Tassi Bot annuali tornano sotto l’1% ad aprile 2013

botIl Tesoro italiano ha venduto questa mattina Bot a 3 e 12 mesi per un controvalore pari a 11 miliardi di euro. Sono tornati sulla scena anche i Buoni Ordinari del Tesoro con scadenza trimestrale, che non venivano più collocati dallo scorso ottobre 2012 in quanto la strategia del Ministero dell’Economia e delle Finanze è quella di aumentare la vita media del debito, attraverso una riduzione dello stock di Bot in circolazione e l’aumento dei Btp a più lunga scadenza. Stamattina i tassi sui Bot annuali sono tornati sotto l’1%.

Andando nel dettaglio dell’asta dei titoli di stato odierna, Bankitalia ha comunicato che il Tesoro è riuscito a piazzare 8 miliardi di euro di Bot a 12 mesi (scadenza 14 parile 2014) e contestualmente anche 3 miliardi di euro di Bot a 3 mesi (scadenza 12 luglio 2013). La domanda per i titoli annuali è stata molto sostenuta, mentre il rendimento è sceso sotto l’1% come da attese. Gli analisti si aspettavano una riduzione dei tassi rispetto alla precedente emissioni di titoli con scadenza analoga, considerando il buon momento per l’obbligazionario europeo.

Il rendimento dei Bot annuali è sceso allo 0,922% dall’1,28% dell’asta del mese scorso (per approfondimenti leggere anche Risultati asta Bot 12 marzo 2013). Si tratta del rendimento più basso da gennaio. Il rapporto di copertura tra i titoli richiesti e il quantitativo offerto è aumentato a 1,65 da 1,50 dell’asta precedente. Tuttavia, nell’asta di marzo era stato piazzato un ammontare più basso, pari a 7,75 miliardi di euro. Sono stati collocati anche 3 miliardi di euro di Bot trimestrali.

Il rendimento del Bot a 3 mesi è sceso allo 0,243%, quando invece nell’asta di metà ottobre scorso lo yield fu pari allo 0,765%. Il rapporto di copertura, o bid/cover ratio, è sceso nettamente a 1,9 da 2,79 ma c’è da dire che in quell’occasione il rendimento offerto era più del triplo di quello fissato oggi. Dopo la comunicazione dei risultati dell’asta dei Bot a 3 e 12 mesi, lo spread Btp-Bund è a 305 punti base. Negli ultimi giorni spread verso 300 grazie a maxi-iniezioni di liquidità del Giappone, che ha riversato enormi flussi monetari verso i bond governativi dell’area euro.

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