Asset allocation portafogli difensivi 2013

Il rally di inizio anno degli asset più rischiosi (azioni, mercati emergenti, bond della periferia europea) sta senza dubbio generando un processo di riselezione degli strumenti da inserire nei portfolios più difensivi. Si è aperta la caccia al rendimento, sui timori che i tassi possano restare molto bassi per diverso tempo e che l’inflazione possa rialzare la testa nei prossimi mesi. I flussi di denaro si stanno spostando velocemente dai “porti sicuri” (bond paesi “core”, oro, franco svizzero, etc.) agli asset più rischiosi. La sensazione è che possa esserci un rialzo in doppia cifra per l’azionario mondiale.

Investimenti sempre più rari

Gli italiani investono sempre di meno. O, per lo meno, si abbassa il numero di italiani che riesce a effettuare un impiego proficuo dei propri risparmi. A dichiararlo è il nuovo Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes, secondo cui il 60,6 per cento degli italiani non solo non riesce a effettuare alcun investimento utile, ma è altresì costretto a intaccare i propri risparmi per poter arrivare alla fine del mese. Per l’80 per cento della popolazione italiana, la situazione economica è peggiorata negli ultimi 12 mesi, e per il 52,8 per cento peggiorerà ancora nel prossimo anno.

Risultati Azimut 2012

Azimut, il gruppo del risparmio gestito, ha concluso il mese di dicembre con una raccolta netta positiva per 180 milioni di euro, portando il totale del 2012 oltre la soglia di 1,6 miliardi di euro, e sopra le previsioni preliminari interne, che parlavano di un range tra 1 e 1,5 miliardi di euro. Forte dei risultati acquisiti lo scorso anno, la società rinnova ora la propria attenzione (anche) nei confronti dei mercati esteri, con l’obiettivo di raggiungere un volume di masse gestite di 27 miliardi di euro entro la fine del 2014.

Petrolio Wti resterà in trading range nel 2013

Secondo la maggior parte degli analisti tecnici il mercato del petrolio resterà volatile anche nel corso del 2013, ma dovrebbe continuare a evidenziare un movimento dei prezzi in trading range, ovvero mostrare un andamento laterale delle quotazioni. E’ ciò che prevede Credit Suisse, ma anche Banca Imi e diversi trader indipendenti specializzati proprio sull’oro nero. Secondo gli esperti di Credit Suisse, il petrolio Wti si muoverà in un range compreso tra 75 dollari e 105 dollari al barile; il petrolio Brent, invece, dovrebbe muoversi tra 85 dollari e 125 dollari al barile.

Come investire nel 2013 secondo Azimut Capital Management

Nel 2013 la maggior parte dei gestori di fondi di investimento si aspetta un’accelerazione della politica monetaria espansiva delle banche centrali dei paesi maggiormente sviluppati, allo scopo di favorire la crescita economica. Tuttavia, anche nel 2013 il contesto di mercato evidenzierà tassi reali negativi nelle economie mature. Ciò dovrebbe allontanare ancora gli investitori dai bond governativi, in particolare quelli a lunga scadenza. Infatti la ricerca sarà focalizzata su strumenti finanziari in grado di offrire tassi reali positivi, come ad esempio i Btp italiani legati all’inflazione.

Inflazione nelll’euro-periodo

Secondo quanto affermato dalla Cgia di Mestre, tra il 2002 e il 2012 (ovvero, nell’euro-periodo), le regioni italiane che hanno subito maggiormente la morsa dell’inflazione sarebbero state quelle del mezzogiorno, con aree che hanno visto crescere più delle altre il costo della vita. Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata guidano pertanto la poco invidiabile classifica, con inasprimenti dei prezzi che sono stati particolarmente ingenti per l’alcol, il tabacco, le ristrutturazioni, gli affitti, le bollette, i combustibili e i trasporti.

I dati statistici elaborati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, evidenziamo come tra il 2002 e il luglio di quest’anno, l’inflazione media italiana è cresciuta del 24,9%. “In Calabria si è registrato l’incremento regionale più elevato: +31,6%” – afferma la Cgia in dichiarazioni riportate dal quotidiano La Repubblica – “Seguono la Campania, con il +28,9%, la Sicilia, con il +27,6%, e la Basilicata, con il +26,9%. Le meno interessate dal ‘caro prezzi’, invece, sono state la Lombardia, con un’inflazione regionale del +23%, la Toscana, con il +22,4%, il Veneto, con il +22,3% e, ultimo della graduatoria, il Molise, dove l’inflazione è lievitata ‘solo’ del 21,7%”.

Assets reali: il possibile boom del settore vinicolo

Una nuova fase economica è all’orizzonte, dopo che la Federal Reserve ha provveduto a creare nuova moneta attraverso delle operazioni atipiche; lo stesso discorso si può fare se si osserva l’atteggiamento della Banca Centrale Europea, la quale è pronta a nuove manovre per quel che concerne i prestiti bancari. Gli investitori finanziari devono quindi essere in grado di leggere nella maniera più adeguata possibile questi nuovi trend, puntando sulla fase rialzista che potrebbe poi aprirsi nel medio termine. Secondo la maggior parte degli analisti, la data di svolta non è molto lontana dal punto di vista temporale, anzi è quanto mai necessario ridimensionare il debito che è stato sfruttato per il finanziamento delle posizioni.

Messico: Peso Bond in calo dopo i dati sull’inflazione

Le obbligazioni denominate in pesos messicani sono state protagoniste ieri di un calo piuttosto consistente, la conseguenza più evidente delle ultime aspettative della banca centrale del paese centroamericano, la quale ha parlato espressamente di tassi di interesse più alti: volendo essere più precisi, i rendimenti relativi ai bond in scadenza nel 2024 (il ritorno economico iniziale era pari al 10%) sono cresciuti nel corso di questo mese, dato che i prezzi sono in costante diminuzione da diverso tempo, una situazione che non si registrava da ben cinque anni. I titoli hanno dunque perso 5,4 punti percentuali nel 2011, una perdita fin troppo chiara se raffrontata con quella dei bond brasiliani che presentano la stessa struttura e le medesime caratteristiche (-1,1%).

Gli swap australiani collidono con le scelte della banca centrale

La Reserve Bank of Australia, istituto di credito centrale della vasta nazione oceaniana, non sta mostrando al momento alcuna intenzione di voler accrescere i tassi di interesse: la scelta appare ambigua, anche perché l’inflazione è prevista in aumento, così come viene segnalato dai principali mercati a reddito fisso. Il governatore Glenn Stevens dovrebbe lasciare così il tasso overnight al 4,75%, mentre intanto i contratti swap a un anno e relativi al tasso inflativo sono cresciuti di 57 punti base rispetto a quanto rilevato a dicembre. I titoli obbligazionari e le mosse della banca centrale hanno dunque scelto di intraprendere due cammini in senso inverso. L’economia australiana ha fatto registrare un’accelerazione pari a 0,6 punti percentuali nel corso dell’ultimo trimestre del 2010, ora ci sono buone notizie che giungono dai salari e dagli investimenti, anche perché molte risorse sono state richieste da paesi come India e Cina.