Quinto giorno di ribasso per i futures sul cotone

I contratti futures relativi al cotone sono riusciti a far proseguire il loro momento di ribasso costante che dura ormai da ben cinque mesi e mezzo: volendo essere ancora più precisi, questi strumenti finanziari sono stati protagonisti del loro quinto giorno consecutivo di chiusura in calo, in questo caso a causa del clima statunitense nelle principali regioni in cui si coltiva la commodity in questione, visto che si stanno registrando dei continui miglioramenti. I due riferimenti principali non possono che andare alla Georgia e al West Texas, come sottolineato anche dai principali analisti indipendenti che si occupano di questi investimenti finanziari. La pioggia è un elemento essenziale per i raccolti e con la bella stagione le precipitazioni non sono poi così numerose.

Cacao, i futures scendono ai livelli di gennaio

I contratti futures relativi al cacao sono scesi al loro livello più basso dallo scorso mese di gennaio a causa degli ultimi segnali sulla commodity, con la domanda prevista in forte rallentamento: la produzione mondiale della pianta in questione potrebbe infatti superare la domanda complessiva di 110mila tonnellate, come stimato dalla compagnia Asset & Resource Management Company. Le scorte, le quali sono monitorate in maniera costante dall’Intercontinental Exchange di New York, sono destinate a crescere fino a quasi 5,5 milioni di sacchi, il record maggiore dal mese di maggio del 1999.

Succo d’arancia, futures in calo a causa del meteo

Sono sostanzialmente due i fattori che hanno spinto verso il basso i contratti futures collegati all’andamento del succo d’arancia: le pressioni nei confronti della vendita sono molto forti, tanto che le ultime cinque sessioni sono state improntate al ribasso, con il meteo in miglioramento e le speculazioni finanziarie a farla da padrona. Le contrattazioni in questione sono quelle dell’Intercontinental Exchange di New York, piazza in cui gli strumenti con consegna prevista nel mese di maggio hanno chiuso questa settimana a quota 1,6822 dollari la libbra, con un calo totale di 0,71 punti percentuali (il picco si è avuto con il -0,90%).

Il citrus greening fa schizzare verso l’alto i futures sul succo d’arancia

I contratti futures relativi al succo d’arancia sono aumentati nel corso di quest’ultima settimana a livelli davvero da record: il boom in questione è la conseguenza diretta della possibile riduzione di scorte da parte degli Stati Uniti, mossa motivata dal cosiddetto “citrus greening”, la malattia che ha colpito gli agrumi del Texas. In aggiunta, non bisogna dimenticare nemmeno il rallentamento delle importazioni che è stato stimato dal dipartimento agricolo americano (lo Usda). La piaga che si sta diffondendo nello stato federale è stata accertata per la prima volta lo scorso 18 gennaio; in quella occasione, poi, si è anche scoperto che molti raccolti della Florida avevano subito dei danni evidenti e la zona in questione è celebre proprio per i suoi agrumi, le arance in particolare.

Il momento no del cotone all’Ice Futures di New York

I contratti futures collegati alle performance del cotone sono riusciti a pareggiare le perdite subite a causa del recente declino del dollaro: tra l’altro, bisogna sottolineare che stavolta ha influito in maniera positiva il buon andamento della domanda per le fibre in questione, dopo che i prezzi stessi erano giunti ai loro minimi degli ultimi quindici mesi. Contemporaneamente, gli strumenti finanziari che osservano da vicino il succo d’arancia hanno fatto registrare un buon incremento. Si parlava prima del dollaro, e in effetti la moneta verde si è vista costretta a cedere mezzo punto percentuale nei confronti di un paniere composto da altre sei valute.

Cotone, le scorte limitate fanno volare i futures

I contratti futures che osservano da vicino l’andamento del cotone come commodity hanno subito un rialzo record nel corso di quest’ultima settimana: il rialzo è stato favorito senz’altro dal fatto che la domanda globale proveniente dagli stabilimenti tessili dovrebbe continuare ad essere superiore all’offerta disponibile. In particolare, l’output della Cina, il maggior consumatore di cotone al mondo, è calato di 6,3 punti percentuali nel 2010. Al contrario, le vendite statunitensi sono aumentate del 56% nella settimana che si è conclusa lo scorso 24 febbraio rispetto ai sette giorni precedenti, così come ha anche confermato lo Us Department of Agricolture, il dipartimento americano relativo al settore primario. In pratica, i prezzi sono più che raddoppiati. John Flanagan, presidente della Flanagan Trading Corporation, ha parlato espressamente di una sfida a livello internazionale, anche perché le ultime resistenze commerciali che sono state realizzate erano più che altro acquisizioni.

Cacao, futures in declino a causa delle vicende politiche ivoriane

Le meraviglie del cacao rimangono per il momento confinate ai tempi di “Indietro tutta” e della celebre canzone televisiva: la commodity alimentare, infatti, ha subito un pesante ribasso nel corso delle ultime contrattazioni di Londra, il livello più basso degli ultimi venti mesi. Si è trattato, quindi, di una brusca frenata, provocata, in particolare, dalla speculazione imperante, fenomeno agevolato dalle travagliate elezioni che si sono tenute in Costa d’Avorio, il maggior produttore al mondo del prodotto in questione. Gli effetti sono stati minimi sull’output, mentre lo zucchero è riuscito invece ad avanzare a New York. Le previsioni, in tal senso, sono piuttosto eloquenti: la produzione di cacao nel continente africano dovrebbero calare del 6,7%, assestandosi a quota 2,6 milioni di tonnellate all’anno, almeno secondo una stima effettuata da Abn Amro.