Donald Trump: no a rialzo tassi d’interesse

Donald Trump pretende a gran voce che i tassi di interesse non vengano toccati. Ancora una volta il presidente degli Stati Uniti non intende rimanere al suo posto ma fa pesare il suo ruolo in campo economico.

Una forza che fa sua proveniente dal miglioramento, seppur leggero, dei dati oltreoceano. Le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione sono calate più di quel che ci si aspettava superando le attese degli analisti e portandosi sul livello più basso da quasi tre mesi. Al contempo la produzione industriale è tornata a salire a novembre, registrando un +0,6% mentre l’inflazione nello stesso mese è scivolata al 2,2% a novembre su base annua, dal 2,5% del mese precedente.

Il punto è che Donald Trump invece di lavorare di concerto con la Fed preferisce attaccare il Federal Open Market Committee, il braccio monetario della Federal Reserve, che domani si riunirà e comunicherà se avverrà o meno un nuovo rialzo dei tassi. Una mossa, va sottolineato, che si aspettano un po’ tutti gli esperti e che Trump “commenta” attraverso il suo account Twitter:

E’ incredibile che con un dollaro forte e virtualmente nessuna inflazione, col mondo esterno che esplode intorno a noi, con Parigi che sta bruciando e la Cina in declino, la Fed stia anche solo prendendo in considerazione un altro rialzo dei tassi. Godetevi la vittoria!

Un messaggio che lascia perplessi, non solo per l’ennesimo tentativo di influenzare un istituto come la Fed e le sue politiche ma anche per la scarsa capacità di diplomazia nei confronti delle politiche degli altri paesi.

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