Carige, Spinelli: governance banca ad azionisti

La situazione di Banca Carige è precaria al momento: una delle soluzioni per il suo salvataggio passerebbe per la comunione di intenti tra Fondo Interbancario ed azionisti. Aldo Spinelli, uno di loro, mette le cose in chiaro: la governance della banca deve andare ai soci.

E’ questo il succo dell’intervista che l’azionista dell’istituto genovese ha rilasciato a Repubblica, dove incalzato sulle ultime novità in merito allo strumento migliore per potere risollevare le sorti della banca ha sottolineato:

L’ho detto dal primo momento, io ci sono. La mia famiglia non si è mai tirata indietro. Non succederà nemmeno questa volta, ma bisogna essere chiari fin dall’inizio. Io metterò altri soldi e vorrei che anche gli altri azionisti lo facessero, i grandi e i piccoli. Ma ci vuole un progetto forte e una governance altrettanto chiara. […] Non possiamo partecipare a un nuovo aumento, lasciando poi che siano altri a guidare la banca. La mia famiglia ha investito 30 milioni in Carige. Ma vogliamo parlare di quello che ha messo la famiglia Malacalza? Sono 430 milioni. E poi c’è Gabriele Volpi, che ha appena completato l’operazione del Moody, e che in Carige ha investito tantissimo e lo stesso vale per Raffaele Mincione.

Basterebbero 4 anni per riportare Banca Carige, secondo Aldo Spinelli, ad una produttività importante e priva di imprevisti. L’uomo possiede l’1% del capitale ed ha investito ben 30 milioni di euro all’interno dell’istituto: il suo potere all’intero dell’organizzazione della stessa non è limitato. Questo perché per molto tempo ha mostrato di essere una figura in grado di mediare tra i soci e costruire alleanze, un qualcosa che si rivela essere molto importante in questo momento, soprattutto con il commissariamento della BCE attualmente in auge e la necessità di riportare la banca ad una situazione di normalità, governance compresa.

 

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