Lo spread italiano regge. Niente rally per gli investitori

BtpLo spread tra Btp e Bund tedeschi continua la sua fase di stabilità, seppur cresciuto di qualche punto. Le elezioni dunque non fanno paura, e gli investitori che pensavano ad un rialzo dei rendimenti sono per il momento delusi.

Oggi vengono trattati a 140 punti base, con rendimenti decennali al 2%. Vedremo i movimenti dei titoli, dopo l’asta odierna di Bot di oggi e quella Btp di domani. Ma saranno le elezion a dirci di più sul futuro dello spread. Siamo ormai quasi arrivati al 4 marzo, giorno in cui si capirà il futuro prossimo della politica italiana.

Cosa succederà questa settimana

Attenzione anche alle notizie provenienti dalla Germania, con il voto degli elettori SPD sul nuovo governo. Per gli analisti tedeschi, un voto favorevole potrebbe innescare instabilità nelle obbligazioni dell’Europa meridionale, a favore dei bund tedeschi. Questi saranno supportati da un governo stabile, mentre per l’Italia, l’incertezza potrebbe far schizzare in alto lo spread. Della stessa idea anche gli analisti di Unicredit, che vedono in domani una giornata in cui si potrà iniziare a vedere l’effetto elezioni sui titoli.

Gli investitori potrebbero apprezzare i segnali di rischio per la politica italiana, e cercare di trarre profitto sulle obbligazioni del Tesoro.
Lo spread, in caso di incertezza, potrebbe iniziare la marcia verso i 150 punti entro il voto del 4 marzo. Intanto, i partiti anti-euro, attenuando i toni, potrebbero favorire la stabilità dei titoli.

Dove investire nel 2013 secondo State Street Global A.

Nonostante la view della maggior parte dei gestori di fondi sia ancora positiva sull’azionario, alcuni money manager hanno cominciato ad adottare strategie di investimento più prudenti soprattutto sull’azionario. Con il Dow Jones sui massimi a 5 anni c’è chi ha pensato di alleggerire l’esposizione sull’azionario in vista di un costante incremento della volatilità sui mercati, a causa di una serie di “mine vaganti” in grado di influenzare l’andamento di borse e bond. Tra questi c’è anche State Street Global Advisors (SSgA), colosso dell’asset management con 2.100 miliardi di dollari in gestione.

A marzo tre lezioni sul trading a cura di Cmc Markets

Cmc Markets sta dimostrando di avere parecchio a cuore l’ambito formativo: in effetti, la società britannica fondata da Peter Cruddas sta facendo proseguire in maniera proficua il proprio programma di formazione gratuita per quel che concerne il trading online, una iniziativa che è stata pensata appositamente per tutti gli appassionati del settore (vedi anche Trading online: cominciano i nuovi corsi di Banca Sella). I trader devono capire come divincolarsi nel modo giusto nei mercati finanziari, visto che l’incertezza sul loro andamento e il pericoloso ritorno della volatilità sta influenzando la loro operatività.

Hedge Invest consiglia di comprare i Btp

Nonostante il rally avvenuto nel 2012 e la febbre da spread post-elettorale, c’è chi ritiene i titoli di stato italiani ancora molto attraenti. Filippo Lanza, gestore di Numen Credit Fund, un fondo Ucits alternativo che segue una strategia obbligazionaria dinamica della nuova Sicav di Hedge Invest, ha una view molto positiva sui bond pubblici italiani. L’esperto puntualizza che l’anno record è ormai alle spalle, e quindi difficile da replicare, ma nel 2013 il decennale italiano in uno scenario molto positivo ha le potenzialità per offrire un rendimento compreso tra il 10% e il 15%.

Tassi bond tedeschi tornano positivi

Il clima di forte appetito per il rischio sta favorendo gli investimenti in asset rischiosi, in particolare l’azionario mondiale e i bond della periferia europea. I cosiddetti “beni rifugio” stanno trovando sempre meno posto nei portafogli degli investitori internazionali, in quanto sta diminuendo l’esigenza di allocare le proprie sostanze in strumenti finanziari sicuri. Così il nuovo anno sta evidenziando una fase di forte correzione per i Bund tedeschi, che durante il 2012 avevano garantito ritorni in conto capitale molto elevati agli investitori che cercavano un porto sicuro durante la fase più turbolenta della crisi dei debiti sovrani europei.

Spread-Btp a 160 punti nel 2013 secondo Pictet

Dopo l’accelerazione ribassista fin sotto 260 punti base avvenuta a inizio anno, lo spread Btp-Bund sta consolidando all’interno del range compreso tra 250 e 260 basis point. L’euforia generalizzata sui mercati azionari e obbligazionari potrebbe ancora proseguire a lungo, ma molto dipenderà dall’interventismo delle principali banche centrali e da una politica favorevole. In sintesi è questa l’idea di Andrea Delitala, head of investment advisor di Pictet Asset Management. Secondo l’esperto il rally dei mercati è avvenuto in scia all’accordo parziale sul fiscal cliff negli Stati Uniti e alla fase pre-elettorale in Europa.

Come investire in Btp nel 2013 secondo Russell Investments

Negli ultimi mesi lo spread Btp-Bund è stato interessato da un graduale restringimento verso i 250 punti base, favorito dalla sempre minore avversione per il rischio che ha creato una sorta di mini-bolla sul mercato dei bond periferici europei. Ad esempio i Btp italiani hanno messo a segno una performance del 21% nel 2012 e con l’inizio del nuovo anno sono già in territorio ampiamente positivo. Albert Jalso, manager del Ric Global Bond Fund di Russell Investments, consiglia prudenza sui Btp italiani.

Previsioni rendimento Bot nel 2013

A fine novembre 2011, nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani in Europa e con lo spread Btp-Bund che volò fino al record storico di 575 punti base, il rendimento dei Bot a 12 mesi era di poco superiore al 6%, quello dei Bot a 6 mesi superiore al 5%, mentre i Bot a 3 mesi rendevano quasi il 4%. Si tratta di valori clamorosi, solitamente riscontrabili nei bond governativi di paesi in odore di default. L’Italia allora veniva percepita come rischiosa, a causa del debito pubblico monstre che oggi tra l’altro supera i 2.000 miliardi di euro.

Germania colloca Bund Maggio 2012 a tasso zero

Siamo ormai prossimi al paradosso e quello che viene considerato un motivo di vanto potrebbe velocemente trasformarsi in un problema serio; il nuovo collocamento dei titoli di Stato tedeschi a due anni “Schatz” ha visto un rendimento pari allo 0,07% per una raccolta complessiva di 4,555 miliardi di euro. L’alta domanda è ancora una volta una chiara indicazione che arriva dal mercato dei titoli di Stato; la Germania è ancora considerata un porto sicuro per i capitali e gli investitori, pur di dirottare il proprio denaro verso lo Stato Federale Tedesco, sono disposti ad accettare rendimenti a dir poco imbarazzanti.

Quale che sia la causa di tanta sfiducia verso il resto dell’Europa, siamo vicini ad un paradosso; con situazioni in ripresa e di stabilità (tutte, tranne Grecia e Spagna) e rendimenti a dir poco vantaggiosi, perchè gli investitori continuano a puntare sulla Germania, che non ha poi una situazione così diversa da Italia e Francia? 

Spread stabile, Schatz ai minimi assoluti

Nuovo record per i titoli di Stato tedeschi; l’asta di oggi dello Schatz a due anni ha visto il dimezzamento dei rendimenti, che ora, dopo un collocamento con bid-to-cover a 1.8, si attestano ai minimi record a 0.14% su base annua. Il rendimento, praticamente dimezzato dalla precedente emissione, rende quasi sfavorevole investire in titoli di Stato tedeschi e contribuisce ad aumentare le tensioni sullo spread grazie ad una situazione che è al limite dell’assurdo.

Il pericolo spread ora non è più governato e pilotato dall’innalzamento dei rendimenti di Italia e Spagna, ma piuttosto viene modificato dal continuo calo dei rendimenti dei titoli tedeschi, vicini ormai al paradosso per cui investire in Germania costa dei soldi.

Spread Btp-Bund sale dopo asta titoli tedeschi

Dopo un’apertura dei mercati incerta ed un crollo verticale il mercato azionario è stato vagamente stabilizzato dall’asta dei titoli del debito Tedeschi, anche se per poco tempo. L’asta del Bund decennale offerto in tarda mattinata ha trovato una domanda congrua e decisamente sopra le aspettative assolutamente negative che fino a qualche ora prima preoccupavano gli investitori. Il rendimento è sceso ulteriormente e si è confermato intorno a 1.93% per il titolo a 10 anni più famoso d’Europa.

La leggera flessione del Bund ha allargato ovviamente lo spread che misura la distanza di rendimento con gli altri titoli del debito Europei, così che per un attimo il differenziale con il Btp a 10 anni italiano è salito fino a quota 505 per poi ritracciare velocemente intorno a 500. 

Perchè la Germania non è in crisi?

Con tutto il vociferare intorno a questa crisi dell’Eurozona, ci sono degli aspetti che rischiano di essere sottovalutati mentre invece meriterebbero le prime pagine dei telegiornali (che per il momento si guardano bene dal fare questo tipo di servizi). Grazie all’informazione libera del web però riusciamo sempre ad essere informati su praticamente tutto quello che succede nel mondo, anche se “ricomporre” il complicato puzzle della crisi e del rischio di recessione dell’Eurozona è veramente difficile.

In tutto questo, che posizione ha la Germania? Perchè è il punto di riferimento per l’Europa e perchè sembra che non sia in crisi? La risposta potrebbe benissimo essere dentro la domanda, più precisamente dentro la parola “sembra” che mette un grande interrogativo di fronte alla facciata che la Germania riesce a conservare di fronte a tutto il mondo.