Le previsioni sui prezzi dei metalli preziosi per il 2014 e il 2015

Par6689601Investire sui metalli preziosi si è rivelato produttivo negli ultimi periodi, ma la situazione del mercato è in cambiamento e il discorso è da concentrare sullo specifico settore. Vediamo quali sono le proiezioni rispetto al movimento dei prezzi dei metalli preziosi per il 2014 e il 2015 da parte degli esperti di SoGen.

Oro. Il probabile rafforzamento del dollaro, che dovrebbe scaturire dalle scelte della Fed e della Bank of Japan, potrebbero avere una influenza sull’oro causandone il ribasso del prezzo. La crescita della produzione per il 2013 è data in leggero aumento e per il 2014 la quotazione dell’oro dovrebbe essere di 1.125 dollari l’oncia. In ribasso, quindi, rispetto ai 1.400 dollari del 2013. Per il 2015 è previsto un ulteriore ribasso a 1.100.

Argento. Anche per l’argento le indicazioni sono di un ribasso sostanzioso, considerando anche la correlazione con l’oro. Si registra uno scarso interesse degli investitori, per il 2013 è previsto un aumento della produzione e il prezzo per il 2014 dovrebbe essere di 19 dollari l’oncia. Nel 2013 il prezzo dell’argento era di 24 dollari l’oncia.

Platino. Non si aspettano grandi variazioni per il platino. I maggiori controlli sull’inquinamento in Cina dovrebbe portare a una maggiore domanda di convertitori catalitici con conseguente minore offerta per il platino. Per il 2014 la quotazione dovrebbe essere di 1.525 dollari l’oncia. Nel 2013 è di 1.6000 l’oncia e per il 2015 è prevista una crescita a 1.590 dollari l’oncia.

Palladio. Previsioni di crescita per il prezzo del palladio con conseguente interesse degli investitori. Da gennaio il palladio è l’unico tra i metalli preziosi ad avere un andamento in crescita con il +4,8%, mentre nel confronto dei 12 mesi e a +14,8%. Per il 2014 il prezzo dovrebbe essere di 835 dollari l’oncia. Nel 2013 era di 740 l’oncia e nel 2015 è previsto a 850 dollari.

Platino quotazioni intorno a 1.670$ a sconto sull’oro

Mentre l’oro ha iniziato il nuovo anno all’insegna dell’incertezza, il platino continua a correre senza freni e riduce sempre più la distanza tra il proprio valore e quello del metallo giallo. A spingere le quotazioni del platino sono le preoccupazioni legate all’offerta. Anglo Platinum (Amplats), maggior produttore mondiale di platino, ha annunciato che chiuderà il 2012 in perdita a causa della forte riduzione della produzione in Sudafrica di ben 306mila once (13% circa) dovuta agli scioperi degli operai. Inoltre, la capogruppo Anglo American potrebbe chiudere alcune sue operazioni più redditizie.

Volumi da record per gli Etp legati al platino

Gli investitori finanziari hanno fatto registrare un accumulo record per quel che riguarda le holding di assets relativi al platino: tale metallo sta facendo così gola in questo senso, visto che si tenta in tutti i modi di ottenere una protezione adeguata contro le minacce dell’inflazione. D’altronde, questa stessa commodity sta beneficiano nel momento attuale di qualche interruzione per quel che riguarda l’offerta in Sudafrica, il maggior produttore al mondo. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che gli Etp (Exchange Traded Products) collegati al platino hanno messo a segno un aumento di 1,1 punti percentuali, con una quota complessiva di ben 46.748 tonnellate, superando così il precedente picco di un anno fa (46.316 tonnellate per la precisione).

Un calo inatteso per il platino

Il primo calo delle scorte minerarie di platino dopo ben quattro anni, insieme al record fatto registrare dalle vendite di autovetture, hanno rappresentato i due elementi preponderanti per quel che concerne le performance del metallo: in effetti, si parla già di un calo della produzione pari a quattro punti percentuali, per un totale complessivo di 6,14 milioni di once nel corso di questo 2012. Un altro dei motivi determinanti in tal senso è senza dubbio la serie di scioperi che andranno a coinvolgere le miniere del Sudafrica, il maggior produttore al mondo di platino, come è stato stimato in questi ultimi giorni da Barclays. Questo vuol dire che il surplus di output è destinato a diminuire di ben novanta punti percentuali, fino a circa 37mila once.

Investire in Platino 2012

Come ulteriore dimostrazione che il mercato finanziario è ben distante dall’economia reale (ma solo per certi strumenti, come abbiamo già visto) c’è il grafico del Platino dal 1970 ad oggi. Innanzitutto diciamo che si tratta di un metallo con proprietà estremamente interessanti (il terzo più duttile dopo oro e argento) ed il campo di impiego è veramente ampio visto l’ottimo rapporto qualità/reperibilità del metallo.

Dai gioiellieri fino arrivare ai dispositivi anti-inquinamento delle automobili passando anche per le applicazioni in elettronica; questo ed altro dipende dalla disponibilità e dal prezzo del Platino che negli ultimi anni ha “sofferto” del movimento rialzista che ha interessato gran parte dei mercati.

In realtà l’aumento di prezzo dal 2000 circa è stato assolutamente sensato visto che l’economia dopo il crollo delle Torri Gemelle del 2001 ha avuto un momento di fortissima espansione dal 2003 fino alla crisi dei sub-prime. Il prezzo del Platino però come vediamo dal grafico di lunghissimo periodo ha un andamento decisamente diverso rispetto alle altre commodities trattate; il range di interesse non è mai definibile con precisione e le “mini-bolle” speculative non sono regolari come l’andamento ciclico.

Platino: fondi in espansione grazie agli ottimi profitti di Lonmin

Gli investitori internazionali hanno decisamente aumentato le loro holding nei fondi focalizzati sul platino: tale ritmo non è stato registrato per nessun altro metallo prezioso nei primi mesi di quest’anno, ragione per la quale si può ipotizzare una forte speculazione sui consumi record. Volendo essere più precisi, c’è da dire che gli assets nei fondi in questione sono cresciuti di ben quattordici punti percentuali, attestandosi a quota 42,8 tonnellate; il valore complessivo è di circa 2,5 miliardi di dollari, con i prezzi che sono conseguentemente voltati fino al loro livello più alto dell’ultimo triennio. In particolare, occorre sottolineare come questo fermento sia stato agevolato senza dubbio dai profitti riportati da Lonmin Plc, terzo produttore al mondo di platino, il quale dovrebbe raddoppiare i propri introiti quest’anno, così come sta avvenendo per Impala Platinum Holdings Limited (+49% di guadagni).