Gazprom lancia sul mercato bond a sette e quindici anni

Il colosso russo del gas e del petrolio Gazprom ha appena venduto la tranche di bond che può vantare la scadenza più lunga: in particolare, la compagnia ha deciso di sfruttare al massimo il vantaggio della domanda che gli investitori stanno ampliando per quel che concerne i corporate bond. Che tipo di opportunità può essere questa? Se n’è parlato anche verso la fine dello scorso anno (Investire in Gazprom 2012), ma cerchiamo di capire quali sono le prospettive per quel che riguarda il 2013. La preparazione dell’offerta ha riguardato due distinte scadenze, quella a sette e quella a quindici anni, ma sempre con la denominazione in dollari americani.

Dopo quattro mesi la Turchia torna ai bond in dollari

Il governo turco sta offrendo per la prima volta da quasi quattro mesi titoli obbligazionari denominati in dollari: in questo modo, la nazione anatolica ha la possibilità di riaprire una precedente scadenza di lungo termine, vale a dire quella prevista per il 2041, dopo che i rendimenti sono scesi a uno dei record più bassi in assoluto. La vendita sta beneficiando della gestione da parte di banche importanti come Morgan Stanley, Goldman Sachs e Deutsche Bank. Si è parlato dei ritorni economici in declino e in effetti questi ultimi hanno perso ben 108 punti base da gennaio a oggi, mentre la giornata di ieri è stata caratterizzata da un lieve recupero, appena cinque punti base.

La Nuova Zelanda si concentra su inflazione e lungo termine

La Nuova Zelanda sta pianificando nel dettaglio un aumento delle vendite per quel che concerne i bond governativi a lungo termine: tra l’altro, il governo di Wellington sta considerando la sua prima quotazione collegata al tasso di inflazione, una decisione che non viene presa da ben tredici anni. Il motivo, però, è presto detto. In effetti, la domanda dei titoli in questione è aumentata in maniera decisa per la nazione oceaniana, il mercato sovrano che vanta le migliori performance al mondo. In pratica, il Debt Management Office locale è interessato a costruire un volume di strumenti che contempli la maturazione nel mese di aprile del 2023, vale a dire il debito di maggiore durata.

Il Kenya è pronto alla sua prima vendita di Diaspora Bond

La Banca Centrale del Kenya ha in mente un obiettivo ben preciso per emancipare dal punto di vista finanziario il paese africano: l’ultimo annuncio dell’istituto, infatti, riguarda la prima pianificazione in assoluto di titoli obbligazionari che andranno a riguardare le principali infrastrutture. L’importo complessivo dovrebbe essere pari a 36 miliardi di scellini (circa quattrocento milioni di dollari), ma si parla già di giugno 2012 per l’avvio ufficiale di questa negoziazione. L’intento della nazione è quello di raggranellare almeno seicento milioni di dollari da tale vendita, la quale potrebbe interessare, e non deve stupire più di tanto questo elemento, i cittadini keniani che vivono all’estero. Una volta che la cessione di questo bond sarà stata completata, i titoli maggiormente lucrativi, come ad esempio quelli in scadenza tra trent’anni e in generale quelli di lungo termine, subiranno la medesima sorte.

Raiffeisen, collocato in Italia il fondo bilanciato flessibile

C’è un’importante novità in casa Raiffeisen: il gruppo finanziario viennese può finalmente collocare il proprio fondo 337 – Strategic Allocation Master I anche in Italia, una opportunità nuova e interessante per tutti i clienti istituzionali che fossero interessati. L’appetibilità del prodotto in questione deriva dagli ottimi risultati conseguiti negli altri paesi in cui è stato distribuito, dunque ci si attende un successo simile. Ma cos’è esattamente il Raffeisen 337- Strategic Allocation Master I? La struttura è quella tipica dei bilanciati flessibili, la tipologia di strumento che si focalizza su Exchange Traded Fund, titoli azionari e obbligazionari, senza disdegnare comunque le materie prime e le valute nazionali. L’arco temporale di riferimento è quello di lungo periodo, in modo da controllare dettagliatamente e accuratamente il rischio.

Credit Suisse, il fondo long-only punta sui trend più solidi

Credit Suisse, seconda banca di tutta la Svizzera, sta adottando delle strategie ben precise per quel che riguarda gli investimenti finanziari: l’ultima di esse, in particolare, si riferisce ai fondi comuni, visto che il gruppo creditizio di Zurigo ha deciso di focalizzare la propria attenzione sui cosiddetti strumenti “long-only (letteralmente si tratta di fondi che puntano soprattutto sul lungo termine). Il nuovo prodotto, il Credit Suisse Solutions Megatrends è stato pensato appositamente per quella tipologia di investitori che hanno interesse a puntellare il loro portafoglio sugli archi temporali più ampi, anche perché l’obiettivo principale è quello di guadagnare attraverso i trend finanziari più solidi, senza far troppo riferimento alle performance dei mercati.

Deflussi in netto calo a giugno per i fondi comuni Ucits

La sigla Ucits sta divenendo di uso sempre più comune tra gli investitori finanziari: le Undertakings for Collective Investments in Transferable Securities, vale a dire quelle direttive dell’Unione Europea che consentono di porre in essere dei fondamentali schemi di investimento collettivo, stanno caratterizzando i principali fondi comuni del Vecchio Continente. In particolare, c’è da dire che i deflussi relativi a questi specifici strumenti finanziari sono calati in maniera piuttosto evidente in relazione al lungo termine. Fatta eccezione per giugno, infatti, si è registrata questa sensibile diminuzione, a cui ha fatto da contraltare l’incremento subito dai riscatti totali, così come ha messo in luce l’ultima indagine dell’Efama (European Fund and Asset Management Association).