Gli Etf evidenziano il rallentamento economico della Polonia

PolandFlagLa Polonia è uno di quei pochi paesi del continente europeo che è riuscito a dimostrare una abilità particolare nel resistere alla crisi economica dell’eurozona (vedi anche Gli Etf polacchi conquistano sempre più investitori): le performance molto solide della nazione orientale sono dovute soprattutto alla forza interna dell’economia, oltre all’esposizione minima alla congiuntura negativa rispetto agli stati “meridionali”. Ciò nonostante, da qualche tempo viene registrato qualche segnale di debolezza. Gli investitori finanziari devono cominciare a preoccuparsi?

Gli Etf polacchi conquistano sempre più investitori

C’è un paese ben preciso a cui si riferiscono alcuni tra gli Exchange Traded Fund più appetibili di questo momento, la Polonia. Due giorni fa il premier Donald Tusk ha annunciato l’apertura di un referendum per consentire delle modifiche alla costituzione polacca, il possibile preambolo all’ingresso nell’eurozona. Come è noto, l’attuale valuta di questa nazione è lo zloty, ma nulla è più sicuro alla luce di quanto sta accadendo ultimamente. Il passaggio all’euro come moneta unica potrebbe richiedere ancora alcuni anni, ma gli effetti di un simile passaggio di consegne si possono avvertire già ora per quel che concerne due Etf specifici (vedi anche Importi record per i nuovi bond della Polonia).

Importi record per i nuovi bond della Polonia

La Polonia ha emesso un volume da record di bond domestici nel corso dell’asta odierna: gli oneri finanziari, inoltre, sono scesi ai minimi di tutti i tempi, visto che gli investitori sono ormai convinti che la banca centrale polacca continuerà a tagliare i tassi di interesse per potenziare l’economia interna. Giusto ieri, si è proprio discusso di questo argomento, ritenendo più che probabile il fatto che la Polonia dovrà tagliare i tassi per evitare la stagnazione. Il Ministero delle Finanze ha deciso di aumentare l’offerta fino a un importo pari a 13,7 miliardi di zloty (si tratta di circa sei miliardi di euro per la precisione).

La Polonia lancia un nuovo bond a dodici anni

Il governo polacco ha provveduto a emettere 1,75 miliardi di euro in titoli obbligazionari a dodici anni: si tratta di una operazione finanziaria che è finalizzata a completare il finanziamento del deficit di quest’anno, oltre al soddisfacimento delle necessità economiche del 2013, con i rendimenti che sono ormai a livelli molto bassi. La Polonia è tornata a emettere eurobond qualche mese fa, in questo caso, al contrario, si fa riferimento a strumenti che giungeranno a maturazione nel luglio del 2024, con un ritorno economico pari a 3,385 punti percentuali, vale a dire 143 punti base al di sopra del tasso midswap.

La Polonia torna a emettere degli eurobond

La Polonia ha concretizzato la prima cessione pubblica di eurobond degli ultimi cinque mesi: si tratta di una emissione che prevede un importo pari a 1,5 miliardi di euro, con la scadenza fissato all’inizio del 2023 e un rendimento che è 195 punti base superiore al tasso mid-swap. Tale spread rappresenta inoltre il valore più basso per quel che concerne una vendita simile da parte del governo di Varsavia, più precisamente in relazione a quanto avvenuto nell’ultimo anno; nel frattempo, il ritorno economico relativo agli altri eurobond già attivi e previsti in scadenza nel 2022 è calato di quattro punti base, attestandosi a quota 3,69 punti percentuali.

La Polonia emette una nuova tranche di Samurai Bond

Il governo della Polonia ha provveduto a emettere Samurai Bond per un importo totale di ben venticinque miliardi di yen (l’equivalente di 313 milioni di dollari per la precisione): si tratta di strumenti finanziari che andranno a beneficiare di una scadenza a cinque anni, per quella che è la seconda offerta in assoluto messa a disposizione degli investitori individuali in Giappone da Varsavia. Quali sono le caratteristiche principali di tali titoli e perché il paese dell’Est europeo ha deciso di affidarsi nuovamente a questa tipologia di bond così particolari? Anzitutto, bisogna precisare che i prodotti in questione giungeranno a maturazione nel mese di maggio del 2017, quindi i cinque anni sono esatti.

La Polonia sceglie i franchi svizzeri per i propri bond

La Polonia ha venduto un totale di 825 milioni di franchi svizzeri in titoli obbligazionari: si tratta, per la precisione, della maggiore transazione del paese dell’Europa orientale per quel che concerne la valuta elvetica da almeno cinque anni a questa parte. Il governo di Varsavia ha infatti deciso di lanciare sul mercato 375 milioni di franchi in prodotti a tasso variabile e in scadenza nel mese di agosto del 2015. Questa prima tranche prevede un rendimento che è 125 punti base superiore a quello offerto dal Libor (London Interbank Offered Rate) a tre mesi, come è emerso dalle prime indiscrezioni relative alla trattativa in questione. Per il resto, bisogna ovviamente aggiungere gli altri 450 milioni di franchi svizzeri, i quali si riferiscono ai bond a tasso fisso e che sono previsti in scadenza nel mese di maggio del 2018.

Polonia, fra dieci giorni il lancio dei bond governativi

L’annuncio risale a qualche giorno fa, ma dà l’idea di quella che sarà la prossima emissione finanziaria della Polonia: il ministro delle Finanze, Jan-Vincent Rostowski, è infatti intenzionato a lanciare una nuova serie di titoli obbligazionari nel corso della prossima asta, prevista per il 19 ottobre, un appuntamento sempre più vicino quindi. L’operazione a cui si sta facendo riferimento si è resa necessaria a fronte del piano di finanziamenti che il governo di Varsavia intende approntare per il quarto trimestre di quest’anno. Entrando maggiormente nel dettaglio di questa offerta imminente, c’è da precisare che l’ammontare complessivo sarà compreso tra 1 e 3,5 miliardi di zloty (tra i trecento milioni e il miliardo di dollari), anche se non è escluso qualche ritocco dell’ultimo minuto. Ma non si tratta dell’unica asta polacca in previsione nel breve termine.

Bond governativi: pessime vendite per Russia e Polonia

Russia e Polonia sono state capaci di raggiungere meno del 50% degli obiettivi che si erano prefissate in relazione ai loro bond governativi: le ragioni di un simile insuccesso sono evidenti, si va dal terremoto e dalla conseguente crisi nucleare del Giappone fino alle crescenti violenze che stanno dilaniando il Bahrain, senza dimenticare le terribili ore finanziarie che sta vivendo il Portogallo, tutti elementi che hanno allontanato un gran numero di investitori. Entrando maggiormente nel dettaglio, la Russia è riuscita a vendere 10,2 miliardi di rubli (356 milioni di dollari) in titoli obbligazionari (da queste parti si chiamano Obligatsyi Federal’novo Zaima, i prestiti obbligazionari federali) che giungeranno a scadenza nel 2016, dopo aver puntato però a una cifra ben superiore, trenta miliardi di rubli.

La Polonia vende oltre 5 miliardi di bond a due anni

La Polonia è alla disperata ricerca di finanziamenti freschi per il proprio deficit di bilancio e la sua ultima cessione obbligazionaria è volta proprio a questo obiettivo: il governo di Varsavia ha infatti provveduto a vendere bond a due anni che presentano uno dei rendimenti più bassi dal 2002 ad oggi. Il ministero delle Finanze ha fatto presente che l’operazione è stata fissata per un ammontare pari a 5,24 miliardi di zloty (circa 1,84 miliardi di dollari), i quali hanno riguardato gli strumenti in scadenza a gennaio del 2013, con un rendimento medio del 5,03%, 127 punti base al di sotto delle obbligazioni decennali. Lo spread, invece, sarà pari all’1,38%. Gli investitori si rivolgono sempre più a titoli con scadenze non troppo lunghe e questo per un semplice motivo: l’inflazione sta accelerando in maniera pericolosa e dunque la banca centrale subisce una continua pressione per quel che concerne l’aumento dei costi di indebitamento.

Polonia, si tornano a vendere bond collegati all’inflazione

C’è sempre una prima volta: è uno dei luoghi comuni più abusati, ma non c’è nulla di più azzeccato per descrivere l’ultima decisione finanziaria della Polonia, la quale sta pianificando proprio la sua prima vendita di bond inflation-linked (conosciute familiarmente anche come “linkers”, sono delle obbligazioni collegate principalmente all’andamento dell’inflazione) da oltre due anni a questa parte. La svolta è giunta quando ci si è accorti che gli investitori polacchi erano sempre più propensi a ricercare maggiore protezione contro i crescenti prezzi al consumo, in modo da poter “scommettere” sui futuri tassi di interesse.