Nel momento in cui ci si avvicina alla gestione di un asset allocation in titoli, ci sono molti modi di approccio, tra cui quella attiva e quella passiva.
>Investire nel Lussemburgo, si apre alla trasparenza
L’evidenza empirica conferma tuttavia che più i gestori sono attivi, migliore sarà la performance attesa. Nella gestione attiva degli investimenti è essenziale ai fini dello stock picking saper distinguere tra futuri vincitori e perdenti, come spiega Andreas Utermann, Global Chief Investment Officer di AllianzGI. Questo è particolarmente vero alla luce di ciò che l’economista Joseph Schumpeter definiva “distruzione creativa”, e particolarmente pertinente se applichiamo la Legge di Moore al tasso di cambiamento tecnologico. Grazie al contributo di McKinsey4 e del nostro Global Head of Research di San Francisco, abbiamo pertanto dedicato una sessione del Forum alle “tecnologie distruttive” che potrebbero influenzare il nostro futuro.
> Come comporre un portafoglio bilanciato
Il nostro dibattito sui trend macroeconomici in atto è partito dall’analisi dello scenario inflazionistico, nella consapevolezza che l’inflazione – o, più precisamente, il suo opposto: la deflazione – può avere un impatto significativo su tutte le asset class. Se non altro, l’inflazione ha sorpreso al ribasso negli ultimi mesi, ed è la minaccia della deflazione, più che dell’inflazione, a catalizzare l’attenzione dell’ultima generazione di banchieri centrali. A tale proposito, riteniamo che l’inflazione si stabilizzerà senza trasformarsi nella deflazione che ha afflitto il Giappone fino a poco tempo fa. Nel contesto attuale, è importante distinguere tra “deflazione” e “disinflazione”. La deflazione è un periodo di calo dei prezzi, solitamente accompagnato da stagnazione economica, mentre la disinflazione è un periodo in cui i tassi di inflazione scendono, senza tuttavia diventare negativi.