Tango bond. Il tribunale: risarcire l’investitore

La Corte d’Appello di Palermo ha deliberato una sentenza storica per la Banca Unicredit, condannata a risarcire un investitore in bond argentini, in quanto la banca sapeva essere rischiosi, e non avvertì il cliente. Il default dell’Argentina, nel 2011, ha lasciato numerosi risparmiatori senza i propri capitali, nonostante le banche avessero suggerito l’acquisto di questi titoli considerati sicuri. La polemica è montata nel corso degli anni, ma mentre molti si sono accontentati delle briciole, accettando dei piccolissimi rimborsi, i più tenaci hanno fatto causa alla propria banca per avere l’intero capitale più gli interessi.

A Palermo, un investitore ha ottenuto il risarcimento dei 75 mila euro che aveva investito, dopo che la sentenza di primo grado aveva invece assolto la banca. A fare la differenza, in secondo grado, è stata la nota integrativa della Consob, datata agosto 2000, che evidenziava l’indirizzo altamente speculativo dei bond argentini. La banca quindi sapeva di vendere dei titoli che non erano equiparabili a normali titoli di stato, ma indicate per azioni spericolate di alta speculazione. Come evidenziato dalla corte, il cliente era certamente attratto dall’alto rendimento dei tango bonds, che dovevano creare per lo meno qualche sospetto, ma la banca non evidenziò il rischio di non poter riavere il capitale perché il paese era a rischio.

Tango bond, risparmiatori italiani saranno risarciti dopo 15 anni

C’è l’accordo sui tango bond. Il ministero del Tesoro e della Finanza Pubblica della Repubblica Argentina e la Task Force Argentina (Tfa) hanno individuato un’intesa al fine di risolvere la controversia basata sul Trattato bilaterale Italia – Argentina nell’arbitrato presso il Tribunale ICSID della Banca Mondiale in cui si è richiesto il risarcimento dei danni per violazione dei diritti rivenienti dal diritto internazionale di circa 50.000 obbligazionisti retail italiani possessori di circa novecento milioni di euro di bond argentini in default rappresentati dalla Task Force Argentina.

Investimento bond argentini ottobre 2012

Quanto sta accadendo tra Argentina, Nazioni Unite e Ghana potrebbe sembrare totalmente estraneo alla triste vicenda che dieci anni fa portò migliaia di risparmiatori italiani a perdere buona parte del valore del proprio investimento nei “tango bond”. Eppure, il sequestro della nave scuola Libertad nel Paese africano costituisce l’ennesima puntata di una vicenda che sembra essere ben lungi dal concludersi, e che merita un piccolo riassunto per cercare di capire come si stanno evolvendo gli investimenti in bond argentini.

Finanza famiglie: meno risparmi e più sofferenze

Meno risparmi e più sofferenze. Lo possiamo riassumere così, in estrema sintesi, il quadro a tinte fosche dei bilanci delle famiglie italiane. Al riguardo, l‘Adusbef e la Federconsumatori, per voce dei rispettivi Presidenti, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, prendendo a riferimento gli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia, sottolineano come nel biennio 2009-2010 abbiamo assistito nel nostro Paese ad un tracollo del risparmio delle famiglie. Secondo le due Associazioni c’è stata una vera e propria distruzione del risparmio a causa principalmente di due fattori: l’erosione dei redditi ma anche i cattivi consigli da parte degli istituti di credito e delle società di gestione che hanno in molti casi appioppato ai risparmiatori i cosiddetti “bond bidone“, ovverosia, in questi anni, le obbligazioni della Cirio, ma anche quelle della vecchia Parmalat per non parlare di Lehman Brothers e dei Tango Bond, ovverosia le obbligazioni dell’Argentina.

Riprendiamoci il maltolto: campagna Codacons contro i crac finanziari

Tra i Bond Argentina andati in default, e quelli della Parmalat e della Cirio, nel nostro Paese ci sono ben 630 mila risparmiatori che, secondo quanto afferma il Codacons, sono stati truffati. Di conseguenza l’Associazione al riguardo è tornata a sferrare una nuova “offensiva” lanciando “Riprendiamoci il maltolto“, la campagna Codacons contro i crac finanziari con l’obiettivo di ottenere indietro dagli Istituti di credito i soldi investiti e andati in fumo. Al riguardo, sul sito Internet del Codacons sono state pubblicate tutte le istruzioni finalizzate da un lato ad interrompere la prescrizione, e dall’altro a aderire all’azione legale. Secondo il Codacons, nonostante la consapevolezza dell’elevato rischio delle cosiddette obbligazioni ad alto rendimento o, se volete, i cosiddetti “bond spazzatura“, le banche, liberandosene, hanno appioppato ai risparmiatori questi titoli per un controvalore complessivo pari alla bellezza di 18,6 miliardi di euro e con una media di investimento pari a 30 mila euro per ogni risparmiatore coinvolto e rimasto col cerino in mano.

Bond Argentina: la sottoscrizione dello swap è al 66%

Argentina_flag_1Si aspettava con una certa curiosità e un enorme interesse il responso all’offerta dei cosiddetti “tango bond, le obbligazioni finite in default del governo argentino: Buenos Aires aveva già affermato di voler puntare a un buon 60%, ma lo swap ha risposto ancora meglio, arrivando fino al 66%. A questo punto, se si vogliono conteggiare anche le sottoscrizioni che erano state poste in essere nel corso del 2005, allora la percentuale sale fino al 92,4% a conferma del successo del prodotto finanziario in questione. Nonostante tali cifre inducano a pensare in maniera più che positiva, c’è però da aggiungere che la Task Force Argentina ha voluto precisare che il denaro ancora circolante in questo momento ammonta a circa sei miliardi di dollari, un totale, dunque, non certo indifferente. La seconda offerta era terminata qualche giorno fa, più precisamente lo scorso 22 giugno e ora bisogna attendere dei riscontri anche per quel che concerne il futuro.

 

Argentina: altre due settimane di proroga per i bond

flagC’è un nuovo spostamento di data per quel che concerne l’offerta di scambio dei bond argentini finiti in default e che si riferiscono nello specifico agli istituti di credito del nostro paese; in effetti, l’annuncio in questione è giunto direttamente dalla voce di Amado Boudou, numero del dicastero dell’economia del paese sudamericano, il quale ha voluto precisare che il provvedimento finanziario verrà esteso di altre due settimane rispetto al termine che era stato inizialmente fissato. Per essere più dettagliati, c’è da dire che l’offerta di scambio degli oltre 18 miliardi di dollari rimarrà valida fino al prossimo 22 giugno, anziché fino alla giornata di domani. Come si è arrivati a questa novità nel calendario della lunga e intricata faccenda delle obbligazioni spazzatura dell’Argentina?

 

Offerta Bond Argentina: aderire o fare causa alle banche?

ops-bond-argentinaI risparmiatori che hanno ancora in portafoglio i titoli pubblici della Repubblica dell’Argentina andata in default negli anni scorsi hanno due possibilità per recuperare i soldi investiti: aderire alla nuova offerta pubblica di scambio volontaria, oppure fare causa alle banche. La prima soluzione non deve e non dovrebbe escludere la seconda, ragion per cui il Codacons invita espressamente i consumatori/risparmiatori ad evitare di firmare qualsiasi documento che preveda l’esclusione di portare gli Istituti di credito in Tribunale. Per saperne di più, l’invito è quello di seguire domenica prossima Unomattina weekend, alle ore 7,30 del mattino. Nel corso della trasmissione di Raiuno, infatti, ci sarà la consueta rubrica de “I consigli dell’Avv. Rienzi“; sarà proprio il Presidente del Codacons a fornire ai risparmiatori consigli e modalità su come poter ottenere il rimborso dei soldi investiti nei Bond dell’Argentina.

Tutto pronto per il lancio dell’offerta argentina di swap

argentina-flag-300x192Sembra ormai tutto pronto per il lancio, da parte del governo argentino, dell’attesa offerta di swap, strumenti che dovrebbero consentire la copertura dei 20 miliardi di dollari di debito in default relativi ai cosiddetti “tango bond: per il via libera definitivo, comunque, è ancora necessario il parere favorevole degli enti di regolazione che si trovano in Europa e in Giappone, così come è stato anche precisato dal ministero dell’Economia del nostro paese. Ieri a Roma, tra l’altro, era presente Herna Lorenzino, segretario per le finanze argentine, per mettere a punto tutti i dettagli dell’operazione. Per il momento stanno giungendo delle precisazioni rassicuranti circa i termini della presentazione, dato che viene assicurato che essa ci sarà senz’altro nel corso di questa settimana, ma i trader dei mercati finanziari dell’Argentina hanno immediatamente corretto queste osservazioni, sottolineando il fatto che il lancio potrebbe avere luogo nel corso dei prossimi sette giorni.