Classifica 10 azioni di borsa più care del mondo

Un’interessante indagine dell’ufficio studi de Il Sole-24 Ore ha dimostrato che oggi ci sono azioni che quotano su livelli incredibilmente elevati e difficilmente acquistabili dai risparmiatori retail con disponibilità di denaro limitate. Il quotidiano economico-finanziario ha stilato una classifica delle azioni più care del mondo, dalla quale si evince che il gradino più alto del podio spetta alla holding finanziaria americana Berkshire Hathaway, controllata dal guru della finanza mondiale Warren Buffet, che per qualche tempo è stato anche l’uomo più ricco del pianeta.

Warren Buffet, soprannominato l’Oracolo di Omaha (sua città natale nel Nebraska, USA), è un investitore di lunga data che rilevò la Berkshire Hathaway nel 1962 quando questa era ancora un’azienda operante nell’industria tessile. Riuscì ad evitare il suo fallimento e la trasformò in una società di investimenti con partecipazioni rilevanti in aziende operanti nel settore del largo consumo come Coca-Cola, Gillette e Procter & Gamble. Oggi una sola azione Berkhire Hathaway “A” vale più di 131.300 dollari, con una capitalizzazione di borsa che sfiora i 120 miliardi di dollari.

Da inizio anno guadagna poco più del 13%. Il massimo storico risale a dicembre 2007, quando le azioni “A” della holding toccarono quota 151.650 dollari. Al secondo posto di questa speciale classifica troviamo il colosso alimentare della cioccolata svizzera Lindt & Spruengli: un’unica azione della società vale circa 36.000 dollari. Al terzo posto c’è la Rothschild, anch’essa quotata sulla borsa di Zurigo: il valore di una sola azione è pari a circa 19.180 dollari. Al quarto posto c’è Serviceflats Cert., che costa circa 15.690 dollari.

Dal quinto al decimo posto troviamo solo società giapponesi quotate alla borsa di Tokyo: Nippon Building Fund (10.692$), Japan Real Estate Inv. (9.861$), Japan Logistics Fund (8.662$), Frontier Rlst. Inv. (8.539$), Mori Trust Sogo Reit (8.405$) e Indl. & Infr. Fund Inv. (7.671$). Tutte queste società non hanno mai effettuato uno split azionario: se è pur vero che la liquidità dei titoli tende ad essere più bassa con l’aumentare dei prezzi, bisogna rimarcare il fatto che le elevate quotazioni tengono alla larga la speculazione. Ne sanno qualcosa le italiane Telecom Italia e Unicredit, che oggi valgono quasi cento mila volte in meno delle società inserite nella classifica delle azioni di borsa più care del mondo.

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