EuroMot: i nuovi bond legati a Bei, Birs e Fondo Salva-Stati

ImmagineBanca Europea degli Investimenti, Fondo Salva-Stati e Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo: sono questi gli enti protagonisti delle sei negoziazioni avviate ieri presso il Mercato Telematico delle Obbligazioni di Borsa Italiana (vedi anche EuroMot: da domani tre prestiti della Bei). Il segmento coinvolto è ancora una volta quello dell’EuroMot, più precisamente la classe delle cosiddette euro-obbligazioni, dei titoli di emittenti esteri e di altri titoli di debito. Anzitutto, bisogna precisare che il termine di liquidazione è stato fissato al terzo giorno che segue la data di stipula dei contratti di compravendita.

EuroMot: i due nuovi bond lanciati dal Fondo Salva Stati

Due giorni fa il segmento EuroMot di Borsa Italiana ha accolto due nuove obbligazioni che hanno visto come emittente il Fondo Salva Stati: che cosa ha messo a disposizione nello specifico l’Efsf (European Financial Stability Facility)? Anzitutto, le scadenze sono differenti. Entrando maggiormente nello specifico, i due titoli obbligazionari di cui si sta parlando sono l’Efsf Eur 1.500 per cent Guaranteed Notes due 22 January 2020 (il codice Isin su cui fare affidamento è EU000A1G0A81) e l’Efsf Eur 1,25 per cent Guaranteed Notes due 5 February 2018 (l’Isin è EU000A1G0A99).

Investimento Fondo Salva Stati

Si è conclusa molto positivamente la prima emissione dell’Esm, il Fondo Salva Stati che ha sostituito l’Efsf. Tra i principali investitori è risultato in prima linea il Giappone, che ha scelto di supportare l’Europa acquistando grandi quantità dei titoli emessi dal Fondo. Complessivamente, il Fondo Salva Stati colloca titoli a 3 mesi per 1,927 miliardi di euro, con rendimento negativo. Ma vediamo in maggior dettaglio come è andata, e quali sono state le principali considerazioni formulate sul trend conseguito.

Borsa Italiana: obbligazione decennale del Fondo salva-Stati

Da oggi sarà reso disponibile presso l’EuroMot il nuovo bond del cosiddetto Fondo salva-Stati: si tratta dell’Efsf Eur 2,25 per cent Guaranteed Note due 5 September 2022 (il codice Isin di riferimento è EU000A1G0A16), un titolo decennale che prevede, come si intuisce facilmente dalla denominazione del prodotto, un tasso fisso che è pari al 2,25%. Dopo che ieri la Bei ha emesso tre obbligazioni a tasso fisso , il segmento di Borsa Italiana si conferma molto gettonato dal punto di vista delle emissioni finanziarie. Come è noto, l’European Financial Stability Facility (meglio conosciuto con l’acronimo Efsf) è il veicolo finanziario creato dai ventisette paesi che fanno parte dell’Unione Europea per risolvere in maniera più efficace la crisi economica.

Decisione tedesca Fondo Salva Stati

Nessun rinvio per la decisione di legittimità sul Fondo Salva Stati. I giudici tedeschi hanno infatti scelto di non rilanciare la scelta temporale del proprio giudizio, nonostante la ricca fazione di euroscettici abbiamo sollevato altre questioni sulla legittimità costituzionale del fondo, varato per aiutare i Paesi dell’Eurozona in crisi. La Corte Costituzionale conferma pertanto la scadenza del 12 settembre quale termine ultimo per pronunciare la tanto attesa sentenza sulla conformità dell’Esm con la legge fondamentale della Repubblica federale.

Fondo Salva Stati a 800 miliardi di euro

L’Eurogruppo ha deciso; l’unione dei fondi salva stati EFSF ed ESM offrirà un firewall di 700 miliardi di euro, che diventeranno 800 miliardi di euro con il Fondo di Stabilità Europeo e con 53 miliardi di euro di facility bilaterali alla Grecia gia impegnate.

Dei due sappiamo che il fondo temporaneo sarà avviato a luglio di quest’anno e lascia aperte comunque tutte le ipotesi; vi è infatti la possibilità che questi attuerà nuovi impegni per arrivare a 500 miliardi di euro di prestito ed anzi probabilmente il fondo temporaneo si muoverà in questo senso.

Tassa sulle Transizioni Finanziarie

In Europa si torna a parlare di tassa sulle transizioni finanziarie. La crisi dell’Euro e quella della Grecia ha messo in mostra la parte peggiore dell’Europa; l’Unione non è così stretta come potrebbe sembrare e non basta la moneta unica a far sentire vicini i membri dell’UE. La grande differenza tra gli Stati Uniti e l’Euro sta proprio nel fatto che anche se gli Stati dell’America sono indipendenti, rispondono comunque ad un solo organo politico che si preoccupa di tutelare tutti i membri. In Europa la Commissione Europea è vista con distacco e la distanza è stato il problema quando si è trattato di dover “salvare” la Grecia.

Non avendo previsto un fondo salva-stati, dopo il fallimento di tutte le proposte della Commissione Europea il salvataggio della Grecia è avvenuto in “zona cesarini” ed è comunque un default controllato, quindi una mezza sconfitta.

Merkel frena l’entusiasmo dopo LTRO

La Merkel non abbassa la guardia ed invita a mantenere alta l’attenzione; anche se l’iniezione di liquidità da 530 miliardi di euro nel sistema bancario dell’Eurozona è andata a buon fine ed ha fatto tirare un respiro di sollievo la Cancelliera Tedesca ricorda all’Eurozona che questo era l’ultimo intervento in programma dalla BCE ed ora anche se la fase di crisi sta rallentando bisogna consolidare i risultati raggiunti e non abbassare la guardia.

L’attenzione si sposta sulla costituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) su cui si fa’ pressione per accelerare i tempi di realizzazione; l’idea attuale non è solo recuperare la stabilità persa ma anche evitare che in futuro si arrivi nuovamente a situazioni simili e sfuggano dal controllo.

L’intesa tra i rappresentanti di 25 Stati dell’Unione Europea si concretizza in un patto firmato oggi a Bruxelles che la Merkel non esita a definire “storico”:

Fitch: probabile default per le obbligazioni greche

L’accordo dei leader europei per il taglio del 50% relativo alle obbligazioni greche potrebbe comportare un default nel caso in cui gli investitori dovessero accettare questo stesso piano: la constatazione giunge direttamente da Fitch, una delle tre principali agenzie di rating. Il taglio in questione è di tipo nominale e si riferisce allo scambio di titoli, ma un provvedimento di questo tipo non può che essere equiparato a un fallimento, almeno se si fa riferimento ai criteri del Distressed Debt Exchange. Secondo l’agenzia francese, inoltre, nonostante l’intesa sia un passaggio necessario per consentire alle finanze pubbliche elleniche di divenire più sostenibili, Atene non può dimenticare che deve far fronte a sfide significative dal punto di vista economico, tra cui si può ricordare quella relativa al debito.