Conti corrente all’estero e società di gestione patrimoniale indipendente. Il punto su Geneve Invest

Un’osservazione scrupolosa del sistema economico italiano. Il fenomeno dei conti corrente esteri: è sicuro aprirli? Quali sono gli intermediari più affidabili? Realtà vincenti: Geneve Invest

Mettiamo subito in chiaro una cosa: aprire un conto bancario all’estero non è illegale, anzi, è una pratica sancita e tutelata dal diritto internazionale e dal trattato di Maastricht. Allo stesso modo, anche i versamenti su un conto estero, di qualsiasi importo, non sono considerati una pratica illegale quando il trasferimento avviene attraverso un canale finanziario autorizzato, sarebbe a dire una banca od un intermediario residente.

Altro che paradiso fiscale. I tempi in cui gli italiani portavano i soldi in Svizzera nelle valigie di cartone, pregando di non essere fermati da un controllo di frontiera, sono ormai preistoria.

I numeri in questo senso parlano chiaro: secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale fra giugno 2011 e giugno 2012 ben 235 miliardi di Euro sono stati trasferiti, legalmente, dall’Italia verso conti bancari esteri, soprattutto in Svizzera, Lussemburgo e Germania.

Si tratta di una statistica che non lascia scampo: gli italiani hanno deciso di guardare in maniera sempre più convinta agli istituti bancari ed agli intermediari finanziari stranieri. Fra le ragioni di questa tendenza, ormai divenuta strutturale, vi è certamente la necessità, da parte dei risparmiatori, di tutelare i propri capitali da una situazione politica ed economica estremamente instabile.

È infatti lunga la serie di manovre e provvedimenti che nel corso dell’ultimo triennio, e di quello a venire, hanno falcidiato i risparmiatori italiani. Guardando avanti e dunque a quello che sarà, e lasciando perdere quanto già è stato, vale ad esempio la pena soffermarsi sul cosiddetto Fiscal Compact, a molti noto anche come Patto di bilancio europeo o Patto di stabilità. In pratica si tratta infatti di un pacchetto di misure attraverso le quali l’Italia,al pari di tutti gli altri paesi europei ed a partire dal 2015, dovrà veicolare la riduzione del debito in eccesso del 60% del PIL, di un ventesimo all’anno per i successivi venti anni. Un impegno di proporzioni enormi, in termini numerici e che, per dare qualche cifra, obbligherà i governi di qualsiasi colore a manovre finanziarie da 50-60 miliardi di euro ed a sacrifici pesantissimi in quanto a riduzione della spesa pubblica e avanzo primario (che dovrà necessariamente attestarsi intorno al 4%). Evidentemente tutto ciò significherà un ulteriore rallentamento del sistema Italia, per quello che riguarda crescita e rilancio industriale, con conseguenze potenzialmente durissime per il comparto finanziario. A fronte di tutto questo, non diventa dunque difficile comprendere i motivi per i quali sempre più italiani decidono di tenere i propri soldi in conti bancari esteri, lontani dalle minacce di instabilità del mercato nazionale, da un eventuale blocco della circolazione dei capitali e da un eventuale prelievo forzoso sui conti corrente che, vista la situazione attuale, appare tuttaltro che immaginifico.

banca

 

Conto corrente in Svizzera

D’altronde, per aprire un conto bancario in Svizzera od in un paese dell’Unione Europea, è sufficiente recarsi in banca con un documento di identità: nessun trucco e nessuna procedura illegale, grazie all’internet banking oggi è possibile gestire il proprio conto corrente comodamente da casa e senza patemi. Alcuni intermediari offrono inoltre sia la possibilità di aprire il conto corrente a distanza, senza doversi per forza recare nel paese prescelto, che, in casi più rari, un incontro diretto in Italia nel programmare l’apertura del conto. Secondo la normativa italiana vigente, la gestione di un conto corrente all’estero con consistenza o movimentazione superiori a 10.000 euro comporta l’obbligo di compilazione di alcuni riquadri specifici presenti all’interno del modello Unico per la dichiarazione dei redditi, con una tassazione sulle plusvalenze maturate perfettamente paritaria rispetto ai conti correnti nazionali, ma con un vantaggio notevole in termini di tranquillità.

La tutela dei clienti resta dunque un elemento centrale della cultura bancaria fuori dai confini del nostro paese, dove di certo, al contrario che in Italia, nessun correntista rischia il blocco del proprio conto a causa di un’incomprensione con Equitalia (per dire…): un conto estero non può infatti essere sequestrato dall’Italia a meno di una rogatoria internazionale per reati penalmente perseguibili anche nel paese di riferimento, un atto evidentemente molto complesso cui si ricorre soltanto in casi estremamente “pesanti“.

Se sino a 10 anni fa l’apertura di un conto corrente bancario all’estero era dunque appannaggio esclusivo di quanti volessero nascondere parte dei loro immensi capitali all’interno di un sistema bancario protettivo ed esclusivo, oggi, con le nuove regole di legalità ed uno scenario economico profondamente mutato, sono i normali risparmiatori a fare la parte del leone.

Oggi trasferire del denaro su un conto estero, sia esso ubicato in Svizzera o in un altro paese qualsiasi, è una procedura che gran parte dei risparmiatori svolgono secondo processi perfettamente legali e con l’unico intento di accedere ad un sistema bancario più sviluppato, conveniente e professionalizzato di quello italiano e di cogliere opportunità di investimento molto più interessanti di quelle offerte dal panorama finanziario interno.

 

Società indipendenti: la realtà Geneve Invest

Senza dubbio il ventaglio di società lussemburghesi e svizzere (davanti a tutti in Europa nell’offerta di consulenza in ambito finanziario) autorizzate a lavorare sul territorio europeo, che offrono servizi di gestione patrimoniale indipendente è infatti nettamente più alto e professionalizzato rispetto a quello italiano.

Fra queste società, abbiamo ad esempio analizzato l’offerta di Geneve Invest, che vale la pena menzionare visti i recenti risultati che l’hanno portata a diventare una realtà importante fra le società di gestione patrimoniale in Europa e tramite la quale è possibile appoggiarsi, per l’apertura di un conto, sia ad istituti svizzeri che lussemburghesi. Gli obiettivi di eccellenza raggiunti da Geneve Invest sono rappresentati da un approccio orientato alla massima trasparenza, grazie a pratiche di intermediazione libere da qualsiasi conflitto di interessi, ad una tipologia di offerta varia e strutturata che comprende, ad esempio, anche obbligazioni corporate, e ad una politica di costi trasparente e contenuta, con un occhio di riguardo per i normali risparmiatori.

Il vento sta cambiando insomma, oggi sono i risparmiatori a portare via dall’Italia, legalmente, i loro capitali, alla ricerca di una maggiore tutela e di uno spazio di gestione più sicuro e condiviso in relazione alle loro necessità di investimento.

 

Conti correnti remunerati: NonSoloTre del Credem

Un conto corrente bancario che da un lato, nel rispetto di opportune condizioni, è a canone mensile pari a zero euro, e dall’altro remunerato ad un tasso del 3% lordo per il primo anno da 15 mila e fino a 75 mila euro. Sono queste le principali caratteristiche di “NonSoloTre“, un conto corrente innovativo recentemente ideato per i nuovi clienti dal Credem, il Gruppo Credito Emiliano. Ed il tutto a fronte della possibilità di avere un personal banker del Credem sempre a disposizione per offrire al cliente un check-up finanziario gratuito e personalizzato in base alle esigenze del richiedente. Per azzerare il canone mensile di NonSoloTre, che è pari a 7,90 euro, basta possedere almeno due tra i seguenti prodotti/servizi del Credem: prodotti assicurativi, bancomat, mutui, carta di credito, prestiti, e/o ancora l’accredito dello stipendio o della pensione, oppure ancora gli investimenti e l’addebito periodico delle utenze.

Banca della Campania: Conto World per favorire l’inclusione bancaria

Sono sempre di più nel nostro Paese i lavoratori che, stranieri extracomunitari, trovano in Italia opportunità di vita e di lavoro che magari nel loro stato d’origine potrebbero quasi sempre non avere. In passato, pur tuttavia, per il cittadino extracomunitario, rispetto ai nostri connazionali, era più difficile accedere al credito, aprire un rapporto bancario e così via. Da questo punto di vista in Italia sono stati fatti passi da gigante per quel che riguarda la cosiddetta inclusione bancaria, con la conseguenza che sono nate anche vere e proprie banche specializzate nei servizi per gli stranieri. Anche le banche “tradizionali” hanno allargato l’offerta con mutui, prestiti, finanziamenti e conti correnti dedicati proprio agli extracomunitari che molto spesso lavorano con la forma giuridica della ditta individuale in settori, in prevalenza, quali quelli del commercio.

Bollo conti correnti: gratuito per un anno con il Credem

Con la manovra finanziaria di correzione dei conti pubblici l’attuale Governo in carica, quello di centrodestra, ha deciso di inasprire l’imposta di bollo sul deposito titoli per quei patrimoni che superano la soglia dei 50 mila euro. Per certi versi si può tranquillamente dire che è andata meno peggio del previsto in quanto inizialmente la misura prevedeva un aumento della tassa indiscriminato, anche per i piccoli patrimoni e per chi, magari, aveva in portafoglio poche migliaia di euro di Buoni ordinari del Tesoro (Bot). A fronte di questa novità, sfavorevole per quei risparmiatori che hanno patrimoni sopra i 50 mila euro, gli Istituti di credito in Italia di sicuro si adegueranno mettendo a punto delle promozioni ad hoc per attirare nuovi clienti.

Risparmio e investimenti: quando il conto corrente è tutto

In questi ultimi giorni non si è fatto che parlare di continuo dell’impatto che avrebbe avuto la manovra finanziaria sui risparmiatori italiani, di quanto saranno tassate le rendite, e quanto si dovrà pagare per il bollo sul deposito titoli. Però per la stragrande maggioranza dei cittadini italiani il problema è un altro, ovverosia quello per cui risparmiare è diventato sempre più difficile, e spesso anche sempre più rischioso. E allora, per non imbattersi in brutte sorprese, non sono rari oramai i casi per cui i risparmiatori preferiscono rimanere liquidi, magari “investiti” in un conto corrente che offre una remunerazione bassa, e che di conseguenza permette sostanzialmente di azzerare o quasi il rischio. L’unico rischio, in tal caso, è dato dall’eventuale fallimento della banca dove i soldi “giacciono” in conto corrente; ma c’è sempre il Fondo interbancario di tutela dei depositi che, nel caso malaugurato, può venire in soccorso al correntista per ottenere i propri risparmi.

Certificati di deposito del Credem

Certificati di deposito con un rendimento che può arrivare fino al 3%. E’ questa la formula di investimento a basso rischio attualmente proposta dal Credem, Gruppo Credito Emiliano, per chi è già cliente dell’Istituto. In particolare, a fronte di un minimo sottoscrivibile pari a 10 mila euro, i certificati di deposito del Credem, per un rendimento garantito fino al 3%, possono essere sottoscritti con una scadenza pari a minimo tre e massimo nove mesi. Al netto della ritenuta fiscale prevista per Legge, l’investitore a scadenza riceverà sia il capitale investito, sia gli interessi maturati. I certificati di deposito del Credem possono chiaramente essere sottoscritti anche attraverso il conferimento di liquidità che eventualmente proviene da altri istituti di credito.

Conto corrente remunerato Barclays

Il tasso di interesse annuo lordo, sulle somme depositate sul conto, per un periodo pari a dodici mesi, e fin dal primo euro, è pari a ben il 3%; inoltre, a zero euro di canone mensile ci sono incluse le carte di credito, le carte di debito internazionale, ma anche i prelievi che sono gratis non solo in Italia, ma anche presso tutti gli sportelli Atm dell’Eurozona; inoltre, è gratuita sia l’operatività via Internet, sia allo sportello. Si presenta così il “Conto Corrente Barclays al 3%“, un prodotto che si presenta da un lato come un conto corrente low cost con tutti i servizi, e dall’altro come un conto corrente che offre un tasso di interesse sulle giacenze al pari di un conto di deposito remunerato. L’offerta, salvo proroghe, è attualmente valida con Barclays fino al 31 gennaio del 2011 a fronte di un tasso creditore che, al termine della promozione, sarà pari all’1% annuo lordo.

Polizza e conto corrente con rendimento garantito

Si chiama “Formula RendiPiù”, ed è un conto corrente con abbinata una polizza in grado di offrire un rendimento minimo garantito pari all’1,75%. Il prodotto viene proposto da UGF Banca al fine di offrire da un lato un conto corrente bancario con tutti i servizi, e dall’altro, attraverso la polizza vita UGF AssiConto, una marcia in più per far rendere i propri risparmi. Nel dettaglio, fino al 31 dicembre del 2012 il tasso minimo garantito è pari all’1,75% a fronte di zero costi di emissione della polizza, nessun vincolo per l’investimento a livello temporale, imposta sulle plusvalenze al 12,50% e non al 27% come avviene per i conti correnti e per i conti di deposito remunerati; inoltre, le somme che confluiscono nel prodotto sono sia sempre disponibili, sia rivalutate.