Criptovalute, come mettersi in regola con AdE

L’Agenzia delle Entrate batte cassa sulle criptovalute. O meglio sulla regolarizzazione delle cripto attività. Scopriamo insieme cosa è stato stabilito e cosa bisogna fare.

Come gestire fiscalmente le criptovalute

Con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, del 7 agosto 2023, è stato deciso che entro il 30 novembre di quest’anno è possibile presentare istanza per regolarizzare le cripto attività detenute al 31 dicembre 2021.

Il mondo delle criptovalute è ancora impegnato nel tentativo di trovare una quadra su una propria regolamentazione che sia valida per tutti. Nel frattempo i singoli Stati stanno cercando di dar vita a normative che possano far trattare questi prodotti finanziari al pari di quelli già regolamentati. Le cripto attività sono sempre state in una sorta di limbo a livello fiscale. Fino alla legge di bilancio n. 197 del 2022, quando si è provveduto a determinare il trattamento fiscale. Dando vita anche a una sanatoria per quelle attività legate alle criptovalute non dichiarate e pregresse.

Con il decreto dell’Agenzia di questo costo si sta semplicemente mettendo in atto ciò che è necessario per riscuotere la tassazione relativa. Alla regolarizzazione delle cripto attività rappresentate dalle criptovalute possono accedere le persone fisiche, gli enti non commerciali e le società semplici ed equiparate. Tra queste criptovalute vi sono comprese anche quelle oggetto o derivanti da attività di staking.

Chiunque voglia accedere alla regolarizzazione deve essere residente in Italia. Parliamo di cripto attività detenute al 31 dicembre 2021 e non dichiarate all’interno del modello dichiarativo nel quadro RW.

Come regolarizzare la posizione

Per regolarizzare la posizione le operazioni devono riguardare periodi di imposta per i quali non siano scaduti i termini per l’accertamento. O per la contestazione della violazione degli obblighi di dichiarazione. In pratica è possibile assolvere allo scopo versando un’imposta sostitutiva del 3,5% del valore delle criptovalute detenute al termine del periodo d’imposta o del periodo di detenzione a cui si riferiscono i redditi omessi.

È prevista anche una sanzione pari allo 0,5% del valore delle criptovalute in base al DL n. 167 del 1990, che devono essere pagate con il modello F24. Una volta che si è pagato tutto quanto è possibile presentare istanza per la regolarizzazione, sfruttando il modello dedicato che deve essere firmato digitalmente o essere accompagnato da una copia del documento di riconoscimento.

Non deve mancare la relazione di accompagnamento con la documentazione probatoria e la ricevuta del modello F24. L’istanza deve essere inviata tramite Pec alla direzione regionale territoriale competente dell’Agenzia delle Entrate. Questa può essere inviata anche da un professionista che faccia le veci del contribuente. Importante: i codici tributo da utilizzare per effettuare i versamenti saranno indicati a breve dall’agenzia delle entrate.

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