Investire nel tabacco. Le aziende che potrebbero salire in borsa

tabaccoIl settore del tabacco è molto delicato, soprattutto per motivi etici, ed è stato abbandonato da molti investitori, anche perché i “clienti”, ovvero i fumatori, sono in diminuzione. Ma il settore è ancora redditizio e ci sono opportunità di crescita grazie ai nuovi progetti, in particolare nelle sigarette elettroniche e nella cannabis legale. Non ha caso l’ARCA Tobacco Index registra solo nel 2019 un +40,8%, molto più di altri indici.

I titoli su cui puntare

Ci sono tre titoli, in particolare, del settore che andrebbero tenuti d’occhio, perché continuano a salire. Pyxus, Turning Point Brands e Altria Group.
Pyxus è specializzata nel tabacco usato dai grandi gruppi classici, a cui vende il tabacco grezzo. Ma sta allargando il suo business alla cannabis negli Stati Uniti e in Canada, dove è azionista della Canada’s Island Garden e della Goldleaf Pharm, rispettivamente con il 75% e l’80% del capitale. Negli USA è entrata nel capitale azionario di Criticality (40%) per la lavorazione della canapa industriale. Il suo titolo è cresciuto del 110% da gennaio.

Turning Point Brands lavora nella produzione del tabacco e delle sigarette elettroniche, con tabacco da masticare, prodotti da fumo, cartine per sigarette, e vaporizzatori. Ha aumentato le sue vendite del 28%, grazie ad un +86% del settore vaporizzatori. Il titolo di Turning Point ha guadagnato il 69% da gennaio.

Altria Group produce e vende tabacco, sigarette e altri prodotti da fumo, ed concessionario dei diritti della Marlboro negli Stati Uniti. Sta investendo sulle sigarette elettroniche, sulla cannabis e sull’alcol. Ha investito 1,8 miliardi di dollari sulla canadese Cronos Group che si occupa di coltivazione della marijuana. Il titolo di Altria è salito del 14,7% da gennaio.

Poche emozioni sui mercati oggi. Si attendono sviluppi

FCA, salgono vendite EuropaLa mattinata delle borse europee appare piatta, in un contesto in cui l’attesa sembra essere la soluzione scelta da tutti gli investitori. I dati parlano di rallentamento economico, ma i politici continuano a mostrare fiducia, così come le banche centrali, che pur confermando il rallentamento, confidano nella scelta di politiche monetarie accomodanti per rilanciare l’economia.
La novità della settimana è stata l’inversione di tendenza dei rendimenti Usa, che prelude generalmente ad una recessione. A confortare i mercati c’è però la ripresa dei negoziati USA-Cina.

I mercati

Alle 13:35 i mercati sono contrastati. l’apertura era stata piatta, poi Londra è andata su e Milano è scesa. Per Londra il dato è attualmente a +0,50%, mentre il Ftse Mib scende della stessa percentuale, ma in negativo a 0,50%.
A Piazza Affari continua ad essere sotto osservazione Fca, per le voci su un’eventuale fusione con la Renault. Oggi il titolo del Lingotto è depresso. Ha aperto in negativo, poi un tentativo di recupero, prima di cedere e perdere ora l’1,28%, dimostrando un certo nervosismo degli investitori.
Le ipotesi di fusione si fanno sempre più insistenti, e la Renault è solo l’ultima casa automobilistica associata alla FiatCrysler. Stesso discorso per la Renault, il cui titolo oggi scende dell’1,20% sulla borsa parigina.

Azioni da tenere d’occhio e trimestrali: Sit e Campari

CampariOggi si parla di nuovo di trimestrali e di titoli da tenere d’occhio, come quelli della Sit e della Campari. Il Gruppo Sit, che lavora nel comparto dei sistemi di sicurezza, nei dispositivi di misurazione e rendimento legato al gas per uso domestico, ha pubblicato la sua trimestrale con buoni risultati, come i ricavi consolidati aumentati dell’11%, pari a 359,7 milioni. Il fatturato è aumentato del 4,7%, soprattutto sul mercato americano. Poi c’è la Turchia, l’Olanda, la Russia e l’Italia. In ottimo progresso anche la divisione della misurazione, che ha incrementato il fatturato del 45,9.

C’è un netto miglioramento per la gestione finanziaria del gruppo, prima in negativo per più di 46 milioni, e ora passata in positivo per più di 8 milioni.

Numeri che fanno sperare gli investitori, anche se il titolo questa mattina è in regresso dello 0,22%, dopo un fine settimana di ottimo rialzo. Questa mattina invece si è preferito incassare.

Campari

Ottima performance per le azioni Campari, che salgono del 4,47% attorno all’ora di pranzo. Qui le notizie positive arrivano dall’upgrade di Goldman Sachs, che ha portato il suo giudizio da Neutral a Buy. Il prezzo dell’azione oggi è di 8,84 euro, ma la Goldman Sachs ha portato il target price a 10 euro. Un ritocco di 2,60 euro per il famoso gruppo italiano, le cui azioni dovrebbero portare guadagni nel breve-medio periodo, dopo un rialzo di quasi il 20% nei primi tre mesi dell’anno.

Essilor-Luxottica: la lite tra soci nuoce al titolo

Essilor-LuxotticaEssilorLuxottica soffre sulla piazza parigina, la borsa sulla quale è quotata, dopo la lite tra i due soci aperta ieri. La grande azienda francese di lenti, e quella di occhiali italiana all’indomani delle dichiarazioni del partner italiano, apre la crisi. Intanto il titolo perde più del 5%. ad aprire lo scontro è stato Leonardo Del Vecchio, padre di Luxottica, che ha rilasciato una nota a nome della holding Delfin.

La lite

Secondo Del Vecchio Essilor avrebbe violato i patti dell’accordo di unione tra le due aziende. Unione sottoscritta nel 2016 e operativa alla fine 2017, quando le due quotate si sono fuse. Del Vecchio ha rilanciato questa mattina in una intervista a Repubblica:

“Hubert Sagnières accetta soltanto quello che propone lui: non concepisce che qualcun altro possa fare proposte. Il patto stabilisce che qualunque decisione dev’essere presa in seguito a un accordo fra noi. Siamo tutti e due amministratori delegati, con pari poteri. Ora, dal gennaio del 2018, Hubert Sagnières ha nominato quattro manager chiave, tutti provenienti da Essilor, per cercare di gestire EssilorLuxottica tutto da solo. Tutti questi manager sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato, aumento di stipendio e “paracadute d’oro”.

Parole forti quelle del patron italiano, con gli analisti preoccupati dallo stallo della governance e dalla perdita di risorse manageriali importanti.

Passaggio ai quarti di Champions: azioni Juventus in rally

Azioni JuventusIeri sera la Juventus si è qualificata ai quarti di Champions con un’incredibile rimonta, oggi le azioni Juventus vanno in rally, raggiungendo anche un +28% in apertura, prima di assestarsi su un +17% dopo un’ora e mezza di seduta.

Risultato sportivo e affari

Naturalmente non è solo il risultato sportivo in sé stesso a portare su il titolo, ma la fiducia degli investitori nei prossimi incassi (sicuri) della società. Con la contemporanea eliminazione della Roma infatti, la società bianconera prenderà anche la quota dei giallorossi, per non contare gli incassi successivi allo stadio, le sponsorizzazioni e il merchandising. Per dare un’idea, la partita di ieri ha portato nelle casse della Juve 5,5 milioni di incasso, nuovo record che va ad eguagliare il primato di Roma-Liverpool dello scorso anno.

Il passaggio ai quarti poi vale 10 milioni, più un’altra decina che sarebbero spettati alla Roma, se fosse passata. Se il titolo era crollato del 10% dopo la sconfitta dell’andata al Wanda Metropolitano, la vittoria di ieri ha ridato linfa al titolo, riproponendo la squadra per la vittoria finale, e arricchendo le casse societaria, in debito per i forti investimenti di quest’anno.

Le azioni della Roma invece, oggi flettono dello 0,79%, prezzandosi a 50 centesimi l’una. Scendono dello 0,17% anche le azioni della Lazio, prezzandosi a 1,17 euro.

Occhio al titolo Mediaset. Previsti forti utili

mediasetTenete d’occhio il titolo di Mediaset, già da oggi. Domani ci sarà la riunione del Consiglio di Amministratore che dovrà approvare il bilancio. Un bilancio che nonostante il calo dei ricavi, vedrà una crescita straordinaria dell’utile netto, per la holding di Cologno Monzese. Il bilancio di esercizio del 2018 porterà alla conferma dell’incredibile +97% dell’utile netto, passato da 90,5 milioni a 178,8 milioni a fine 2018, rispetto all’anno precedente.

Le altre cifre

Le cifre sulle stime provengono da Bloomberg. Secondo il giornale economico, i ricavi dovrebbero scendere del 6,8% rispetto all’anno precedente, scendendo a 3.385 milioni di euro da da 3.631 milioni. Scenderà anche l’Ebitda da 1.413 milioni a 1.203 milioni, con un calo del 14,8% e un previsto calo sui ricavi in regresso del 3,4%. Sale invece l’Ebit, con un incremento del 23,2% passando dai 316,5 milioni del 2017 ai 389,8 milioni dell’anno scorso. Il margine è dell’11,5%.

Il titolo però è da tenere d’occhio visto il forte aumento dell’utile netto, che pone Mediaset in un posizione che potrebbe portare un rally nelle azioni.

Questa mattina il titolo guadagna lo 0,43% (ore 14:30), fissando il prezzo per azione a 2,81 euro. L’azienda è solida, e la stessa Fininvest, azionista di maggioranza, ha acquistato il 2,55% di nuove azioni a gennaio, per consolidare la sua posizione.

Il titolo Juventus crolla dell’11%. Mercati tifosi o responsabili?

JuventusQuando si parla di mercati finanziari si presuppone sempre un’analisi attenta e ponderata di bilanci, piani industriali e valutazioni delle agenzie di rating, nel comprendere il prezzo di un’azione, ma quel che è successo ieri al titolo Juventus ha lasciato alcuni lettori interdetti. Può una sconfitta sportiva, far crollare un titolo? Dipende da quello che ha da perdere la società in questione.

Come abbiamo detto ieri, la Juventus ha fatto notevoli investimenti, pur di conquistare la Champions League, acquistando il campione Ronaldo. Vediamo dunque quali sarebbero le perdite economiche, e non sul campo, in caso di uscita dalla coppa.

Le perdite in caso di eliminazione

Ieri il titolo Juventus è crollato dell’11% a 1,288 euro, portando la capitalizzazione a 1,3 miliardi, da 1,45. L’effetto Ronaldo aveva segnato un rialzo per le azioni del 150%. Ora la contrazione.

Se la Juve dovesse essere eliminata, perderebbe subito 10,5 milioni di premi per i quarti di finale, e 12 milioni per le eventuali semifinali. La finale invece vale 15 milioni più altri 4 milioni per chi alza la coppa. In totale, una perdita (per mancata vittoria) di più di 41 milioni. Poi mancherebbero i 3,5 milioni della Supercoppa UEFA e i soldi dei diritti TV e i mancati incassi allo stadio.
Per ii diritti TV, le squadre italiane hanno accesso a 60 milioni, da ripartire a seconda del cammino in coppa per la metà, mentre l’altra dipende dai risultati nel campionato precedente. Se la Roma arrivasse in finale, la Juve perderebbe più di 7 milioni (il caso peggiore).

Aggiungendo anche i mancati incassi dello stadio, la Juve potrebbe perdere fino a 60 milioni di euro. E ci potrebbero essere forti ripercussioni sul merchandising. Insomma, una perdita non indifferente, soprattutto considerando che il piano industriale prevedeva esattamente l’opposto (aumento dei ricavi), ed era quello il motivo per acquistare le azioni. Se la Juve esce, il titolo scenderà inesorabilmente.

Banca Popolare di Sondrio e Juventus soffrono in borsa

Banca Popolare di SondrioBrutte notizie per gli azionisti di Banca Popolare di Sondrio e Juventus, due titoli che aprono male la mattinata e potrebbero peggiorare. Le azioni dell’istituto di credito perdono lo 0,48%, a fronte dei brutti risultati di bilancio. Il titolo Juve crolla del 9%, dopo la sconfitta di ieri a Madrid.

Banca Popolare di Sondrio

Forte calo per i profitti del trading di Banca Popolare di Sondrio, che crollano di più dell’80%, scendendo a poco più di 25 milioni. Meglio il margine di interesse, che sale del 3,7%, e le commissioni, che salgono del 3,5%. Aumentano anche i costi operativi ma il risultato netto di gestione è sceso di quasi il 35%. Scendono anche gli impieghi.

Juventus

Ne avevamo parlato lunedì, e oggi si è avuta una prima avvisaglia. Il titolo Juventus potrebbe vivere una bolla pronta a scoppiare, legata ai risultati sportivi, con un bilancio in sofferenza per i forti investimenti. Ieri la squadra è stata sconfitta in Champions League, mettendo seriamente a rischio la vittoria finale in una competizione per la quale si è compromesso parte del bilancio e per cui si è ricorsi all’emissione di un bond.

Oggi il titolo è crollato del 9% (ore 10:30), ma nei prossimi 20 giorni potrebbe scendere pesantemente, se la squadra non dovesse ribaltare il risultato nella gara di ritorno. Il fallimento dell’obbiettivo Champions potrebbe trasformarsi nel fallimento degli investimenti, pesanti, sul campione Ronaldo, che aveva provocato un effetto bolla sul titolo, portandolo ad un +110% in pochi mesi. Se a Torino dovesse andar male, è probabile che il titolo scenda ancora parecchio.

Juventus, un successo finanziario grazie a Ronaldo?

juventusLa Juventus ha appena lanciato il suo bond unsecured, subito esaurito e allargato da 150 a 175 milioni. Il titolo, da quando è stato acquistato il campionissimo portoghese Ronaldo, è volato in borsa, aumentando il suo valore di più del 110%. Secondo Bloomberg però, il bond doveva andare meglio, ovvero raddoppiare la domanda e andare oltre. Il campionissimo dunque, secondo gli analisti, non ha aiutato la Juve, in questo caso. Ma non è l’unica considerazione.

La situazione Juve

I tifosi, naturalmente, sperano che il bond serva a finanziare una nuova, roboante campagna acquisti, ma in realtà, non è tutto oro quel che luccica.

È vero che l’effetto Ronaldo ha portato le azioni a raddoppiare di valore, e andare oltre, ma la società ha subito anche un forte indebitamento, a cui deve far fronte. La capitalizzazione si è comunque attestata a 1,39 miliardi di euro, più del doppio del valore dell’investimento sul campionissimo, che ha avuto effetti positivi anche sul merchandising e sugli sponsor. I biglietti allo stadio sono stati molto aumentati, e anche l’Adidas ha firmato un nuovo contratto, garantendo il doppio rispetto al vecchio.

Ma il bilancio dice anche che la Juve ha aumentato notevolmente le perdite, con un passivo di 19,2 milioni di euro per la stagione 2017/18. Il calciomercato scorso ha portato perdite per 160 milioni, che incideranno sul debito complessivo. E forse il bond servirà proprio a coprire queste perdite, con il bilancio che tornerà in attivo solo tra 4 o 5 anni.

Alla luce di questi risultati di bilancio, il prezzo delle azioni sembra sopravvalutato, rispetto al valore reale attuale dell’azienda. A questo punto, alcuni investitori potrebbero vendere, per capitalizzare l’investimento, prima che qualche risultato deludente della squadra porti a far scoppiare la bolla.

Salini fa offerta per Astaldi: salgono entrambi i titoli

Salini Impregilo offre 225 milioni per Astaldi ed il mercato reagisce al meglio: dopo il via libera al piano di salvataggio sebbene Astaldi non riesca a fare prezzo in Borsa, resta in preapertura con un rialzo teorico del 9,8% mentre il titolo Salini guadagna in avvio il 5,6% .

astaldi

A Milano vola Astaldi. Bene Azimut e Saipem

astaldiA Milano il Ftse Mib apre bene, ma poi va in negativo a -0,27%, nonostante l’ottima performance di Astaldi e altri titoli. Tra i titoli positivi c’è Saipem, che segna il +1,16%, e Azimut, che migliora dell’1,4%, grazie ai dati positivi sulla raccolta. A portare giù la borsa milanese, altri titoli, che oggi segnano negativi, come ad esempio Ferragamo, giù dell’1,34%, oppure Banco Bpm che perde l’1,12%. Discorso a parte per Salini Impregilo e Astaldi

Astaldi e Impregilo

Ieri, la quotata milanese Salini Impregilo ha lanciato la sua offerta di acquisto per Astaldi, che ha lanciato entrambi i titoli azionari. Tratta di 225 milioni, con cui il gruppo di Salini vuole rilevare l’indebitata Astaldi, dopo che in un comunicato dell’azienda romana si evidenzia che il gruppo “ha approvato la presentazione del piano e della proposta concordataria, di cui alla domanda di concordato preventivo con continuità aziendale, recante le indicazioni per il soddisfacimento dei creditori, nonché ulteriore documentazione prevista dalla legge. La proposta concordataria sia conveniente per i creditori e consenta di salvaguardare il valore e il know-how dell’azienda”.

Sembra che il matrimonio si faccia, o almeno così piace al mercato. Il titolo di Salini Impregilo sale del 3,97% a metà mattinata, dopo essere andato altre il 4,4%. Per Astaldi ora il rialzo del titolo è al 6,3%, ma in mattinata si era assistito ad un rally che aveva segnato anche il +14,4%.

Unicredit sale ancora, dopo la trimestrale positiva e i dividendi

Unicredit Nonostante Milano sia in rosso, il comparto bancario continua a salire, con Unicredit che guadagna in apertura lo 2,81%, dopo i risultati positivi della trimestrale. Gli azionisti sono contenti dei dividendi, e la Goldman Sachs ha appena aumentato il target price per le azioni della banca.

A far scendere il Ftse Mib, in particolare, Amplifon, con un -1,7%, Enel (-1,16%) con delle trimestrali non buone, e Banco Bpm, nota stonata del comparto bancario, con il -1%.

I conti Unicredit

Unicredit è la regina della borsa milanese, dopo che la trimestrale ha rilasciato un dividendo di 0,27 euro ad azione. Gli utili per il 2019 sono in crescita, e questo fa sperare gli investitori in un futuro prospero, anche se nel 2017 avevano preso 0,32 euro per azione. Ma il 2018 è stato anche un anno difficile per il comparto bancario, ed il risultato è quindi apprezzabile.

Il dividendo sarà pagato in contanti, per un payout ratio del 20%. L’ottimismo nasce dalla nota della banca che ha precisato le decisioni per il dividendo del prossimo anno sugli utili di quest’anno, che sarà del 30% sull’utile netto.

Unicredit ha abbassato i costi del 5,6%, e aumentato il risultato netto di gestione del 13,1%. I ricavi scendono dell’1,1%.

Occhio a Bper Banca, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Unicredit

bancheLa settimana si apre con un aumento del target price per quattro banche italiane: Bper Banca, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi Banca. Occhio quindi a questi titoli, che potrebbero intraprendere una strada di rialzi, dopo che gli analisti di Goldman Sachs hanno rivisto, al rialzo, il target price dei quattro istituti di credito.

Le valutazioni

Chiaramente i titoli vanno valutati caso per caso. Per Bper Banca infatti, il target price è stato portato a 3,10 euro, ma è comunque confermato il rating “sell”. Stesso discorso per Intesa Sanpaolo, con target price alzato a 2 euro. Per Ubi Banca, conferma per rating su “neutral”, ma target price su a 2,90 euro. Confermato anche il rating di Unicredit, su “buy”, e target price potato a 17,9 euro.

Le reazioni dei titoli sul Mib di Milano sono diverse.

Bper Banca vola a 2,98 euro, su dello 0,20%, mentre meglio fa il titolo di Intesa Sanpaolo, con un +0,29% e prezzo a 1,96 euro. Vola il titolo di Ubi Banca, che sale dello 0,98% a 2,16 euro. Per Unicredit invece, il rialzo è ridotto ad un +0,12%, con il prezzo per azione a 9,77 euro. Questi sono gli andamento alle 12 di oggi, con i titoli che erano saliti ancor di più (Unicredit), o avevano iniziato in sordina per poi salire vertiginosamente a metà seduta (le altre).