Investimento bond argentini ottobre 2012

Quanto sta accadendo tra Argentina, Nazioni Unite e Ghana potrebbe sembrare totalmente estraneo alla triste vicenda che dieci anni fa portò migliaia di risparmiatori italiani a perdere buona parte del valore del proprio investimento nei “tango bond”. Eppure, il sequestro della nave scuola Libertad nel Paese africano costituisce l’ennesima puntata di una vicenda che sembra essere ben lungi dal concludersi, e che merita un piccolo riassunto per cercare di capire come si stanno evolvendo gli investimenti in bond argentini.

I fatti, brevemente, li riassume La Repubblica, che ricorda come “i creditori di Buenos Aires hanno ottenuto il sequestro in un porto del Ghana della nave scuola Libertad, fiore all’occhiello della marina sudamericana. “O l’Argentina ci restituisce almeno 20 milioni dei 300 che ci deve o metteremmo all’asta la fregata” ha fatto sapere Nml, il fondoavvoltoio che non ha aderito alla doppia ristrutturazione dei 100 miliardi di dollari di debito del paese tra il 2005 e il 2010. E il governo della Presidenta Cristina Kirchner è pronto a chiedere l’intervento dell’Onu per liberare il bastimento”.

Facile comprendere quanto sia delicato il caso legale sorto di conseguenza, anche perchè all’interno della nave vi operano 200 uomini. L’ufficiale dell’imbarcazione, quando si è visto notificare il sequestro da parte delle forze dell’ordine, ha cercato di replicare ricordando come la nave sia un mezzo militare e come tale coperto dall’immunità diplomatica. Peccato che il tutto non sia servito a niente.

“Nml, controllata dell’hedge fund Elliott management, ha già provato in passato a rivalersi su beni argentini all’estero per rientrare dei suoi investimenti, comprati a prezzo stracciato alla vigilia del default. I vertici del fondo hanno deciso di non accettare il rimborso al 30% del credito proposto da Buenos Aires (offerta cui ha detto “sì” il 93% dei risparmiatori coinvolti) puntando a recuperare il denaro attraverso una serie di azioni legali” – ricorda ancora l’edizione online del quotidiano – “Negli anni scorsi è riuscita a congelare temporaneamente i depositi custoditi a New York nei forzieri della Banca Nacion e a mettere le mani per qualche giorno sull’ambasciata francese a Parigi. In entrambi i casi però, Buenos Aires è riuscita a ottenere il dissequestro giocando la carta dell’immunità diplomatica. Berna ha respinto questa settimana la sua richiesta di blindare i fondi sudamericani depositati sui conti in Svizzera della Banca dei Regolamenti internazionali”.

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