In che condizioni di salute si trova il mercato dei sukuk? La risposta è giunta da un rapporto di Kuwait Finance House Research Limited (Kfhr), società araba attiva in questo tipo di ricerche, la quale si è soffermata sull’importanza della finanza islamica in questo preciso momento storico: i titoli obbligazionari rispettosi della religione musulmana hanno ormai raggiunto un volume d’affari pari a cinque miliardi di dollari, il 61,7% dei quali fa capo a un solo istituto, Bank Negara Malaysia. Il documento in questione è aggiornato allo scorso mese di aprile, dunque è davvero molto recente. Tra gli elementi da rimarcare vi è soprattutto il fatto che si è assistito di recente a un calo che non veniva registrato dal luglio del 2010: la spiegazione di questo declino è semplice, in effetti, le piazze mediorientali sono ancora a corto di liquidità e queste condizioni non possono che incidere negativamente sull’andamento generale.
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Piraeus Bank: in rialzo le cedole delle obbligazioni
Piraeus Bank e Efg Eurobank Ergasias sono riuscite ad aumentare l’importo delle loro cedole obbligazionarie: si tratta ovviamente di bond emessi proprio da questi istituti ellenici, un incremento che dovrebbe consentire un migliore finanziamento da parte della Banca Centrale Europea. Nel dettaglio, Piraeus ha accresciuto l’interesse relativo ai propri pagamenti fino a 8,1 miliardi di euro: il riferimento, in questo caso, va ai titoli a tasso variabile che giungeranno a scadenza nel 2013 e che sono stati in grado di superare di ben dodici punti percentuali l’Euribor (Euro Interbank Offered Rate). Per quel che concerne invece Eurobank, c’è da dire che l’aumento del margine dei sei bond messi a disposizione ha consentito di assestare il totale a quota 13,6 miliardi di euro.
La Malesia annuncia nuovi bond islamici in dollari
Scadenza decennale e denominazione in dollari: sono queste le due caratteristiche che risaltano maggiormente per quel che concerne la nuova offerta di obbligazioni islamiche messa a disposizione dalla Malesia, in quella che rappresenta la seconda vendita di debito sovrano del 2011 per lo stato asiatico. L’intera gestione finanziaria spetterà a tre banche di investimento locali, le quali hanno anche proposto un ammontare complessivo compreso tra i 500 milioni e gli 1,7 miliardi di dollari, anche se per il momento queste indiscrezioni sono giunte da fonti anonime. Una vendita simile vuole sottintendere che lo stato federale vuole cedere il proprio debito islamico a un benchmark ben preciso, facendo riferimento a un’industria, quella dei titoli che rispettano i dettami della Shariah, che ha un valore complessivo di un trilione di dollari.
Polonia: la Borsa di Varsavia leader delle vendite azionarie
La Borsa polacca di Varsavia è letteralmente in fermento: la piazza finanziaria sta attirando un numero sempre maggiore di offerte pubbliche iniziali, addirittura superiori a quelle dell’Europa occidentale. In particolare, sono soprattutto le compagnie slovene, lituane e ucraine che si stanno interessando alla Polonia per la loro prima quotazione azionaria, una sorta di fratellanza finanziaria tra paesi dell’est europeo. Eppure, il Warsaw Stock Exchange esiste solamente da vent’anni, un breve lasso di tempo che non gli ha però impedito di diventare il mercato leader per le Ipo. Nel dettaglio, il 2011 si sta caratterizzando per dei record importanti in questo senso, con 73 offerte in questi primi cinque mesi, ben superiori alle venticinque dell’intero 2010. Le ultime adesioni sono giunte da Nova Kreditna Banka Maribor, secondo maggior istituto di credito della Slovenia, e da Avia Solutions Group, attivo a Vilnius nei servizi aeroportuali.
Ferro: il prezzo ha ormai raggiunto livelli speculativi
Il mercato del ferro è salito fino a livelli che possono essere considerati vicini a quelli di una bolla speculativa: il motivo per una crescita simile è presto detto, le nuove miniere del settore in questione stanno creando un eccesso di offerta per quel che concerne la produzione, una circostanza che può essere riscontrata dalle ultime rilevazioni di Baosteel Group, la seconda compagnia di tutta la Cina. Secondo quest’ultima, infatti, la bolla è stata gonfiata ripetutamente dalle acquisizioni e dai costosi investimenti, anche perché molti investitori stanno puntando il loro denaro sulla materia prima, specialmente quando le somme sono considerevoli.
Norfolk Southern sceglie una scadenza di cento anni
Quando si parla di ferrovie americane non si può non pensare alla Norfolk Southern Corporation: questa compagnia ha cominciato le proprie attività nel 1990, subito dopo la fusione tra Norfolk and Western e la Southern Railway, ed oggi opera soprattutto tra la costa orientale e la regione del Mississippi. La grande corsa ai bond societari ha contagiato la grande società della Virginia, la quale ha deciso di puntare su una scadenza di lunghissimo periodo, ovvero cento anni. Tra l’altro, anche il Massachusetts Institute of Technology ha lanciato strumenti simili questo mese, dunque si è trattato di un esempio molto interessante da seguire. Nel dettaglio, Norfolk ha ceduto 400 milioni di dollari in relazione a obbligazioni che giungeranno a maturazione nel 2111, con un rendimento complessivo pari al 6%; il ritorno economico del Mit, invece, è leggermente inferiore, 5,6 punti percentuali.
Walt Disney Co., bond decennali dopo oltre due anni
Come in ogni favola che si rispetti, anche la Walt Disney Company intende vivere felice e contenta e questo finale potrebbe dipendere dalla nuova emissione obbligazionaria che è stata pianificata in questi giorni: il colosso americano dell’intrattenimento si è infatti focalizzato su ben cinquecento milioni di dollari, un ammontare che andrà a riguardare quei bond che non venivano lanciati sul mercato da più di due anni. Il segmento a stelle e strisce relativo a tali strumenti vive un periodo piuttosto florido, ecco perché anche la società di Burbank ha voluto seguire il medesimo esempio. Cerchiamo comunque di capire nel dettaglio l’offerta della Disney. L’ attuale rating societario è incentrato sulla buona affidabilità del grado di investimento: in effetti, la valutazione è stata pari ad A2 secondo Moody’s, mentre Standard & Poor’s ha scelto un giudizio pari ad A, visto che i costi dell’indebitamento sono i più bassi degli ultimi sei mesi.
Chrysler, maxi offerta di bond ad alto rendimento
Il gruppo Chrysler e il mercato dei bond non riescono a stare lontani l’uno dall’altro. La casa automobilistica di Auburn Hills ha infatti deciso di tornare nuovamente a questo specifico segmento finanziario con una delle maggiori offerte degli ultimi due anni: si tratta di una proposta che va a riguardare direttamente i titoli ad alto rendimento e che dovrebbe essere in grado di rifinanziare i prestiti contratti. La società americana si è vista costretta ad accrescere l’offerta obbligazionaria fino a un totale di 3,5 miliardi di dollari, un incremento che ha coinvolto anche i tassi di interesse dei prestiti a sei anni. Secondo gran parte degli analisti, le modifiche in questione dovrebbero essere le più adatte per stabilizzare le trattative attualmente in corso. Chrysler, la quale fa parte del gruppo Fiat, deve far fronte a un debito piuttosto consistente, quindi ci si è rivolti al mercato più propizio in questo preciso momento storico; i bond saranno equamente suddivisi tra le scadenze a otto e dieci anni, con la quotazione effettiva prevista per la giornata di domani.
Johnson & Johnson, obbligazioni per finanziare il debito
Johnson & Johnson rappresenta una delle quattro compagnie americane non finanziarie che possono vantare il miglior credito in assoluto. È proprio per questo motivo che il colosso farmaceutico di New Brunswick sta puntando con decisione sui titoli obbligazionari: in particolare, è in programma una vendita di ben 3,75 miliardi di dollari per quel che concerne questi strumenti, dopo che i rendimenti maggiori sono calati ai minimi degli ultimi sei mesi. Le altre società che fanno parte del ristretto novero descritto in precedenza sono McDonald’s, Hsbc Bank e Caterpillar Financial Services, le quali si focalizzeranno sullo stesso tipo di emissioni nel corso di questa settimana. L’interesse di Johnson & Johnson è andato nella direzione dei corporate bond, dopo aver seguito l’esempio di altre multinazionali americane; l’intento principale è quello di ricercare una struttura più stabile per quel che concerne il capitale interno e far fronte ai pagamenti per l’acquisizione di Synthes Inc.
Google, è realtà il debutto sul mercato obbligazionario
Non poteva mancare neanche Mountain View nel vasto universe che contaddistingue il mercato obbligazionario: Google, alle prese con un preoccupante declino dei propri titoli azionari (quest’anno sono stati persi già nove punti percentuali), andrà a focalizzarsi sui bond con la sua prima storica emissione, una vendita pianificata per un ammontare di tre miliardi di dollari. L’intento è chiaro, il colosso statunitense vuole finanziare i prestiti a breve termine. La compagnia punterà, in particolare, sui corporate bond: l’attuale ceo, Larry Page, il quale ha sostituito Eric Schmidt proprio un mese fa, ha annunciato la probabile espansione dei business telefonici e delle pubblicità, nonostante ci siano delle indagini a tal proposito. Nel dettaglio, Google dovrebbe lanciare dei prodotti a tre, cinque e dieci anni nel corso della giornata odierna, con delle differenze di ritorno economico.
Usaa lancerà Cat Bond per duecento milioni di dollari
La United Services Automobile Association rappresenta una delle principali compagnie assicurative degli Stati Uniti: non è un caso, quindi, se proprio questa società stia lavorando alacremente per emettere duecento milioni di dollari in Catastrophe Bond, una operazione che è volta a proteggere le potenziali perdite di terremoti, alluvioni, tempeste ed incendi. L’indiscrezione giunge direttamente dall’agenzia di rating Standard & Poor’s. Nello specifico, questa transazione rappresenta l’ultimo tassello del programma di lungo termine Residential Re Cat Bond, il sedicesimo in assoluto per Usaa, la quale ha avviato gli investimenti di questo tipo nel lontano 1997.
Bbva: il rating dei covered bond è stato ridotto
Non è un bel periodo quello che vive Bbva, una delle principali realtà creditizie della penisola iberica: il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria è infatti alle prese con una valutazione non troppo incoraggiante per quel che concerne i propri titoli obbligazionari, in particolare i cosiddetti covered bond. Questi ultimi, conosciuti anche con la denominazione nostrana di “obbligazioni garantite”, sono dei titoli che si basano essenzialmente sulla garanzia della loro emissione e sono volti a finanziare un determinato tipo di progetto. Ebbene, la celebre agenzia di rating Standard & Poor’s ha deciso di ridurre il giudizio relativo a questo investimento, il quale si riferisce ai prestiti concessi al settore pubblico dalla banca dei Paesi Baschi: la valutazione in questione, infatti, è scesa da AAA ad AA+ (da una affidabilità massima a una ottima). Che cosa è successo esattamente?
Islamic Development Bank: un nuovo sukuk denominato in dollari
È un gran momento quello attuale per l’emissione e la relativa sottoscrizione di sukuk, i titoli obbligazionari islamici, conformi alla legge della Shariah: ne è una chiara testimonianza anche l’ultimo progetto della Islamic Development Bank, istituto di credito dell’Arabia Saudita che ha intenzione di lanciare a breve un prodotto di questo tipo con tanto di denominazione in dollari americani. L’obiettivo è abbastanza chiaro, il gruppo asiatico ha necessità di nuovi fondi e per venire incontro a questa esigenza si lancia a capofitto nel mercato obbligazionario, senza disdegnare però il fattore dei cambi valutari: ecco perché è stata scelta la moneta verde, molto più sicura rispetto al ryal, il quale attualmente vale circa 0,26 dollari. La quotazione ufficiale dovrebbe avvenire quando le condizioni di mercato la renderanno conveniente, ma sicuramente al termine del meeting tra gli investitori del reddito fisso del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Europa.
NewPage: le obbligazioni risentono dei minori ricavi
I bond di NewPage Corporation, l’azienda produttrice di carta patinata che viene controllata da Cerberus Capital Management, hanno subito un brusco declino in questi ultimi due giorni: i titoli della compagnia di Miamisburg hanno risentito, in particolare, dell’andamento non esaltante dei ricavi aziendali, i quali non sono stati all’altezza delle attese degli analisti. C’è infatti da sottolineare che tali prodotti, i quali beneficiano di un ammontare complessivo pari a 806 milioni di dollari, di un rendimento pari al 10% e di una scadenza fissata per il mese di maggio del 2012, hanno ceduto 6,3 centesimi, attestandosi a quota 39,9 a New York così come registrato da Trace, il sistema americano che quota le obbligazioni. Tra l’altro, anche il debito della società statunitense risulta essere al suo livello più basso dallo scorso mese di agosto.