Mediaset, tempo di bilanci ma senza Vivendi

E’ tempo di bilanci per Mediaset, ma lasciando Vivendi fuori dall’assembla di bilancio per analizzare i risultati raggiunti nel 2017, ponendo anche un punto fermo su quelle che sono le illazioni o le richieste relative al collocamento dell’azienda rispetto al nuovo Governo.

Il presidente Confalonieri non le manda assolutamente a dire ed esprime senza problemi quanto non gradisca che Mediaset venga chiamata in causa per tali motivazioni ma ci tiene ovviamente a sottolineare i buoni risultati raggiunti nonostante la presenza di Vivendi, anzi, escludendola non solo dal computo, ma come si è visto anche dalla riunione dedicata.

Siamo tirati in ballo, impropriamente, come un elemento della lotta politica. Da che parte sta Mediaset? Di chi fa il gioco? Si parla a vanvera di conflitto di interessi, ma sfido chiunque a valutare i nostri programmi come qualcosa di organico a qualcuno, mentre è vero che tutti i giovani protagonisti della nuova politica italiana si sono fatti le ossa e si sono fatti conoscere nei nostri studi televisivi. Posso dire che abbiamo le carte in regola per essere trattati per quello che siamo: un grande gruppo di comunicazione, un campione nazionale in Italia e Spagna dotato dei numeri necessari per guardare ad una crescita pan-europea.

E va sottolineato: i 3,6 miliardi di fatturato del gruppo, la forte presenza in Italia e in Spagna e 90 milioni di utili nel 2017 non passano di certo inosservati e raccontano da soli la storia contemporanea di questa azienda. Quel che appare evidente è che nonostante il suo 28,8% di azioni Mediaset, Vivendi non è contemplata in eventuali piani futuri della società, nonostante abbia eseguito ciò richiesto dall’Agicom trasferendo il 19,19% dei titoli alla Simon Fiduciaria, gestore indipendente.

Mediaset si è opposta infatti  alla richiesta di quest’ultima di esercitare il diritto di voto e non ha consentito l’entrata in assemblea.

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