Mario Draghi riafferma validità del Jobs Act

Il governatore della Bce Mario Draghi riafferma ancora una volta la validità del Jobs Act nel corso di un discorso pubblico puntando ancora una volta l’attenzione di esperti e interessati ai buoni risultati ottenuti dagli stati membri grazie a politiche di questa tipologia.

E’ inoppugnabile, secondo lo stesso, che il Jobs Act sia stato in grado di favorire l’occupazione negli stati membri. E lo ripete nel giorno in cui la Corte costituzionale tedesca ha rigettato i ricorsi d’urgenza contro i programmi di acquisto dei titoli di Stato (quantitive easing) da parte della banca centrale europea. Ne ha approfittato ancora una volta, Mario Draghi, per riportare al centro dell’attenzione generale come siano importanti le riforme strutturali in Europa per far quadrare i conti. Anche e soprattutto mentre i mercati aspettano di comprendere come regolarsi per il futuro in merito.  Ha infatti sottolineato:

Diversi Paesi hanno realizzato negli anni recenti riforme che hanno aiutato a ridurre la disoccupazione, in maniera più visibile Spagna e Portogallo, ma anche l’Italia: gli incentivi fiscali hanno dimostrato di essere in grado di aumentare l’efficacia delle riforme. Il Jobs act italiano del 2015 è stato seguito da un aumento di quasi mezzo milione di occupati con un contratto di lavoro permanente, in gran parte perché i sussidi per le assunzioni hanno incoraggiato le aziende ad assumere nuove persone con i nuovi contratti open-ended.

In tutto ciò però è impossibile dimenticare che gli investitori sono in attesa di capire come muoversi per ciò che riguarda il quantitative easing. Diversi esperti presumono che già dal prossimo 26 ottobre Draghi possa annunciare una modifica del programma di acquisto di titoli di stato che dovrebbe partire dal gennaio 2018, dando spazio ad un tapering lento ma inesorabile.

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