Ita Airways, le offerte vincolanti delle cordate

Sono arrivate le offerte vincolanti per l’acquisto di Ita Airways da parte di entrambe le cordate interessate. E per il ministero dell’Economia è arrivato il momento di decidere e seriamente cosa fare con il vettore che al momento sta sostenendo economicamente.

Cosa riserva il futuro a Ita Airways

Va ripetuto: una nazionalizzazione al momento è impensabile, nonostante alcuni politici sostengano il contrario. Ecco quindi che il Governo si trova a dover scegliere se guadagnare di più con meno quote di capitale o prendere di meno ma mantenendo un maggiore controllo. Il 23 agosto Msc-Lufthansa e il fondo Usa Certares hanno messo sul tavolo le loro offerte. Tutto sarà comprendere come intende l’Esecutivo muoversi.

Il Corriere della Sera, citando delle fonti ministeriali, sostiene che tra le due offerte vincolanti presentate vi sia un differenza pecuniaria di circa 210 milioni. Anche se entrambe hanno stabilito per Ita Airways un enterprise value di 950 milioni di euro circa. Msc e Lufthansa vogliono rilevare l’80% (60% per la famiglia Aponte e 20% per i tedeschi), Certares ha parlato che potrebbe scendere al 55-57% lasciando il resto in mano al Governo Italiano.

Ci si troverebbe quindi nel primo caso davanti a una privatizzazione mentre nel secondo a una cogestione. Certares, da quello che è emerso lascerebbe in tal senso allo Stato la possibilità di scegliere la presidenza sebbene non si sappia se con funzioni esecutive o di rappresentanza. Sarebbe l’amministratore delegato ad avere il potere.

La posizione di Msc e Lufthansa

Msc e Lufthansa dal canto loro non sono disponibili a cedere la libertà imprenditoriale al Mef e sostengono che il piano industriale può essere applicato solo se gestito da redini non politiche. E non è possibile dare loro torto.

Interessante, rispetto a quello che si sapeva prima, la presenza del premio sul 20% del Mef che verrebbe riconosciuto allo Stato al momento della dismissione pubblica. Nel caso ovviamente venissero raggiunti dei risultati migliori di quelli preventivati dal business plan. L’offerta della cordata sembra essere quella più conveniente a livello economico.

Quel che non è chiaro è se vi siano margini per una negoziazione in esclusiva delle offerte o se si tratti di un “prendere o lasciare“. Tutto sta nelle mani di Mario Draghi ora. Deciderà di chiudere il tutto come aveva promesso e quindi arrivare a firmare il preliminare tra tre settimane? Sarebbe la cosa migliore. Attenzione però: sembra che lo stesso sia accompagnato da una penale di recesso nel caso dovesse bloccarsi l’iter. E il Governo si troverebbe a pagare tra i 180 e i 190 milioni.

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