Germania? Più forte di quel che si pensa

La Germania è più forte di quel che si pensa. Sebbene la situazione economica non sia tranquilla come in passato. È questo il succo delle parole del presidente di Bundesbank Joachim Nagel.

La Germania non è ancora in grave difficoltà

L’economista sostiene anche con una certa fermezza che la BCE di sicuro non abbasserà i tassi di interesse sul breve periodo. Prendendo in considerazione la Germania impossibile non notare come a prescindere dalle diverse opinioni stia presentando un calo del PIL, un decremento della fiducia nell’economia e problemi nel mercato immobiliare.

Tutto ciò pesa di più idealmente perché la Germania è sempre stato uno degli Stati più forti a livello economico all’interno della Unione Europea. Quello in grado di trainare gli altri. Ciò che possiamo vedere ora è che il primo Stato tra i più grandi e forti a entrare in recessione.

La colpa viene data alla sua economia di tipo energivoro e sappiamo tutti ciò che il mercato negli ultimi tempi ha messo a disposizione degli Stati membri. Ci sarebbe di fondo una crisi strutturale rilevante che l’economia teutonica potrebbe trovarsi a scontare. Parlando con i media tedeschi il presidente di Bundesbank evidenzia come la situazione attuale non sia comparabile a quella di 20 anni fa.

È vero che siamo scivolati in una recessione tecnica durante la stagione invernale”, sottolinea. “E da allora lo sviluppo economico non è stato soddisfacente. La pandemia di Covid, l’alta inflazione e quindi l’attacco russo all’Ucraina hanno lasciato il loro segno. Ma”, spiega, “prevediamo che l’immagine si rischiarerà l’anno prossimo”.

I tassi e le decisioni della BCE

È presto per etichettare questa posizione come eccessivamente fiduciosa. Ma il presidente di Bundesbank è ottimista e rigetta anche le critiche sul modello tedesco considerato troppo basato sull’industria tradizionale. Fattore che lo rende troppo lento, poco innovativo e obsoleto.

L’economista non nasconde che un aggiornamento non farebbe male ma lo stesso tempo non mancano nel suo discorso piccole stilettate ad altri paesi. Quelli che, sebbene non nominati, come l’Italia presentano maggiori criticità. Soprattutto per quel che concerne l’occupazione e la sostenibilità del debito.

Sulla lotta all’inflazione Joachim Nagel è convinto che la BCE non tornerà troppo presto sui suoi passi. I dati che continuano ad arrivare sottolineano la necessità di una politica monetaria restrittiva. È vero che gli interventi impiegati finora devono ancora far vedere il proprio potenziale complessivo.

Ma è impossibile negare, dati alla mano, che l’inflazione sembra rimanere ostinatamente alta. Ragione per la quale la politica di decidere riunione dopo riunione, in base ai dati, rimane la migliore applicabile.

Italia chiederà aiuti per non fallire secondo Citi

Lo shock post-elettorale in Italia ha creato grande confusione sui mercati finanziari. Gli investitori sono stati travolti dal clima di avversione per il rischio e così hanno cominciato a vendere azioni e bond pubblici italiani, facendo crollare la borsa milanese e impennare lo spread. Molti analisti temono il peggio, in quanto il paese non è governabile per cui rischia di dover far ricorso agli aiuti finanziari se lo spread dovesse salire ancora verso 450 – 500 punti base. Tuttavia, secondo il presidente Giorgio Napolitano l’Italia non è allo sbando.

Investire in Germania è pericoloso?

Investire in Germania potrebbe essere pericoloso. A sostenere la potenziale “bomba” tedesca è l’economista francese Jacques Attali, che intervistato da Il Messaggero, ha fatto il punto su quanto sta accadendo in Francia – dove Moody’s ha declassato il rating, generando di fatto un segnale di allerta per l’economia transalpina, e un nuovo campanello di allarme su quella europea. Ma le dichiarazioni più sorprendenti riguardano la Germania…

Crisi economica ancora lunga

La crisi economica sarà lunga e difficile, e durerà almeno cinque anni. Ad affermarlo è la cancelliera tedesca Angela Merkel, che spegne definitivamente i facili entusiasmi di coloro che possono pensare che la congiuntura negativa sparirà nel brevissimo termine per lasciare spazio ad una rapida e dinamica inversione di tendenza. L’abbandono della crisi sarà invece particolarmente complicato e, soprattutto, non riguarderà pochi mesi o pochi anni, ma almeno un intero lustro a partire da oggi.

Collaborazione industriale Italia – Germania

Italia e Germania hanno necessità di lavorare in più stretto contatto industriale, al fine di contribuire in maniera decisiva al rilancio del settore manifatturiero europeo. È quanto ha affermato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che, in compagnia del presidente di Bdi, Hans Peter Keitel, è stato tra i protagonisti della conferenza stampa stampa di chiusura della due giorni dei lavori del bilaterale BDIConfindustria che si è recentemente svolto a Bolzano. Ma vediamo quali sono gli intenti da parte dei due vertici delle confederazioni industriali.

Unione fiscale e politica

Con parziale sorpresa, la Germania ha posto un nuovo obiettivo in Eurozona: costruire, in maniera univoca, le tappe che conducono a una unione fiscale completa. Uno step indispensabile, stando a quanto ritiene la cancelliera Angela Merkel, per poter compiere una vera integrazione politica nel vecchio Continente, usando come modello di autonomia quello già da tempo applicato negli Stati Uniti. E ancora, creazione di un bilancio federale, maggiore indipendenza da parte della Banca Centrale Europea e tanto, tanto altro ancora, in una nuova era di rapporti tra le nazioni.

Incontro Merkel – Samaras

La cancelliera tedesca Angela Merkel cerca la quadratura del cerchio nella gestione della crisi greca. “Vorrei che la Grecia resti nell’euro” – ha dichiarato infatti la Merkel, per poi aggiungere tuttavia che “ci aspettiamo che attui gli impegni presi e che alle parole seguano i fatti”. Pronta la risposta del premier greco Antonis Samaras, che rimane sulle sue posizioni, ribadendo come la Grecia riuscirà a farcela, ma come ad Atene occorra più tempo. Negoziati che non hanno prodotto nessun risultato, in attesa della pubblicazione dei report da parte della troika.

Stop rinvii piano austerity Grecia

Per il tramite di un portavoce, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha posto il veto sulla possibilità di nuovi rinvii per il piano di austerity della Grecia. “Per il governo tedesco” – afferma infatti il massimo vertice berlinese – “vale l’accordo preso da Atene con Ue, Fmi e Bce”. In altri termini, nessuna apertura in merito alla possibilità di dilazionare ancora l’austerity, contrariamente a quanto aveva invece lasciato intendere il ministro degli Esteri. Ma cosa accadrà ora alla Grecia? Quanto si è avvicinata, con questa presa di posizione, l’uscita di Atene dall’euro?

Decisione tedesca Fondo Salva Stati

Nessun rinvio per la decisione di legittimità sul Fondo Salva Stati. I giudici tedeschi hanno infatti scelto di non rilanciare la scelta temporale del proprio giudizio, nonostante la ricca fazione di euroscettici abbiamo sollevato altre questioni sulla legittimità costituzionale del fondo, varato per aiutare i Paesi dell’Eurozona in crisi. La Corte Costituzionale conferma pertanto la scadenza del 12 settembre quale termine ultimo per pronunciare la tanto attesa sentenza sulla conformità dell’Esm con la legge fondamentale della Repubblica federale.

Triplo massimo discendente sul Dax Performance

La situazione sul DAX tedesco di lungo termine richiama fortemente l’attenzione degli investitori annullano le condizioni che la Germania è sicura dal punto di vista degli investimenti. Anche se i titoli tedeschi “vanno a ruba” costringendo rendimenti prossimi allo zero, la situazione sull’azionario di lungo termine è quanto mai rischiosa viste le formazioni grafiche in corso.

Dalla crisi iniziata a cavallo tra il 2007 ed il 2008 l’indice ha visto una discesa che da oltre 8000 punti ha spinto l’indice sotto ai 4000 punti; interessante il recupero successivo, stabile e continuo fino alla prima metà del 2011 e poi confusionario e praticamente fermo fino ad oggi. Il crollo verticale della seconda metà del 2011 ha spaventato gli investitori che nei mesi successivi per quanto hanno comprato non sono riusciti a tornare ai livelli sfiorati l’anno scorso. La discesa avviata a Marzo 2012 trova ultimamente seguito, sopratutto grazie all’instabilità dell’Euro.

Perchè la Germania non è in crisi?

Con tutto il vociferare intorno a questa crisi dell’Eurozona, ci sono degli aspetti che rischiano di essere sottovalutati mentre invece meriterebbero le prime pagine dei telegiornali (che per il momento si guardano bene dal fare questo tipo di servizi). Grazie all’informazione libera del web però riusciamo sempre ad essere informati su praticamente tutto quello che succede nel mondo, anche se “ricomporre” il complicato puzzle della crisi e del rischio di recessione dell’Eurozona è veramente difficile.

In tutto questo, che posizione ha la Germania? Perchè è il punto di riferimento per l’Europa e perchè sembra che non sia in crisi? La risposta potrebbe benissimo essere dentro la domanda, più precisamente dentro la parola “sembra” che mette un grande interrogativo di fronte alla facciata che la Germania riesce a conservare di fronte a tutto il mondo.

Saes Getters: joint venture con un gruppo tedesco

Via libera, nel settore degli attuatori basati su tecnologia SMA, ad un’alleanza italo/tedesca. A siglarla sono state da un lato Saes Getters, società quotata in Borsa a Piazza Affari e leader mondiale proprio nei componenti basati sulla tecnologia SMA, e dall’altro il Gruppo tedesco Alfmeier Präzision AG. Tutto ciò, in accordo con quanto recita una nota emessa da Saes Getters, è avvenuto a seguito della costituzione di Actuator Solutions GmbH, una joint venture la cui attività risulta essere focalizzata nello sviluppo, nella produzione ma anche nella commercializzazione proprio degli attuatori basati su tecnologia SMA. Actuator Solutions GmbH, con sede in Baviera, quindi in Germania, risulta essere controllata in via paritetica da Saes Getters e da Alfmeier Präzision AG, quindi con quote pari al 50% ciascuno.

Prelios cede complesso immobiliare in Germania

Il Gruppo Prelios ha ceduto a Hesse Newman Capital AG, una società tedesca, un importante complesso immobiliare, denominato “Blankenese Bahnhofsplatz“, ad Amburgo. A darne notizia è stata proprio la società quotata in Borsa a Piazza Affari nel precisare come l’iniziativa di sviluppo urbano, completata nel 2010, faccia capo per il 47% proprio al Gruppo Prelios, per il 50% a ING Real Estate Development, ed il restante 3% ad altri soci. Per conto di Classic Value 2, un proprio fondo chiuso di investimento, Hesse Newman Capital AG acquisisce così gli asset a fronte di una valorizzazione pari a 73 milioni di euro circa; di questi, 68 milioni di euro vengono pagati al closing dell’operazione, mentre i restanti 5 milioni di euro saranno saldati nell’arco dei prossimi 30 mesi a seguito dell’affitto di una quota di spazi ancora liberi che è pari al 7%. L’operazione a vantaggio di Prelios, che in trasparenza mantiene nel progetto una quota pari al 5%, genera complessivamente una cassa pari a sei milioni di euro circa.