Atlante taglia i fondi alle banche venete

Atlante ha deciso di tagliare i fondi alle banche venete: non è disposta a riparare con denaro privato quelli che sono i problemi di Banco Popolare di Vincenza e Veneto Banca. Ecco un ulteriore ostacolo al piano di risanamento rincorso dai due istituti.

L’Europa richiede almeno un miliardo di liquidità privata da inserire in cassa per sanare la situazione prima di dare il via libera agli aiuti di stato. Il punto è che i tempi si stanno facendo sempre più stretti e i numeri in attivo delle due banche venete si fanno sempre più bassi per riuscire ad evitare il bail in. Per i due istituti e le autorità di controllo è necessario sbloccare il dossier entro una settimana, se si vuole ottenere il nulla osta entro giugno e salvare il tutto.  In caso di bail in da parte di Bankitalia, verrebbero coinvolti nelle perdite bond e depositi oltre i 100mila euro: cosa che si vuole evitare a tutti i costi.

Quaestio, la Sgr che gestisce Atlante, ha messo in chiaro che non metterà all’interno delle casse di Popolare di Vicenza e Veneto Banca più dei 3,5 miliardi versati nel 2016, perché “le tante incertezze” sul dossier “impediscono di fatto una decisione per qualunque investitore responsabile“. In particolare non vi è chiarezza sul fatto che una volta pagato vi possano essere o meno altre richieste dalla BCE o dall’UE stessa, oltre ad alcune situazioni “interne” che rischierebbero di affondare Atlante stessa.

Quel che si dovrebbe mirare a puntare, è ad una soluzione politica che dia modo all’Unione Europea di prendere “meno alla lettera” quelle che sono le regole previste per il piano di riassetto delle Banche.

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