo simile degli strumenti derivati come interest rate swap (si tratta del contratto swap più diffuso in assoluto, quello in base al quale le parti si scambiano in modo reciproco dei pagamenti basati su diversi interessi) sarebbe davvero catastrofico, anche perché molti investitori non sarebbero in grado di finanziare i margini necessari, con probabilità molto alte di default e un forte rischio di insolvenza. Le nuove leggi, comunque, ancora in fase di approvazione per quel che concerne il Parlamento Europeo e gli stati membri, dovrebbero essere introdotte a partire dagli ultimi mesi del 2012.

La maggior parte degli investitori che hanno provveduto ad acquistare negozi, uffici e altri immobili dal 2007 in poi hanno usufruito degli interest rate swap per proteggere le loro coperture immobiliari dalla crescita dei livelli di interesse: ciò nonostante, questi stessi tassi sono calati bruscamente, riversando tutte le disponibilità nell’altra parte del contratto (solo per fare un esempio, con i regolamenti approvati, i prestatori britannici avrebbero bisogno di circa 10 miliardi di sterline per le loro specifiche coperture).

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